Disney+ è approdato finalmente anche qui da noi in Italia, a partire dallo scorso 24 marzo: una piattaforma rivoluzionaria soprattutto per via dei contenuti condivisi, che vanno dai gioielli classici della casa di Topolino passando per le “meraviglie” targate Marvel, i documentari della National Geographic e tante altre sorprese. Con oltre 500 film, 26 produzioni originali esclusive tra film e serie e migliaia di episodi televisivi con il marchio Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e altri, Disney+ è la nuova casa dello streaming di alcune delle storie più amate di sempre, tanto dai bambini quanto dagli adulti.
Regno Unito, Irlanda, Germania, Spagna, Austria, Svizzera, Francia (a partire dal prossimo 7 aprile) e Italia possono già esplorare la ricca offerta della piattaforma (qui tutti i dettagli) provando a cercare un modo diverso per evadere dalla monotonia che, purtroppo, sembra caratterizzare queste lunghe giornate casalinghe causate dall’epidemia di Coronavirus che ha cambiato radicalmente le nostre giornate.
Ma come fare per non perdersi nell’ampio mare aperto disseminato di contenuti d’alta qualità, sospesi tra passato e presente (vedi gli originali Lili e il Vagabondo e Togo), classici e nuovi instant cult d’ultima generazione? Invece di abbandonarsi a un pigro rewatch di titoli famosi e altisonanti, proviamo a presentarvi una playlist alternativa: 10 insoliti titoli pescati nel mare magnum delle commedie anni ’80-’90, tra le cui braccia tornare per sentirsi coccolati e rassicurati.
10. 10 cose che odio di te
Era il 1999, un anno “cerniera” tra lo spirito commerciale dei grandi film mainstream del decennio precedente e l’estetica patinata che caratterizzò il nuovo millennio. In mezzo, si collocano commedie come 10 cose che odio di te, capaci di dimostrare come i classici possono comunque essere adattati per le generazioni più giovani, senza perdere la loro essenza e recuperando nuovo smalto. L’ispirazione per questa commedia viene dall’opera shakespeariana La Bisbetica Domata: la giovane Bianca non può uscire con nessun ragazzo finché sua sorella Kat non farà altrettanto. Peccato che Kat è bisbetica, ribelle, indomita; l’unica soluzione è pagare il rebel without a cause Patrick per farla innamorare. Peccato solo che Cupido ci veda benissimo, e che non sempre i progetti vadano secondo i piani sperati. Perché rivedere 10 cose che odio di te (prodotta dalla Touchstone Pictures di proprietà della Disney, tra l’altro)? Per godersi, tra le risate, una versione moderna delle parole dell’immortale Bardo, come se Shakespeare incontrasse Britney Spears per i corridoio di una High School americana. E poi, per innamorarsi ancora una volta di Heath Ledger, la fulgida stella australiana di cui tutti sentiamo la mancanza, ora più che mai, a dodici anni dalla sua prematura scomparsa.
9. Genitori in trappola
Prima che Lindsay Lohan affrontasse le tenebre degli scandali, degli eccessi e soprattutto dei rotocalchi scandalistici perdendosi in un indefinito oblio, era una della stelline di punta di casa Disney, protagonista di commedie “sbanca-botteghino” indimenticabili (soprattutto per chi era bambino nei primi anni 2000): ne è un esempio Genitori in trappola, remake del classico Il cowboy con il velo da sposa. Hallie e Annie Parker sono due gemelle separate dalla nascita, ognuna all’oscuro dell’esistenza dell’altra, divise da un oceano. Ma quando il destino ci metterà lo zampino, facendole incontrare in un campo estivo nel Maine, le due decideranno di unire le forze per far tornare insieme i loro genitori dopo ben 12 anni. Anche qui, l’idea iniziale sembra saccheggiare a piene mani un classico del teatro non solo shakespeariano: il tema dei gemelli pronti a scambiarsi di ruolo, infatti, si trova per la prima volta nella commedia di Plauto “Menecmi”. La Lohan in un doppio ruolo è spassosa e fresca, colta nel fiore della pre-adolescenza (e prima del successo di Mean Girls) e accompagnata a comprimari di lusso come Dennis Quaid e Natasha Richardson.
