sabato, Settembre 14, 2024
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The Creator: Gareth Edwards ci racconta i segreti del suo atteso ritorno alla regia

Gareth Edwards ha incontrato la stampa per raccontare The Creator, il suo atteso ritorno dietro la macchina da presa in arrivo nelle sale italiane il 28 settembre.

In occasione dell’uscita nelle sale di The Creator, il film che segna il ritorno alla regia di Gareth Edwards a sette anni di distanza da Rogue One: A Star Wars Story, abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad una conferenza stampa virtuale in cui il cineasta britannico – anche sceneggiatore ed effettista – ha svelato alcuni segreti in merito alla sua ultima fatica, già considerato dalla stampa americana comeuno dei migliori film del 2023“.

The Creator mette al centro del racconto una guerra futura tra la razza umana e le forza dell’intelligenza artificiale. Il protagonista della storia è Joshua (interpretato da John David Washington, la star di Tenet), un ex agente delle forze speciali in lutto per la scomparsa della moglie, che viene reclutato per dare la caccia e uccidere il Creator, l’inafferrabile architetto dell’avanzata IA che ha sviluppato una misteriosa arma con il potere di porre fine alla guerra… e all’umanità stessa. Joshua e la sua squadra di agenti d’élite oltrepasseranno le linee nemiche nel cuore oscuro del territorio occupato dall’IA solo per scoprire che l’arma apocalittica, che è stato incaricato di distruggere, è un’IA con le sembianze di un bambino.

La genesi del progetto

“Dopo l’uscita di Rogue One aveva deciso di prendermi una pausa. Insieme alla mia ragazza siamo andati a trovare i suoi genitori in Iowa e abbiamo viaggiato per circa 4 giorni”, inizia a raccontare Edwards in merito alla genesi del progetto. “All’epoca non avevo in mente di iniziare già a lavorare ad un altro film, perché quando ne finisci uno sei come una pagina bianca dalla quale è stato cancellato tutto. Improvvisamente, però, durante quel viaggio, ho intravisto in mezzo all’erba alta quella che sembrava essere una fabbrica con un logo giapponese. Così, ho iniziato a chiedermi cosa potesse esserci al suo interno e… La mia mente ha subito pensato ai robot”.

 “A quel punto mi sono detto: ‘Immagina di essere un robot progettato all’interno di quella fabbrica che esce per la prima volta alla scoperta del mondo esterno… Pensavi esistesse soltanto la fabbrica e invece, all’improvviso, vedi l’erba, gli alberi, il cielo… Cosa proveresti? Come ti sentiresti?'”, continua il regista. “Ho pensato che poteva essere una buona idea per un film e così ho continuato a pensarci per tutto il viaggio. Quando siamo arrivati a destinazione, incredibilmente, avevo l’intero film nella mia mente. Una cosa assai rara, considerando che in genere ci vuole un anno per fare una cosa del genere”.

Un film girato… al contrario!

The Creator è ambientato in diverse location in giro per il mondo. A proposito di questa scelta così peculiare, Gareth Edwards ha spiegato: “Quando devi girare un film, in genere, mostri allo studio una bozza di quello che è il mondo che intendi creare. Ma il più delle volte ti dicono: ‘Non troverai mai un posto simile a questo. Dovrai costruirlo sul set. Dovrai impiegare il green screen e costerà 200 milioni di dollari’. In tutta onestà, non volevo lavorare in questo modo”.

“Così, abbiamo deciso di realizzare i design di questo mondo dopo aver terminato le riprese, in modo da poter lavorare su quello che avevamo effettivamente girato”, aggiunge il regista. “In un certo senso, è come se lavorato al progetto partendo dalla fine, al contrario. Se hai una troupe piccola, è molto più conveniente in termini economici girare per il mondo che costruire un intero set. Così, abbiamo pensato alla migliore location possibile per ogni singola scena. Siamo stati in 8 paesi in totale, tra cui anche il Vietnam, la Cambogia e il Nepal. Abbiamo girato The Creator come fosse un film indipendente”.

“Una volta terminate le riprese abbiamo potuto investire una grossa fetta del budget per il lavoro della Industrial Light and Magic e di altre aziende che operano nel campo degli effetti speciali”, prosegue Edwards. “Abbiamo preso dei fotogrammi da ogni scena e li abbiamo consegnati al production designer e al concept artist. Questo è un processo che, in genere, si fa un anno e mezzo prima di iniziare a girare: noi, invece, lo abbiamo fatto durante il montaggio del film. In pratica lavoravamo soltanto su quello che avevamo già realizzato e che potevamo già vedere. È stato un processo davvero efficiente. Mi piace l’idea di aver lavorato a questo film in maniera differente. Penso che da oggi sarà molto difficile, per me, tornare a lavorare ad un progetto alla vecchia maniera”.

