Dietro il volto schivo e i comportamenti anacronistici di un ragazzo si celano segreti inconfessabili, vergogne nascoste e sentimenti contrastanti che, con difficoltà, cercano di emergere nel microcosmo che lo circonda: sono queste le premesse ideali di un progetto come SKAM Italia, serie tv teen incentrata sulle vicende private di vari personaggi adolescenti, nata in Norvegia ma dalla risonanza internazionale.
Con diversi remake all’attivo in vari paesi, anche la versione italiana gode ormai da anni di un longevo successo dovuto soprattutto al felice connubio tra qualità e capacità di scrittura, grazie al talento dello showrunner e autore Ludovico Bessegato in coppia con la sceneggiatrice Alice Urciuolo. Ogni stagione è incentrata sulle vicende private di un personaggio in particolare, con gli altri – amici, familiari – che ruotano intorno a questo perno ideale che deve far fronte a un argomento che suscita vergogna (Skam in norvegese) e che prova ad affrontare nell’arco dell’intera serie, prima di passare il testimone alla storia di qualcun altro.
Una formula vincente che ha funzionato per l’arco narrativo di quattro stagioni e che finalmente, con questo quinto ciclo, inizia a seguire una strada nuova emancipandosi dal format originale, ma senza perdere la propria essenza: a cavallo tra liceo e università, continuano le storie dei celebri protagonisti affiancati, questa volta, da un nuovo gruppo di personaggi femminili. Al centro delle vicende narrate in questo ciclo originale, composto da dieci episodi in arrivo su Netflix dal 1 settembre, c’è Elia e la sua ansia da prestazione legate alle dimensioni sotto la media del suo pene. E sarà proprio la complicità degli amici di sempre ad essere determinante per il percorso di accettazione che dovrà intraprendere il personaggio, alle prese con nuovi personaggi appartenenti al suo microcosmo liceale.
Ma com’è nata l’idea per questa quinta stagione originale di SKAM? Bessegato e la Urciuolo lo hanno raccontato durante la onferenza stampa per presentare il progetto, insieme al ricco cast di questo nuovo ciclo capitanato dal suo protagonista, Francesco Centorame, nei panni di Elia.
Ludovico Bessegato: «Abbiamo iniziato a scrivere durante il lockdown con Alice, immaginando le tematiche per questa prima stagione originale di SKAM Italia, inedita rispetto al format norvegese originale. Una delle caratteristiche principali della serie è avere un personaggio al centro, portatore di una questione e di una problematica compatibile con l’essenza stessa del titolo; ovvero una storia che arrechi imbarazzo e vergogna, ciò che ognuno di noi prova soprattutto quando è un adolescente. Questa volta ci siamo concentrati su Elia, perché si sapeva sempre molto poco di lui e si è anche visto poco del personaggio nel corso delle precedenti quattro stagioni. E proprio una delle caratteristiche di SKAM è la capacità di accendere i riflettori su personaggi ritenuti, comunemente, di ‘contorno’. Dopo un primo impatto superficiale, si entra progressivamente nel mondo di Elia fino a scoprirne la sua complessità e ricchezza. Abbiamo capito, così, che Elia non prendeva niente sul serio e intratteneva dei rapporti “leggeri” con ragazze e ragazzi, evitando “complicazioni” sentimentali, per un motivo ben specifico che ci ha permesso di entrare nel suo mondo immaginando la risposta giusta, con una forte coerenza narrativa.
Ovviamente, per approfondire l’argomento ci siamo affidati completamente al “metodo SKAM” che consiste nel fare tante ricerche, raccogliendo tante testimonianze da parte dei ragazzi attraverso le interviste – ne abbiamo collezionate più di cento – per provare a raccontare il tema, in particolare quello del micropene, in modo onesto e sincero. Dal punto di vista pratico, inoltre, visto che gli “storici” protagonisti avevano compiuto, nell’ultima stagione, il passaggio dal liceo all’università, abbiamo deciso in questo nuovo corso di ampliare il gruppo originale attraverso l’introduzione di nuovi personaggi, che arricchiscono quel cast storico relegandolo un po’ ad un ruolo di supporto, e concentrando invece – ancora una volta – le vicende tra le “mura” del Liceo Kennedy, a Roma, dove abbiamo girato, creando un passaggio di testimone morbido per poterne continuare a parlare».
Alice Urciuolo: «L’aspetto più emozionante è stato che, questa volta, io e Ludovico non avevamo nessuna reference da cui partire: è difficile trovare dei temi nuovi, ma quando abbiamo scovato la problematica del micropene era qualcosa di mai raccontato prima, che ci ha condotto verso un lavoro di ricerca più intenso rispetto ad altre volte. Abbiamo così scoperto un mondo nuovo e ci siamo fatti raccontare dalle persone, coinvolte in prima persona, com’è vivere così e cosa significa essere uomo se la virilità è legata alle dimensioni; a questo tema, ovviamente, si lega in modo inscindibile quello della vergogna, e ci sembrava coerente e innovativo, quindi, parlare di body shaming con un personaggio maschile e non con il solito soggetto femminile, raccontando così qualcosa in maniera rispettosa e reale. Spesso quella che non nasce come una questione privata finisce per diventarla per molti, perché c’è alla base un senso di vergogna verso ciò di cui si parla, che si trasforma infine in una questione collettiva e sociale. Questa dinamica, in SKAM Italia, viene raccontata tutta all’interno della comunità e della scuola, quindi in spazi più ampi nei quali è possibile raccontare delle vicende sociali che finiscono, purtroppo troppo spesso, per essere nascoste e taciute».
