mercoledì, Settembre 11, 2024
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Time Is Up, recensione del film con Bella Thorne e Benjamin Mascolo

La recensione di Time Is Up, film diretto da Elisa Amoruso con Bella Thorne e Benjamin Mascolo. Al cinema solo il 25, 26 e 27 ottobre.

Time Is Up è il nuovo film di Elisa Amoruso che, dopo il documentario dedicato a Chiara Ferragni (Chiara Ferragni: Unposted) e il film Maledetta Primavera, si dedica ad un lungometraggio con protagonista la coppia costituita da Bella Thorne e Benjamin Mascolo: attrice lei – protagonista di film come Il sole a mezzanotte e Sei ancora qui – I Still See You – e cantante lui (ex membro del duo Benji e Fede) pronto al debutto sul grande schermo, entrambi trasportano in un mondo di finzione la loro realissima storia d’amore. Al cinema si trasformano in Vivien e Roy, un’improbabile coppia nata nel momento sbagliato, pronta ad affrontare gli ostacoli della vita pur di sfidare le regole, le convenzioni e dimostrare la forza del loro amore. Il film, presentato come Evento Speciale nella sezione Alice nella Città della 16esima Festa del Cinema di Roma, sarà nelle sale come evento solo il 25, 26 e 27 ottobre.

Vivien e Roy sono due adolescenti dalle personalità apparentemente opposte: Vivien è una studentessa talentuosa con la passione per la fisica e il desiderio di entrare in una prestigiosa università americana. Vive la sua vita come una formula matematica che la spinge a rimandare al futuro la propria felicità. Roy, invece, è un ragazzo tormentato e problematico a causa di un trauma vissuto da bambino, e che lo spinge a vedere i propri desideri continuamente minati dal suo passato che sembra rincorrerlo in modo inesorabile. Ma anche la matematica ha le sue variabili e, come sempre accade, la vita riesce ad intrecciare i suoi eventi in modi sorprendenti e inaspettati.

Time Is Up è la storia di un amore raccontata nel modo più convenzionale possibile, inseguendo la lunga onda emotiva dell’adolescenza e delle sue contraddizioni. Bella Thorne e Benjamin Mascolo, per quanto affiatati, risultano poco credibili sul grande schermo nei panni di due adolescenti protagonisti di una sequenza indefinita di cliché, improbabili svolte narrative e colpi di scena melodrammatici. Il risultato finale è un caotico dramma sentimentale scontato e prevedibile, un derivativo di innumerevoli film già visti sullo schermo d’argento che giocano sui topoi che suggestionano la sfera emotiva, catturando comunque l’attenzione perfino del pubblico più distante. Il vero problema del film della Amoruso si annida in una sceneggiatura stanca, lontana dalla ricerca di un guizzo brillante capace di distinguerla da un mare magnum di prodotti di genere simili.

Le difficoltà (apparentemente) insormontabili dell’adolescenza sembrano essere il focus dell’attenzione della regista e dei co-sceneggiatori Lorenzo Ura e Patrizia Fiorellini: il corpo cambia in modo imprevedibile, a livello chimico si assiste ad una vera e propria esplosione e si finisce per ritrovarsi al centro di una tempesta emotiva, uno Sturm und Drang molto più pop e quotidiano. Ogni adolescente ha vissuto il primo amore come se fosse l’ultimo, il “per sempre felici e contenti” dell’eternità: Vivien e Roy non sono da meno, nonostante le loro strade facciano fatica a convergere all’inizio del film. Ma se due rette parallele finiscono per non incontrarsi mai, lo stesso non si può dire dei due protagonisti, che deflagreranno infine esplodendo in un fuoco d’artificio di sentimenti e contraddizioni, complici i loro caratteri opposti ma affini. Vivien, la brava ragazza alla ricerca del proprio “posto al sole” in una prestigiosa università, in realtà vorrebbe continuare ad inseguire l’immagine libera e disinibita che ha di se stessa; Roy, ombroso e schivo, vorrebbe invece evadere dalla prigione “dorata” nella quale lo ha ingabbiato il suo passato, proiettando una lunga ombra fin sul suo presente e pesando sulle scelte di chi gli è accanto, come suo padre.

Time Is Up cerca quindi di fornire una sorta di “conforto emotivo” a tutti quegli adolescenti che, ogni giorno, cercano con fatica di trovare loro stessi nel mondo, destreggiandosi con fatica tra delusioni e ostacoli che sono però parte integrante del gran ballo dell’esistenza. Vivien e Roy, come personaggi, incarnano però due archetipi antichi e abusati, una sorta di “Romeo e Giulietta” al tempo dei social, innamorati inconsapevoli travolti dal destino e divisi dagli eventi. E tra archetipi, topoi e cliché si muove l’intero film della Amoruso, presentando gallerie di characters già visti al cinema innumerevoli volte, “sagome fisse” incapaci di compiere un arco narrativo compiuto trasformandosi in persone a 360 gradi. Thorne e Mascolo, nonostante una popolarità tale da trascinare l’intera operazione, non hanno un carisma capace di lasciare un “graffio” nella memoria retinica dello spettatore, finendo per essere solo una bella coppia fuori tempo massimo, lontano dall’adolescenza che vorrebbero/dovrebbero incarnare, cliché a loro volta risucchiati in un turbinio di luoghi comuni.

Se il setup iniziale di Time Is Up, nonostante la sua natura convenzionale, si rivela però credibile e utile a seminare le informazioni necessarie sul presente e il passato (per non parlare di qualche sporadico stralcio sul futuro) dei personaggi, è a partire già dalla prima metà del secondo atto che la storia narrata si lancia in un’inesorabile caduta libera tra le braccia della banalità, complici una serie di colpi di scena troppo azzardati e un eccesso di spunti narrativi tirati in ballo: identità in generale e ricerca di sé, ma anche identità sessuale, capacità di tracciare il proprio percorso e di lasciare un segno nel mondo e poi amore, amicizia e infine famiglia. Elisa Amoruso cerca di confezionare un teen-drama da manuale includendo tutti questi elementi, ma finendo per far perdere l’attenzione focalizzata proprio sulla coppia Thorne – Mascolo, simbolo del film e del messaggio che cerca di veicolare.

Guarda il trailer ufficiale di Time Is Up

GIUDIZIO COMPLESSIVO

Time Is Up è la storia di un amore raccontata nel modo più convenzionale possibile, inseguendo la lunga onda emotiva dell’adolescenza e delle sue contraddizioni. Bella Thorne e Benjamin Mascolo, per quanto affiatati, risultano poco credibili sul grande schermo nei panni di due adolescenti protagonisti di una sequenza indefinita di cliché, improbabili svolte narrative e colpi di scena melodrammatici.
Ludovica Ottaviani
Ludovica Ottaviani
Imbrattatrice di sudate carte a tempo perso, irrimediabilmente innamorata della settima arte da sempre | Film del cuore: Lo Chiamavano Jeeg Robot | Il più grande regista: Quentin Tarantino | Attore preferito: Gary Oldman | La citazione più bella: "Le parole più belle al mondo non sono Ti Amo, ma È Benigno." (Il Dormiglione)

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Time Is Up è la storia di un amore raccontata nel modo più convenzionale possibile, inseguendo la lunga onda emotiva dell’adolescenza e delle sue contraddizioni. Bella Thorne e Benjamin Mascolo, per quanto affiatati, risultano poco credibili sul grande schermo nei panni di due adolescenti protagonisti di una sequenza indefinita di cliché, improbabili svolte narrative e colpi di scena melodrammatici.Time Is Up, recensione del film con Bella Thorne e Benjamin Mascolo