8. Quattro sotto zero
Film avvolto da un alone semplicemente leggendario: la Disney, nel 1993, decise di produrre un film sulla squadra di bob giamaicana che partecipò ai Giochi olimpici invernali di Calgary 1988. Già l’idea di un gruppo di ragazzi che, dalla calda isola caraibica, decidono di dedicarsi a uno degli sport invernali più famosi sembra di per sé un ottimo spunto cinematografico; ma, contro ogni aspettativa, questa vicenda è più vera del vero. Ispirata alla storia dell’omonima squadra dell’isola resa celebra da Bob Marley, la commedia è incentrata su Derice Bannock, un atleta figlio d’arte che vede sfumare il proprio sogno di qualificarsi alle Olimpiadi del 1988 nei 100 metri piani: senza rassegnarsi, decide di coinvolgere una vecchia gloria del bob per sfidare di nuovo il comitato olimpico. Commedia in salsa Disney ma con ritmo reggae, Cool Runnings – Quattro sotto zero si è trasformato nel corso degli anni in un cult e, addirittura, per qualcuno in un dirty pleasure immancabile nella propria top ten degli anni ’90, soprattutto per la presenza straripante del comico John Candy, scomparso l’anno successivo all’uscita del film.
7. I tre moschettieri
Forse I tre moschettieri è uno dei più celebri romanzi a puntate scritti da Dumas nell’800; un’epica storia tutta cappa e spada, ambientata alla corte di Francia, con protagonisti degli eroi senza macchia e senza paura alle prese con le perfide mire del cattivo di turno, in questo caso il perfido cardinale Richelieu. Tutti conoscono la storia, ma forse non ricorderanno il numero esatto degli adattamenti realizzati per il piccolo e grande schermo nel corso degli anni. Tra i tanti, vi proponiamo quello che Disney+ ha reso disponibile, girato nel 1993 da Stephen Herek e con protagonisti alcuni dei volti più noti (e promettenti) della Hollywood patinata degli anni ’80, quando il Breakfast Club impazzava e queste giovani star sembravano destinate a non crescere e a non invecchiare mai: Charlie Sheen, Kiefer Sutherland, Oliver Platt, Chris O’Donnell e un irresistibile Tim Curry nei panni del perfido cardinale, perfetto villain come sempre. Purtroppo, però, anche le fulgide stelle del firmamento hollywoodiano hanno finito per invecchiare, rimanere compromessi da scandali e gossip e finire, infine, in un grande dimenticatoio popolato di alti e bassi; gli unici, veri, immortali moschettieri sono quei tre che hanno intonato la colonna sonora del film, ovvero Bryan Adams, Sting e Rod Stewart: tre voci inconfondibili che hanno realizzato la canzone originale “All for Love”.
6. Le avventure di Rocketeer
Prima che i supereroi invadessero l’industria dell’audiovisivo grazie al MCU, la Disney aveva già tentato di portare sul grande schermo le mirabolanti avventure di persone con “grandi poteri e grandi responsabilità”; il fortunato, in Le avventure di Rocketeer (1991), è Cliff Secord, che si trasforma ne L’Uomo Razzo omonimo del fumetto creato da Dave Stevens per affrontare la minaccia nazista nella Seconda Guerra Mondiale. Con Timothy Dalton e una giovanissima Jennifer Connelly nei panni dei protagonisti, Le avventure di Rocketeer è un antesignano dei cinecomic un po’ dimenticato, nonostante il regista sia Joe Johnston, lo stesso che contribuì al successo di un cult assoluto come Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi; nota ancor più ironica, il regista tornò a maneggiare materia “da supereroi” molti anni dopo, dirigendo il primo film dedicato al personaggio di Captain America.
5. Affari d’Oro
Ancora una volta una commedia figlia degli anni ’80, ancora una volta un’eco di Shakespeare – gemelli che danno vita ad una serie di irresistibili gag – e ancora una volta un’icona che ha incarnato perfettamente due decenni comici: parliamo dell’attrice Bette Midler. Accanto alla Midler troviamo però anche un’altra colonna della comicità, ovvero l’attrice Lily Tomlin, e la presenza dell’italianissimo Michele Placido, tutti diretti da Jim Abrahams in questa frizzante commedia di scambi, equivoci e amori ambientata nel 1988. In un ospedale due gemelle – Midler/Tomlin – nate da una coppia di contadini vengono scambiate per sbaglio con altre due neonate (sempre la Midler e la Tomlin), nate invece da una coppia ricchissima. Le prime vengono chiamate Rose e Sadie e le seconde… Sadie e Rose. La chiusura della fabbrica di proprietà delle sorelle ricche provoca l’incontro tra le quattro donne, scatenando una serie di irresistibili girandole comiche che fanno rimpiangere, oggi, la fantasia iperattiva e le impeccabili sceneggiature orchestrate – per il cinema mainstream – alle soglie degli anni ’90.
