sabato, Settembre 14, 2024
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RomaFF16: i Manetti Bros. presentano i primi minuti di Diabolik

I Manetti Bros. hanno presentato a RomaFF16, la 16esima edizione della Festa del Cinema di Roma, i primi minuti del loro atteso Diabolik.

I Manetti Bros. sono indubbiamente una delle coppie di registi italiani più eclettici del nostro panorama. Un duo dinamico che è stato capace di spaziare attraverso i generi, sperimentando nell’horror (Zora la Vampira), la fantascienza (L’arrivo di Wang), il poliziottesco (Song’e Napule), il thriller (Piano 17) e perfino il musical, con il pluripremiato Ammore e Malavita che ha rivoluzionato i canoni italiani del film musicale. La loro capacità di stupire e portare avanti la tradizione – tutta italiana – del cinema di genere e delle maestranze registiche che lo hanno forgiato è stata messa al servizio del pubblico giunto in sala, desideroso di assistere – nella cornice di RomaFF16, la sedicesima Festa del Cinema di Roma – alla proiezione dei gustosi primi minuti della loro prossima fatica, l’atteso Diabolik.

Quest’ultimo, come suggerisce palesemente il titolo, è l’adattamento del noto personaggio dei fumetti italiano creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani negli anni ’60: un antieroe criminale, un uomo affascinante e inafferrabile, un genio criminale che colpisce con la complicità della sua amata Eva Kant turbando il sonno del suo atavico rivale, l’ispettore Ginko. A calarsi nei panni di questi personaggi troveremo, dal 16 dicembre, rispettivamente Luca Marinelli, Miriam Leone (recentemente protagonista del film Marilyn ha gli occhi neri) e Valerio Mastandrea. Un vero debutto in grande stile per i Manetti Bros., abituati da sempre a lavorare con budget anche più ridotti e contenuti ma riuscendo, lo stesso, a creare piccoli gioielli:

«[Questo film] ci ha insegnato che il budget non è tutto. Piano 17 è stato fatto con 70.000 euro, si vede ma è libero. Per noi è un film importantissimo, lo diciamo senza retorica: abbiamo pianto sapendo che nella nostra vita mai più avremo avuto un’esperienza con questo livello di libertà e freschezza» ricordano i Manetti Bros., commentando il film low-budget che ha permesso loro di sperimentare con la macchina da presa in totale libertà, è che è stato un importante punto di svolta per la loro produzione.

Pur avendo iniziato a lavorare da giovanissimi nel mondo del cinema, entrambi i fratelli – Marco e Antonio – hanno seguito due iter leggermente diversi. Il primo ammette candidamente di essersi sempre sentito un regista: “La verità è che io mi sono sempre sentito regista, mi è sempre sembrato ovvio che mi sarei messo a fare film” mentre il secondo, formatosi come operatore, ha avuto un approccio leggermente più tecnico alla macchina cinema, ma entrambi sono da sempre pronti a guidare anche gli attori sul set, sperimentando con loro. I due lavorano da sempre in simbiosi, dai tempi delle loro prime produzioni fino al grande successo incontrato con il loro film di debutto, quel Zora la Vampira che riscrisse le regole dell’horror comedy in salsa italiana.

Anche se i Manetti Bros. hanno le idee ben chiare per quanto riguarda quale, tra i loro film, considerano come il loro più grande successo: «Song’e Napule. Noi reputiamo questo film il nostro più grande successo. L’applauso (durante la prima proiezione della Festa del Cinema di Roma 2013, NdR) è stato il passaggio dalla libertà al successo».

Un film che vedeva tra i protagonisti l’attore Giampaolo Morelli (Gli Uomini d’Oro, due capitoli della trilogia di Smetto Quando Voglio), sodale collaboratore che ha lavorato con loro anche sul set di Piano 17, della serie Rai L’Ispettore Coliandro e infine del musical Ammore e Malavita, vincitore del David di Donatello 2018. «È un film fatto con incoscienza. Abbiamo capito che Grease aveva l’equilibrio perfetto tra parlato e cantato. Ci siamo accorti, nel rivedere i musical italiani, che c’era sempre qualcosa che stonava, difficilmente le canzoni erano veramente parte della storia, le parole. Spesso era solo una parentesi, ci tenevamo invece che fosse importante raccontare la storia tramite le parole delle canzoni».

In chiusura dell’incontro ravvicinato con i Manetti Bros. arriva poi l’agognato momento della proiezione dei primi minuti di Diabolik, che hanno permesso al pubblico presente in sala di immergersi nell’atmosfera anni ’60 dei fumetti, ritrovandosi coinvolti in un inseguimento mozzafiato per le strade di Clerville, luogo immaginario che sorge tra la Provenza e la Costa Azzurra, nato dalla fantasia delle Giussani. Il Diabolik che ci presentano i Manetti Bros. è come quello dei fumetti, dinamico (e in questo simile ai fratelli Marco e Antonio, del resto), intrepido e letale.

Perché in questi pochi minuti il genio del crimine è capace di seminare la polizia lanciata nell’inseguimento, sgominandola con accessori ultra tecnologici e gas letali pronti ad uccidere gli stessi poliziotti senza l’intervento provvidenziale dell’ispettore Ginko, al quale non resta altro da fare che rimirare un frammento della Jaguar di Diabolik, apparentemente scomparso nel nulla prima dei titoli di testa del film; ma per conoscere il resto, il pubblico dovrà aspettare di tornare al cinema il prossimo 16 dicembre.

Guarda il trailer ufficiale di Diabolik

Ludovica Ottaviani
Ludovica Ottaviani
Imbrattatrice di sudate carte a tempo perso, irrimediabilmente innamorata della settima arte da sempre | Film del cuore: Lo Chiamavano Jeeg Robot | Il più grande regista: Quentin Tarantino | Attore preferito: Gary Oldman | La citazione più bella: "Le parole più belle al mondo non sono Ti Amo, ma È Benigno." (Il Dormiglione)

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