A volte ci si imbatte in film così emozionanti da rimanerne travolti. Spesso, quando accade, non si riesce a razionalizzare subito il sentimento che si prova, ma una cosa appare certa: ci si sente positivamente scossi. Togo – Una Grande Amicizia, diretto da Ericson Core, appartiene a questa categoria di film. Disponibile dal 24 marzo in esclusiva su Disney +, il film racconta un’incredibile storia vera ambientata nel 1925, durante la famigerata “The Serum Run”: l’avventurosa corsa intrapresa, grazie all’utilizzo di slitte trainate da cani addestrati, per trasportare un siero contro la difterite nelle zone più impervie dell’Alaska.
All’epoca, la corsa ebbe un eco straordinaria negli Stati Uniti e fece balzare agli onori della cronaca uno dei cani utilizzati in quell’occasione: Balto, reso oltretutto celebre anche dall’omonimo cartoon del 1995. A onor del vero, Balto fu solo uno dei tanti cani adoperati in quel frangente, e non fu neanche quello più eroico. Nel 2011, un articolo del “Time” fece luce sull’avvenimento, riscoprendo la figura di un altro cane che prese parte alla stessa “corsa”, lui sì veramente eroico: Togo.
Se infatti fu effettivamente la slitta capitanata da Balto a far arrivare il medicinale nell’operosa cittadina di Nome, in realtà il mezzo da lui trainato percorse solo le ultime 55 miglia dell’intero tragitto. Chi invece si sobbarcò la fatica del viaggio tra le lande innevate e desolate del’Alaska fu la slitta trainata dalla muta di cani guidata da Togo, che, nel complesso, coprì ben 288 miglia, prima di “passare il testimone” a quella di Balto per lo “sprint” finale.
È a Togo, questo (fino ad oggi) sconosciuto eroe, che la Disney rende omaggio, scegliendo di raccontare una storia il più possibile fedele alla realtà. Nell’Alaska del 1925, il guidatore di slitte Leonhard Seppala (un bravissimo Willem Dafoe) si offre volontario per andare a recuperare i flaconi di un medicinale che potrebbe salvare le vite di decine di bambini febbricitanti. Ad accompagnarlo nel lungo e periglioso viaggio c’è la sua muta di cani, capitanata dall’husky Togo, con il quale Leonhard intrattiene un esclusivo e sincero rapporto d’amicizia.
Togo – Una Grande Amicizia è un film intriso di spirito d’avventura che si sviluppa nel solco tracciato dalla tradizione letteraria di Jack London, dai cui libri e racconti riprende certe atmosfere e la descrizione di un mondo tanto affascinante quanto inospitale, tralasciando gli aspetti più complessi e disillusi presenti nelle opere dello scrittore statunitense. Una scelta comprensibile, naturalmente, se si pensa al target di riferimento del film: un pubblico giovane, composto da bambini e ragazzi, e più in generale le famiglie.
Il primo pregio di Togo – Una Grande Amicizia è quello di essere coraggiosamente rivoluzionario da un punto di vista “concettuale”. Adoperando una sorta di “disobbedienza estetica” nei confronti dell’attuale cinema spettacolare americano, il film di Ericson Core si affida quasi esclusivamente a riprese effettuate in loco, utilizzando la computer grafica solo in supporto alle sequenze più complesse e scenografiche. Questo approccio “realista” è testimoniato anche dalla scelta di adoperare cani veri (tutti eccezionali, a cominciare da quelli che interpretano il protagonista da giovane e adulto), non ricorrendo quindi ad aberranti soluzioni digitali. Da questo punto di vista, Togo si pone in controtendenza rispetto a un film – per certi versi simile – come il recente Il Richiamo della Foresta, dove sono realizzati in CGI non solo (la quasi totalità) degli esterni ma anche tutti gli animali.
Le qualità di Togo – Una Grande Amicizia, però, non si esauriscono qui. Alternando costantemente il presente della “corsa” e il passato dei due protagonisti, Togo e Leonhard, il film riesce a coinvolgere lo spettatore sopratutto grazie alla capacità di destreggiarsi sapientemente tra sequenze dal tono più epico (spettacolare, ad esempio, la corsa sulla baia ghiacciata), e sequenze invece più intimiste che si concentrano sul sentimento d’amicizia che lega il cane Togo al suo padrone, in un crescendo emotivo che si sublima in un finale struggente e commovente che conferma le qualità di un film che possiede tutte le peculiarità di un grande classico moderno.