4. Tre scapoli e un bebè
Per la serie “rassicuranti, vecchie, commedie degli anni ‘80”, questa volta è il turno di un altro cult nonostante sia il remake di una precedente versione francese intitolata Tre Uomini e una Culla: Tre scapoli e un bebè (1987) incarna perfettamente la mania, tutta statunitense, di “convertire” nel formato – e nei moduli – a stelle e strisce successi stranieri. In questo caso è bastato prendere alcuni degli attori simbolo di un decennio – su tutti Tom “Magnum P.I” Selleck, insieme a Steve Guttenberg e Ted Danson – un’idea che anticipa le disavventure da single della Grande Mela viste in Sex and the City ma virate in chiave maschile, mettere i tre scapoli davanti a una paternità inaspettata e… il cocktail è servito. Se poi si aggiungono una leggenda metropolitana diventata quasi più famosa del film – quella che riguarda il presunto fantasma di un bambino, che è possibile intravedere in una delle scene – e la presenza, in cabina di regia, di un certo signor Leonard Nimoy, forse ben più noto per il suo alter ego vulcaniano del Dottor Spock in Star Trek, Tre scapoli e un bebè si trasforma in una commedia di successo capace di generare un sequel nel 1990 (Tre scapoli e una bimba) e perfino un presunto remake, messo in cantiere dalla Disney stessa.
3. Tutto quella notte
Chris Columbus è forse uno dei registi che più ha influenzato l’immaginario collettivo di intere generazioni, grazie anche a film come i primi due capitoli della saga di Harry Potter e i classici Mamma, ho perso l’aereo e Mrs. Doubtfire; sarebbe stato quindi fin troppo facile selezionare magari uno di questi due titoli, presenti entrambi nella ricca collezione Disney+. Invece la nostra scelta è ricaduta su un titolo meno noto della sua filmografia, nonostante la presenza di un’attrice in voga negli anni ’80-’90 (Elisabeth Shue): la commedia è Tutto quella notte e, già dal titolo, può suggerire il taglio delle (dis)avventure in cui incappa la protagonista, una giovane babysitter che si ritrova coinvolta in situazioni paradossali insieme al gruppo di giovanissimi a cui deve “fare la guardia”. Tutti i suoi piani di passare una tranquilla serata a un passo dalla monotonia assoluta vengono stravolti improvvisamente, catapultandola in una rocambolesca avventura per le pericolose strade di una Chicago by night.
2. Nel fantastico mondo di Oz
Sorpresa: sapevate che Il Mago di Oz ha avuto un sequel (semi)ufficiale? Sì, nonostante i vari adattamenti, reboot, musical e stand-alone ad esso ispirati realizzati nel corso degli anni, nel 1985 la Disney prese in mano le redini dell’immortale romanzo scritto da L. Frank Baum realizzandone un sequel che non prevedeva, però, né il coinvolgimento della Warner Bros. né tantomeno della MGM, che all’epoca aveva portato alla ribalta la fulgida stella di Judy Garland come protagonista del film (e come viene mostrato, tra tante luci ed ombre, nel biopic Judy). Quando Nel fantastico mondo di Oz approdò nelle sale fu un totale disastro, sia di pubblico che di critica; ma col il tempo, grazie soprattutto ai passaggi televisivi, all’uscita in home video e ad un passaparola sempre più febbrile, il film – tratto dal secondo e dal terzo romanzo di Baum – si è trasformato in un vero e proprio cult ritrovato.
1. Splash
Ron Howard e Tom Hanks sono, indubbiamente, due icone del cinema a stelle e strisce che si sono ritrovate a collaborare insieme in diverse occasioni. Ma tra tutti i film che hanno realizzato insieme, di certo quello che spesso viene “dimenticato” – ma che si è scolpito, in modo indissolubile, nell’immaginario pop degli anni ’80 – è la commedia Splash – Una sirena a Manhattan, distribuito nel 1984 sempre dalla Touchstone Pictures di proprietà della Disney. Hanks è un giovane deluso dall’amore costretto a cambiare le proprie posizioni quando incontra la ragazza giusta… peccato solo che sia una sirena. Sulla scia di commedie travolgenti, vere e proprie icone degli anni ’80, dove donne particolari e sopra le righe irrompevano nelle vite ordinarie dei protagonisti maschili stravolgendole del tutto, anche Splash – Una Sirena a Manhattan segue queste suggestioni ma declinandole in salsa fantasy, fino a conquistare una nomination agli Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale nel 1985. Impossibile non citare, nei panni della sirena metropolitana ammaliatrice, una giovanissima – e lanciata lungo la strada del successo – Daryl Hannah.