Il primo episodio della quinta stagione di SKAM Italia si focalizza subito su Elia, sul suo microcosmo rivoluzionato dopo l’esame di maturità: i suoi amici sono ormai approdati all’università, mentre a lui tocca ripetere l’anno, restando incastrato in un limbo liceale che si rivelerà però pieno di sorprese. Il ragazzo, da sempre leggero e scanzonato, ha però un segreto che lo tormenta e che lo spinge a chiudersi soprattutto nei confronti delle persone che non conosce, come lo spettatore può subito vedere durante l’incontro con un gruppetto di ragazze approdate nel locale dove Elia ha iniziato a lavorare. E ogni dettaglio, ogni sguardo perso nel vuoto di un pensiero tradisce un sentimento di disagio che il giovane fatica a nascondere agli sguardi, curiosi, degli altri.
Secondo Francesco Centorame, interprete del personaggio, «di lui si è sempre saputo poco: ecco perché la scelta di incentrare questa prima stagione originale di SKAM Italia su di lui è stata una grandissima sorpresa anche per me, qualcosa di nuovo e del tutto inaspettato. Da attore, è stato un percorso abbastanza semplice nonostante la tematica nuova e complessa affrontata in queste puntate: SKAM ha una potenza narrativa fortissima che ci rende il lavoro più facile, grazie in particolare al coraggio e all’amore con i quali ognuno di noi si è approcciato all’argomento. C’è stato un grande trasporto ed è stata richiesta una grande sensibilità per percorrere la storia di Elia vestendone i panni: personalmente, cercavo di cambiare la mia percezione nei confronti del corpo e della materia, visto che c’era un “perché” fortissimo dietro ai suoi comportamenti – che erano chiarissimi – e avevo sia l’onere che l’onore di interpretarli sullo schermo».
In questa nuova stagione di SKAM Italia il cast originale – tra i quali spiccano Ludovico Tersigni (ultimamente doppiatore di Lightyear – La vera storia di Buzz e protagonista di Summertime), Rocco Fasano (Non mi uccidere), Beatrice Bruschi, Martina Lelio e Ludovica Martino (Una boccata d’aria) – è affiancato da tanti nuovi volti che concentreranno l’attenzione sul microcosmo liceale frequentato da Elia; tra le new entry c’è anche Viola, interpretata dall’esordiente Lea Gavino, pronta a sovvertire ogni stereotipo tossico sulla mascolinità visto finora:
«Per me SKAM è un progetto bello, onesto e sincero», esordisce la giovane attrice, «e mentre lo guardo mi sembra di tornare al liceo! Inoltre questa serie ha un ruolo sociale fondamentale, soprattutto questa quinta: è importante per accompagnare gli uomini e i ragazzi lungo un percorso di accettazione. Ovviamente è una serie destinata anche alle donne, per accompagnare anche loro lungo un percorso e capire la sofferenza che si cela dietro il tabù del micropene. La mia Viola, ad esempio, nonostante le incertezze e le paure, si butta a capofitto e ha uno sguardo particolare verso le cose più importanti, a prescindere dalle dimensioni. In fin dei conti, fa parte del percorso adolescenziale provare vergogna per qualcosa che si cerca di nascondere e avere quel senso verso aspetti della propria personalità; in questo, SKAM aiuta a trasformare ciò in cui non credi in punti di forza, anche se il confronto con l’altro che te la fa vedere con occhi non tuoi rimane comunque un aspetto essenziale».
SKAM Italia dimostra di aver ben compreso l’essenza stessa del messaggio della serie norvegese perfino in questa nuova avventura originale, che fin dal primo episodio si contraddistingue per un’attenzione ai dettagli e ai particolari che raccontano una storia (privata) molto più delle semplici parole: il segreto di Elia scalpita tra sguardi e gesti, impaziente di venire alla luce per poter essere analizzato, capito, metabolizzato e affrontato.
