Articolo a cura di Joseph Crisafulli
Come un Gatto in Tangenziale è una buona e sana commedia, che ha anche il pregio di mostrare una realtà che abbiamo sempre sotto gli occhi, ma su cui non ci focalizziamo mai. Come un Gatto in Tangenziale non è un cinepanettone, e tra le commedie italiane che escono in questo periodo è sicuramente l’opera più interessante e divertente.
La divisione sociale ed economica si è acutizzata durante questi anni di crisi. Sebbene sia anacronistico parlare di classi sociali, è innegabile il fatto che nel nostro paese ci sia di fatto una netta differenza tra i benestanti e coloro che si arrangiano pur di sopravvivere al meglio. Fisicamente, questa divisione è rappresentata dal dualismo città/periferia.
Così, se la città diventa sinonimo di progresso ed indossa una veste di intellettualità ed europeismo, la periferia diventa il luogo del multiculturalismo e del melting pot, in cui diverse culture si affollano senza mai diventare una cosa sola.
Dopo il successo di Mamma o Papà?, il regista Riccardo Milani (Scusate Se Esisto!, Benvenuto Presidente!) si rimette di nuovo in gioco con Come un Gatto in Tangenziale, consolidando il sodalizio della coppia Paola Cortellesi (La Befana Vien di Notte, Gli Ultimi Saranno gli Ultimi) ed Antonio Albanese (L’abbiamo Fatta Grossa, L’Intrepido).
Giovanni è un intellettuale che lavora per un progetto europeo; Monica è un ex cassiera che si arrangia per sopravvivere. Agnese ed Alessio sono i rispettivi figli dei due protagonisti, e sono innamorati. Giovanni e Monica hanno due visioni della vita completamente opposti, e i loro mondi di provenienza sono agli antipodi. Potranno due estremi attrarsi e trovare un punto in comune?
Come un Gatto in Tangenziale riesce a farci ridere fin da subito, mostrandoci immediatamente un conflitto interessante, ricco di spunti comici. Non solo, la commedia di Milani gioca molto sui pregiudizi, cercando in qualche modo di smantellarli. Il ritmo bilanciato ed una certa cifra stilistica sufficientemente riconoscibile a livello tecnico, rendono questa pellicola molto scorrevole.
Antonio Albanese e Paola Cortellesi sanno bilanciarsi molto bene a vicenda. Notevole è infatti il lavoro di Albanese, il quale dosa molto sapientemente la propria comicità esplosiva, mantenendo un personaggio abbastanza dentro le righe. Come contro peso, la Cortellesi mette su un personaggio davvero molto divertente, capace di farci ridere senza difficoltà, ma mai bidimensionale, sorprendendoci anche nelle parti meno comiche.
Come un Gatto in Tangenziale ci mostra la periferia (nello specifico quella di Bastoggi a Roma) che, per quanto sia resa in maniera drammaturgica, riesce a svelare il suo lato più reale. La pellicola di Milani ci rivela, con il sorriso, la periferia della gente che ha perso fiducia nello Stato e che deve cavarsela in qualche modo da sola, sia nel bene che nel male.