Non sempre si può ottenere quello che si vuole. Spesso, però, capita di riuscire ad ottenere quello di cui si ha bisogno. Lo sanno bene Madeline, Celeste, Jane, Bonnie e Renata, le cinque tormentate e incantevoli protagoniste di Big Little Lies, miniserie targata HBO e basata sul romanzo omonimo (edito in Italia col titolo “Piccole Grandi Bugie“) partorito dalla mente di Liane Moriarty. Composto da sette episodi, lo show è andato in onda dal 19 febbraio al 2 aprile e ha visto in cabina di regia il canadese Jean-Marc Vallée, acclamato cineasta di pellicole quali Dallas Buyers Club (per il quale è stato nominato al premio Oscar nella categoria miglior montaggio), Wild e il più recente Demolition.
La storia di Big Little Lies, pretestuosa ma avvincente, potrebbe essere definita una rivisitazione in chiave decisamente più sofisticata e cupa delle ormai celebri disavventure scolpite nella memoria collettiva delle casalinghe di Wisteria Lane, le “Desperate Housewives” più amate del piccole schermo: Madeline, Celeste e Jane sono tre amiche e madri alle prese con i problemi della vita quotidiana nella cittadina di Monterey, due ore a sud di San Francisco. Le loro esistenze apparentemente perfette vengono sconvolte da un brutale omicidio: in una sorta di viaggio a ritroso, tra le testimoniziane di chi è subito pronto a “puntare il dito” e i segreti attorno ai quali ruotano le vite delle protagoniste, si scoprirà ben presto che ognuna di loro ha qualcosa da nascondere riguardo la notte dell’omicidio.
Sono moltissimi gli elementi che rendono Big Little Lies una delle miniserie più belle che la HBO abbia mai prodotto. In primis, l’adattamento di David E. Kelley (co-creatore di Ally McBeal) si avvale di una scrittura a dir poco eccellente che riesce a fare della miniserie una perfetta commistione di dramma e commedia nera. Sono molte le tematiche risonanti affrontate nello show (dal bullismo allo stupro, dalla violenza domestica all’infedeltà coniugale), ma diversi sono anche i momenti irriverenti e dissacranti dettati dalle ipocrisie e dalle contraddizioni che si celano dietro il perbenismo borghese più rispettabile. Tragedia e humor nero si fondono alla perfezione, creando un intreccio narrativo davvero ben congegnato.
Big Little Lies: sul set con Nicole Kidman e Reese Witherspoon – video
Dal canto suo Jean-Marc Vallée si impegna in una costante ricerca dell’inquadratura perfetta, incorniciando le sue protagoniste in quadri di assoluta e imperfetta bellezza, trasportandoci nelle loro labirintiche menti e facendoci provare le loro emozioni in perenne contrasto. Vallée si avvale di scelte stilistiche estremamente peculiari, dimostrando una grandissima sensibilità artistica e una vocazione probabilmente innata nel raccontare il complesso universo femminile.
Il vero fiore all’occhiello della miniserie, però, è costituito dal prestigiosissimo cast: il premio Oscar Reese Witherspoon torna finalmente a cimentarsi con il dramma e ad essere diretta da Vallé dopo l’esperienza di Wild, tratteggiando una autentica e generosa combattente, vittima delle proprio debolezze e delle proprie frustrazioni; il premio Oscar Nicole Kidman è assolutamente meravigliosa nei panni della vittima che nasconde invece di accettare, che fa di tutto per cancellare dalla mente (e dal corpo) la condizione indisiosa e inumana nella quale è costretta a vivere; Shailene Woodley, invece, si conferma una delle attrici più brave della sua generazione nelle vesti di una donna docile e insieme impetuosa a causa di un trumatico passato.
A completare il cast troviamo Zoe Kravitz, vera e propria figura mediatica all’interno della storia, e l’impareggiabile Laura Dern, nei panni della “strega del quartiere”. Una menzione speciale merita anche la controparte maschile, in particolare la notevole performance di Alexander Skarsgård nel ruolo di Perry, il marito di Celeste, uomo dilaniato dai propri demoni interiori, che l’attore svedese interpreta con esemplare e spaventoso realismo.
Dopo il bellissimo The Nigh Of, con Big Little Lies la HBO ci regala un’altra graditissima sorpresa. Una tragicomedy dalle venature mistery che è in realtà un’organica e profonda riflessione sull’amicizia e sulla solidarietà femminile (in un mondo dove, ancora oggi, è l’uomo a credere di poter dominare) dalla quale è impossibile non farsi conquistare.