Photo by Oren Soffer. © 2023 20th Century Studios. All Rights Reserved.

La scelta di John David Washington

L’incontro prosegue con il regista che spiega la scelta di affidare il ruolo del protagonista a John David Washington e racconta come il celebre attore abbia lavorato sul set insieme alla piccola Madeleine Yuna Voyles, interprete dell’IA con le sembianze di una bambina.

“Uno dei problemi più grandi che si può presentare quando giri un film del genere è quello di non riuscire a stabilire una connessione con il tuo attore protagonista”, dichiara Edwards. “A me non piacciono i film in cui l’eroe di turno non svela mai le sue debolezze. Volevo mostrare la sua vulnerabilità. Volevo che in presenza degli altri agisse indossando una sorta di maschera, mentre quando era solo apparisse come distrutto, a pezzi. Avevo quindi bisogno di un attore che non avesse paura di mostrare questa dualità. E a John l’idea piaceva molto. Inoltre, eravamo d’accordo che lui e Madeline, a telecamere spente, dovessero instaurare un vero legame e diventare migliori amici. Madeline è una ragazzina molto timida e silenziosa. È difficile diventare suoi amici. Io ci ho provato, ma non credo di esserci riuscito completamente. John, invece, ha capito da subito come fare ed è diventato una sorta di fratello maggiore per lei. Si sono divertiti moltissimo insieme sul set, hanno condiviso tantissimi momenti anche grazie alla super disponibilità di John. Erano diventati inseparabili”.

A questo punto, Edwards si concede una riflessione sulla fantascienza e sul motivo per cui adora così tanto questo genere, dal momento che tutti i suoi lavori precedenti sono degli sci-fi, seppur contaminati da altri generi come il thriller (Monsters) o l’azione (Godzilla o il succitato Rogue One): “Sono cresciuto con i film di Star Wars, che ti immergono in questo mondo fantastico pieno di astronavi e robot. Ma poi cresci e realizzi che è tutto una finzione. Allora ho deciso che nella vita sarei voluto diventare un ‘bugiardo’ come George Lucas, quindi raccontare storie attraverso le quali i ragazzini potessero crescere. Questo è sicuramente uno dei motivi per cui amo la fantascienza, ma ce n’è anche un altro… “.

“L’altro motivo è legato alla serie Ai confini della realtà, il mio show preferito quando ero un bambino”, continua il regista. “Quella serie raccontava storie in cui una parte del mondo viene modificata, quindi all’improvviso realizzi che molte delle cose che pensavi fossero vere in realtà non lo sono… Si tratta di mettere in discussione le proprie convinzioni: questa, per me, è la miglior fantascienza possibile. In The Creator, l’IA è una sorta di metafora rispetto alle persone che riteniamo diverse da noi”.

A proposito di intelligenze artificiali… 

E a proposito delle intelligenze artificiali, oggi più mai argomento scottante all’interno dell’industria di Hollywood, Gareth Edwards ha dichiarato: “Ho iniziato a scrivere questo film nel 2018, quando l’IA era associata soltanto ai viaggi sulla Luna o alle macchine volanti. Penso che ogni grande invenzione tecnologica del ‘900 abbia causato grandissimi cambiamenti, incontrando però lungo il suo percorso un ostacolo altrettanto grande da superare. Tuttavia, una volta che le acque si erano calmate, abbiamo poi sempre guardato indietro a quella specifica invenzione con profonda gratitudine. Quello che ci aspetta nei prossimi anni, probabilmente, saranno questioni molto delicate, ma l’IA è uno strumento potente e credo che, alla fine, i suoi lati positivi supereranno quelli negativi”. 

L’incontro si conclude con una riflessione sulla possibilità di espandere l’universo di The Creator e magari realizzare uno o più sequel: “Ho amato lavorare a The Creator e sviluppare il suo universo. Ma è un ‘problema’ quando lo studio viene da te e ti chiede se hai già idee per un eventuale sequel, perché la realtà è che non ne ho. L’ho sempre considerato come un film a se stante. Non è nei miei programmi fare un sequel. Non sono interessato a farlo”.

The Creator, di cui Gareth Edwards ha curato anche la sceneggiatura (insieme a Chris Weitz) e la produzione (insieme a Kiri Hart, Jim Spencer e  Arnon Milchan), arriverà il 28 settembre nelle sale italiane distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Guarda una speciale featurette di The Creator

Stefano Terracina
Stefano Terracina
Cresciuto a pane, latte e Il Mago di Oz | Film del cuore: Titanic | Il più grande regista: Stanley Kubrick | Attore preferito: Michael Fassbender | La citazione più bella: "Io ho bisogno di credere che qualcosa di straordinario sia possibile." (A Beautiful Mind)

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