La regia firmata da Tiziano Russo (che eredita il testimone da Bessegato stesso) è patinata in un’ottica pop, intimista quanto basta e competitiva soprattutto in virtù di una distribuzione su una piattaforma streaming come Netflix, nella quale un prodotto audiovisivo ha più chance di mostrarsi in diversi paesi. Una bella opportunità – nonché una vetrina privilegiata – per i giovani protagonisti, tra le nuove leve della quinta stagione e i “veterani” che li affiancano, tra i quali spiccano Pietro Turano, Federico Cesari e Rocco Fasano che sono tornati, ancora una volta, rispettivamente nei panni di Filippo, Martino e Niccolò per dei ruoli di “supporto” fondamentali:
Pietro Turano: «Non c’è una ricetta perfetta per attraversare indenni lo stigma degli stereotipi; il segreto è che ci si ritrova sempre ad attraversare la vita per costruire la nostra identità, e questo indubbiamente accomuna tutte le storie raccontate in SKAM Italia che sono diverse tra loro, ma infine analoghe. Io sono convinto che l’uguaglianza passi per il riconoscimento delle nostre diversità: così la storia di Elia, pur essendo molto diversa e atipica, si inserisce però in quel percorso che tutte persone adolescenti devono compiere: alcuni ci sbattono la faccia non per scelta, ma solo perché dei modelli stretti ci fanno sentire diversi da ciò che le persone si aspettano.
Spero che tutti possano avere la chance di fermarsi davanti ad uno specchio, guardandosi per trovare infine delle risposte che SKAM magari non trova, pur cercando di sciogliere i nodi in modo non didascalico, percorrendo un percorso che tutti dovrebbero affrontare nonostante gli stereotipi. I nostri giovani protagonisti accendono delle luci che, di riflesso, accendono a loro volta quelle della consapevolezza collettiva, grazie a tematiche incentrate sulla salute sessuale e che finiscono per riflettersi sulle relazioni e sulla capacità, innata, di specchiarsi negli occhi degli altri.
Il mondo esterno, che ci circonda, fa di tutto per spezzettarci, dimostrando la nostra unicità e diversità, tralasciando il fatto che ci si possa riconoscere in un contenuto audiovisivo che, alla fine, diventa di discussione collettiva; sentir parlare di qualcosa che ci rappresenta ha un potere impressionante, influenzando la vita degli spettatori più giovani, ovvero tutti i ragazzi in età adolescenziale che possono fruire delle serie tv per poter avere, davanti ai loro occhi, un ventaglio infinito di possibilità».
Federico Cesari: «Ci sono molte cose che accomunano il mio personaggio, Martino, ad Elia. Prima di tutto, si interfacciano con una realtà ben diversa da loro stessi; c’è poi un contrasto rispetto alle aspettative della società e, vivendolo fino in fondo, sviluppano una sofferenza che solleva varie domande sull’identità; solo a questo punto, inizia un percorso di accettazione che spinge entrambi i personaggi a contrastare quel muro di bullismo. Quest’ultimo si rompe quando qualcuno si accetta per ciò che è e rappresenta, conformandosi definitivamente alla persona che è: un percorso di accettazione che passa, appunto, per la sofferenza.
Spero proprio che la visione di questo percorso possa stimolare le persone a porsi delle domande su se stesse e gli altri, considerando però soprattutto quest’ultimi e il loro spazio emotivo. Il mio personaggio, Martino, ad esempio ha capito molte cose da sé ed essendosi già posto determinate domande diventa una sorta di guru, come fu Filippo per lui all’inizio del suo percorso: solo che lo fa in modo più goffo, ma è allo stesso tempo fondamentale perché rappresenta una parte di quel gruppo che Elia può riconoscere come famiglia, e che rappresenta un porto sicuro dove trovare risposte alle domande che lo affliggono».
Rocco Fasano: «Io interpreto ancora una volta Niccolò, che è fin dalle prime stagioni empatico e romantico a causa della sua storia d’amore con Martino; qui, in questa nuova stagione di SKAM Italia, mette al servizio di Elia questo suo aspetto ricoprendo gli inediti panni di coinquilino e… finendo per influenzare un po’ l’amico con questi atteggiamenti nei confronti della vita e delle relazioni».
Alla fine della conferenza, è inevitabile che una domanda si faccia strada tra i vari pensieri e gli stimoli visivi che affollano la mente dei presenti: ci sarà, per SKAM Italia, una nuova stagione, una sesta anch’essa originale e inedita? Ludovico Bessegato ha provato a dare una risposta:
«La magia di SKAM Italia è la possibilità di spingere le persona a parlare di argomenti che ci sono sempre stati, ma un tempo mancava la molla per parlarne. Di sicuro le persone sentivano la mancanza di un clima, intorno a loro, adatto per poter uscire allo scoperto, mentre invece adesso se ne parla più facilmente sia grazie alla vetrina dei social che grazie a prodotti audiovisivi, appunto, come SKAM. Non ci sono più problemi e nemmeno la società è diventata, chissà come, più complessa… solo che adesso c’è più spazio per poterne discutere.
Per quanto riguarda una sesta stagione, onestamente noi non pensavamo nemmeno che potesse essercene una quarta… pensavamo fosse quella definitiva, finale. E invece, siamo qui alle prese con la quinta. Se ci sono ancora delle idee e delle storie da raccontare, perché dovremmo concludere qui e non andare avanti con SKAM? Di sicuro, i personaggi “storici” ormai approdati all’università verrebbero messi un po’ da parte in una sorta di transazione simile a quella già avvenuta, con una nuova generazione di personaggi che è già stata innestata… l’importante, per tutti noi, è avere una storia e capire come poterla raccontare».