A detta di Olive Schreiner (Karina Fernandez) gli uomini vengono messi al mondo due volte dalle proprie madri: la prima nel corpo e la seconda nello spirito. Ed è proprio secondo questo pensiero che sembra/è stato girato l’ultimo film di Susanna Nicchiarelli, Miss Marx, in concorso alla 77ª Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Nel lungometraggio si narra la vita della figlia minore di Karl Marx, Eleanor – interpretata da Romola Garai – a partire dal 1883, anno della morte di suo padre. L’opera, muovendosi per capitoli, si sofferma sugli eventi salienti della vita della donna: dal suo rapporto contrastato con Edward Aveling (Patrick Kennedy), alle vicissitudini familiari con la sorella Laura (Emma Cunniffe) e l’amico di una vita Friedrich Engels (John Gordon Sinclair), sino all’impegno sociale e il piccolo – seppur importante – approdo al teatro con l’interpretazione di Casa di bambola di Ibsen.
Bisogna dirlo: Miss Max, al cinema a partire dal 17 settembre grazie alla 01 Distribution, deve fare i conti con opere dal gusto similare e ben riusciti quali Il giovane Karl Marx di Raoul Peck e Amour Fou di Jessica Hausner ma questo non lo frenerà certamente nell’imporsi agli occhi del pubblico contemporaneo.
La Tussy – così come erano soliti chiamarla in famiglia – di Susanna Nicchiarelli è un essere universale, una comunicatrice potente sia nel risvolto politico che in quello prettamente emotivo – su tutte la scena metateatrale in cui Eleanor interpreta la Nora ibseniana – una persona accogliente e, per usare il gergo del teatro, un madre nobile nel tumultuoso svolgersi dell’esistenza.
Merito anche dell’interpretazione di Romola Garai in grado costruire un personaggio carico di intensità e pienamente conscio del modulo narrativo voluto dalla regista romana. Non da meno il resto del comparto attoriale in grado di scolpire nella mente dello spettatore pensieri e parole di personaggi generalmente considerati “minori”.
Miss Marx è infatti un film dalla scrittura elegante e ricercata, un’opera pulita e circoscritta che – pur concedendosi dei momenti molto pop alla Good Bye, Lenin!, grazie alla colonna sonora firmata dal gruppo Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo e i costumi di Massimo Cantini Parrini – riesce a raccontare le numerose sfaccettature di una personalità così robusta.
Ed è forse in questo risvolto colmo di lucidità che Miss Marx trova il suo punto debole. Richiami e riferimenti importanti sono presenti in tutto il film ma non sembrano trovare dei focus particolari, preferendo il racconto all’approfondimento, in particolare rispetto ai personaggi che costituiscono i dintorni familiari di Eleanor Marx.