venerdì, Febbraio 7, 2025
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Wonder Woman, recensione del film di Patty Jenkins con Gal Gadot

Articolo a cura di Joseph Crisafulli

Wonder Woman è la prima vera risposta convincente del DC Extended Universe (DCEU). Se i tre precedenti film che compongono il “giovane” universo della casa DC (ovvero L’Uomo d’Acciaio, Batman v Superman: Dawn of Justice e Suicide Squad) hanno diviso pubblico e critica, con questo quarto tassello gli autori vanno sul sicuro, puntando su un film dai canoni rassicuranti.

Iniziamo con lo sfatare una delle voci che sono circolate in questo periodo prima dell’uscita di questo film: tra i tanti film del Marvel Cinematic Universe (MCU) a cui Wonder Woman può essere accostato, se proprio dobbiamo farlo, di certo non è Captain America il riferimento prossimo, bensì Thor. Infatti la supereroina non ha nulla in comune con la prima pellicola del vendicatore a stelle e strisce, se non la forma dello scudo e il fatto di essere un film in costume.

Badate però che Wonder Woman è più simile a Thor, ma rispetto a questo è assai meglio riuscito. Non è quindi un caso che in cabina di regia ci sia Patty Jenkins, che ha diretto Charlize Theron in Monster, nonché scelta iniziale per la regia di Thor: The Dark World prima che il ruolo andasse ad Alan Taylor.

Detto questo, possiamo affermare che la DC è riuscita ad ottenere un primato che il MCU, sebbene più anziano, non ha mai raggiunto: firmare una pellicola con al centro una protagonista femminile, perché, come Jessica Jones ha dimostrato, le supereroine sono diventate decisamente più interessanti delle loro controparti maschili.

Wonder Woman prende la carica degli adrenalinici minuti in cui la principessa amazzone compare in Batman v Superman, e ci fa un film. Fin dal prologo infatti il ritmo è molto incalzante. Tutta la formazione di Diana sull’isola di Temiscira è di stampo classico (non potrà non ricordare l’addestramento di Hercules nell’omonimo cartone Disney). L’azione è sempre ai massimi livelli, con un uso spettacolare, anche se a volte un po’ smodato, dello slow motion.

La prima parte si concentra sulle Amazzoni e sui miti degli dei. Spicca molto la sempre elegante Robin Wright, che nel personaggio di Antiope funge da mentore per la giovane principessa. Stilisticamente risulta ottima la scelta di spostare la storia durante la Prima Guerra Mondiale invece che nella Seconda come accade nella controparte cartacea. Questa opzione ha permesso infatti di amplificare i conflitti di genere; inoltre ha impedito di attingere ad un panorama, che per quanto affascinante, è ormai abusatissimo.

Gal Gadot in questa pellicola ha dovuto impersonare una Diana Prince decisamente più ingenua rispetto alla versione di Batman v Superman. Il risultato della bellissima attrice israeliana è molto positivo: la Gadot riesce a farci ridere e ad emozionare, avvicinandosi almeno in parte all’icona di Lynda Carter. Nota di merito anche per Chris Pine, ottima spalla della supereroina.

Lo script parte da una felicissima intuizione di base; la riflessione sulla guerra e sullo spirito degli uomini risulta filosoficamente molto accattivante. Nonostante questo non mancano alcuni scivoloni e parti in cui la scrittura si affievolisce non poco, per lo più nella terza parte. Tendenzialmente brillanti i dialoghi, capaci di strappare alcune risate e momenti di riflessione.

Wonder Woman è esteticamente un bel vedere, con degli effetti speciali quasi sempre su buoni livelli. Imponente è la colonna sonora che amplifica epicamente tutte le battaglie. Concludendo, un cinecomic capace di soddisfare il palato della maggior parte degli spettatori. Forse, potrebbe essere il primo film del DCEU a non provocare una reazione schizofrenica di critica e di pubblico.

Guarda il trailer ufficiale di Wonder Woman

Redazione
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