sabato, Settembre 23, 2023
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Prisma: arriva la nuova serie Amazon Original italiana che racconta la generazione liquida

Arriva Prisma, la nuova serie Amazon Original italiana creata dagli autori di SKAM Italia Ludovico Bessegato e Alice Urciuolo. Dal 21 settembre su Prime Video.

Prime Video è pronta a lanciare sul mercato una nuova serie teen, capace però di parlare – attraverso un variegato spettro di tematiche – ad un pubblico il più ampio possibile: stiamo parlando di Prisma, nuova serie originale italiana della piattaforma streaming, che tenta di giocare ancora una volta la carta del pubblico più giovane dopo il deludente tentativo del film Anni da cane.

Guardando al successo incontrastato di un format come SKAM Italia (giunto alla sua quinta stagione), Prime recupera la coppia “d’oro” di autori Ludovico Bessegato e Alice Urciuolo per questa nuova serie in otto puntate, con protagonisti dei giovani esordienti come Mattia Carrano, Caterina Forza, Chiara Bordi e consolidati volti del panorama televisivo attuale, come Lorenzo Zurzolo (visto di recente in Sotto il sole di Amalfi).

In occasione della release in streaming, a partire dal prossimo 21 settembre, il team di autori e showrunner – insieme al cast – hanno presentato la serie alla stampa, definendola fin da subito come “una nuova sfida che cerca di raccontare la realtà locale, dando voce ai più giovani”. E per raccogliere storie e sentimenti degli adolescenti, Bessegato e la Urciuolo sono ricorsi allo stesso metodo adottato per SKAM Italia, ovvero una dettagliata ricerca, attraverso interviste e confessioni, di testimonianze private:

Ludovico Bessegato: «Alice, che ha creato Prisma insieme a me, ha anche messo le basi per il primo nucleo della serie. Dopo tanti anni passati a realizzare SKAM Italia – della quale siamo orgogliosi e felici – c’era però, da parte nostra, il desiderio di misurarci su qualcosa di più… “nostro”. SKAM è stata una palestra per esercitarci con una serie teen tra le migliori mai fatte e abbiamo viaggiato in un “safe space” che affonda le radici nel format originale. A forza di farla, c’è venuta voglia di farne una noi per vedere se eravamo in grado di elaborare uno stile nuovo, creando altri universi. Il lavoro preliminare svolto da Alice si è mosso a partire dall’incontro con una poetessa trans molto famosa che ha un gemello: da lì, è emersa lentamente la storia di Prisma con dei personaggi originali che incarnano proprio il concetto di identità di genere e fluidità difficile da incasellare al giorno d’oggi».

Alice Urciuolo: «Le nostre storie nascono dal reale e, in modo concreto, dal mio incontro con la poetessa Giovanna Vivinetto, che ha raccontato attraverso le sue poesie il processo di transizione che l’ha vista protagonista, analizzando cosa ha significato, per lei, indagare la sua identità di genere e la sessualità. La sua è una voce unica che parla di temi che emergevano con forza e potevano funzionare in un racconto mainstream; perché oggi, quando raccontiamo qualcosa che non conosciamo, tendiamo ad ascoltare le esperienze degli altri. Giovanna ha un gemello, e questo permetteva – in maniera diretta ed efficace – di esplorare il tema del doppio e cosa volesse dire per il nostro protagonista, Andrea, avere sempre davanti a sé un’altra persona identica – suo fratello Marco – che è però proprio come la società chiede di essere. In Prisma indaghiamo attraverso tutti i temi legati all’identità e al genere, scegliendo in modo consapevole Latina, Sabaudia, Pontinia e le “terre di fondazione” nate durante il fascismo, un periodo storico che aveva reso la società patriarcale come l’unica struttura plausibile; questi luoghi sono il simbolo di una realtà più grande che investe tutti, e ci sembrava importante parlarne proprio di questi tempi».

In Prisma, il racconto corale trova però nella coppia di fratelli Andrea e Marco il proprio cuore pulsante: due gemelli, due riflessi spezzati alla ricerca di se stessi e della propria identità. Un’esperienza impegnativa e importante per il debuttante Mattia Carrano, giovanissimo e con un passato nella palla a nuoto, che si è ritrovato ad affrontare questa sfida calandosi in due ruoli completamente diversi, per i quali ha lavorato molto sul linguaggio del corpo, sull’espressione e sull’emotività che trasmettono i loro gesti.

Ma sono tanti i personaggi che attraversano il microcosmo di Andrea e Marco e ognuno di loro incarna un passo in più in un processo di inclusione sempre maggiore, che porterà sul piccolo schermo tanti characters inediti che rappresentano, ad ampio spettro, la realtà che ci circonda e nella quale si specchia la “generazione liquida”, come dimostra ad esempio la giovane Carola (interpretata da Chiara Bordi).

Una serie teen che parla ad un pubblico più ampio

Ma pur essendo una serie tecnicamente teen, Prisma cerca di parlare ad un pubblico più ampio, includendo nello storytelling anche quegli stessi adulti che SKAM Italia aveva invece escluso, seguendo “le regole” del format originale svedese, come conferma lo stesso Bessegato: «Io e Alice, con Prisma, volevamo scrivere un romanzo di formazione scritto, parlando di argomenti che aleggiano nelle teste e nei discorsi dei giovani, perché sono la loro priorità. Il nostro è stato un lento lavoro di costruzione di una rappresentazione diversa di un’Italia più autentica; quindi se in SKAM gli adulti non sono proprio coinvolti, qui li abbiamo inclusi nella narrazione restituendo una dignità a tutti i personaggi, fondamentali per la loro importanza nell’economia della storia che, sviluppandosi, mostrerà le differenze tra gli sguardi delle varie generazioni.

Prisma ha dei personaggi più adulti che si definiscono, ma la maggior parte – ovvero i protagonisti più giovani – non si definisco mai: per questo la serie parla di identità non definite, fluidità, di assenza di etichette in un mondo come il nostro, nel quale le persone continuano a cercare loro stesse. Oggi gli individui fanno fatica a dare a sé stessi una definizione, un’identità specifica e un orientamento: sono creature mutevoli, protagoniste di dinamiche che cambiano. Ci sono tante persone, ad esempio, che hanno arricchito il loro orientamento di tante sfumature diverse nel corso degli anni. Non a caso anche il titolo scelto per la serie, Prisma, racchiude l’essenza del nostro lavoro: Il prisma è una forma geometrica che associamo al cristallo, e sappiamo cosa succede quando viene attraversato da un raggio neutro di luce che si scompone in un’infinità di sfumature. Ecco, questo racconta come, dietro una cosa apparentemente mono colore e identificabile – ovvero la luce bianca – oppure dietro una certa angolazione specifica, ci siano delle infinite sfumature».

Guarda il trailer ufficiale di Prisma

Ludovica Ottaviani
Ludovica Ottaviani
Imbrattatrice di sudate carte a tempo perso, irrimediabilmente innamorata della settima arte da sempre | Film del cuore: Lo Chiamavano Jeeg Robot | Il più grande regista: Quentin Tarantino | Attore preferito: Gary Oldman | La citazione più bella: "Le parole più belle al mondo non sono Ti Amo, ma È Benigno." (Il Dormiglione)

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