Dal prossimo 24 marzo sarà finalmente disponibile anche in Italia Disney+, l’attesissima piattaforma di streaming dedicata a tutti i brand di proprietà della Casa di Topolino. Tra i numerosi contenuti originali che saranno presenti al momento del lancio, anche Lilli e il Vagabondo, adattamento live action dell’omonimo classico d’animazione uscito nel lontano 1955.
Sulla scia del grandissimo successo de Il Re Leone (il più alto incasso Disney in Italia di sempre), arriva un nuovo adattamento in live action di un classico originale che ha come protagonisti non degli esseri umani, ma bensì degli animali: inevitabilmente, durante la visione di Lilli e il Vagabondo si ripresenta (come già accaduto con il film di Jon Favreau) quell’effetto straniante legato alla digitalizzazione delle immagini e alla resa “umana” dei cani protagonisti della storia.
Una storia divertente, romantica, a tratti amara, che il regista Charlie Bean e gli sceneggiatori Andrew Bujalski e Kari Granlun non si preoccupano minimamente di aggiornare, cercando di restituire allo spettatore tutta la tenerezza e la magia intrisi nella pellicola originale attraverso un’operazione ben congeniata, sicuramente emozionante, ma per nulla originale.
La storia del live action di Lilli e il Vagabondo – così come la sua struttura narrativa – ripropone pedissequamente quanto già visto nel film del 1955, fatta eccezione per alcuni piccoli stravolgimenti disseminati qua e là (soprattutto nella parte finale). A doppiare Lilli, il cucciolo di cocker americano adottato da un’agiata famiglia che vive con grande perplessità l’arrivo in casa di un neonato, troviamo Tessa Thompson (nota per il ruolo di Valchiria nel MCU), mentre a prestare la voce a Biagio, l’affascinante meticcio randagio che ruberà il cuore di Lilli e la porterà ad intraprendere numerose avventure, troviamo Justin Theroux (noto per Zoolander, Tropic Thunder e la serie The Leftovers).
Tutti i doppiatori originali (tra i quali figurano anche Sam Elliott e Janelle Monáe) svolgono un lavoro egregio, riuscendo a cavalcare con piglio sicuro l’incredibile e variopinta ondata di sentimenti ed emozioni che scandiscono la storia. Parallelamente, il contesto “umano” in cui è inserita la controparte canina riesce (a differenza di quanto accaduto ne Il Re Leone) a rendere decisamente più realistica ogni tipo di percezione e a permettere allo spettatore di lasciarsi maggiormente persuadere dalla meraviglia e dallo stupore che comunque il film è in grado di generare.
La sicurezza della sceneggiatura (che ricalca quasi fedelmente il classico originale) mal si sposa con il ritmo poco travolgente del racconto, che si fregia comunque di alcuni momenti musicali degni di nota: tra questi, è impossibile non menzionare la scena in cui Lilli si scontra con i due gatti siamesi combinaguai o l’ancor più celebre sequenza della cena italiana a lume di candela sulle note di “Bella Notte”, che si conclude con il famoso “bacio degli spaghetti” (in cui appare anche un redivivo F. Murray Abraham).
Nella piattaforma di streaming Lilli e il Vagabondo trova la sua collocazione ideale: la storia non è sicuramente celebre o amata come quella dei precedenti adattamenti live action Disney arrivati sul grande schermo, ma l’operazione messa in piedi risulta comunque adatta ad un pubblico che ha voglia di riscoprire, attraverso i prodigi della CGI, una storia di libertà e di appartenenza capace di parlare al cuore di tutti.