Le Otto Montagne è il nuovo film che riporta alla ribalta, sotto le luci dei riflettori, la coppia artistica (ma anche nella vita) costituita da Felix van Groeningen (Alabama Monroe – Una storia d’amore, Beautiful Boy) insieme a Charlotte Vandermeersch, che si sono ritrovati tra le mani l’arduo compito di adattare – per il grande schermo – il romanzo omonimo scritto da Paolo Cognetti e vincitore del Premio Strega nel 2017. Ad incarnare l’amicizia inossidabile che lega Bruno e Pietro (e che supera gli ostacoli e la crudeltà del tempo, che tutto sottopone a dura prova) ci sono rispettivamente Alessandro Borghi (Supereroi) e Luca Marinelli (Diabolik), tornati insieme sette anni dopo l’indimenticabile successo di Non essere cattivo.
Coppie; coppie che si ritrovano, coppie che si incontrano e si dedicano – con serietà, amore e passione – alla nascita di una creatura figlia della contaminazione tra i media (nello specifico, letteratura e cinema) e che ha bisogno dello spazio concesso dallo schermo d’argento per vivere e sopravvivere; un “passo a due” creativo che si riflette tanto nel lavoro di van Groeningen e Vandermeersch quanto nell’affiatamento tra Borghi e Marinelli, che rende credibili e tridimensionali i loro personaggi. Ma come sono approdati i due registi al libro di Cognetti?
«È stato il libro a venire verso di me», commenta van Groeningen, «attraverso modi diversi che mi hanno spinto a pensare che non potevo, in nessun modo, sottrarmi dal realizzarlo. Quando l’ho letto mi sono innamorato e immerso subito nella storia, entrando in contatto con quei luoghi e con quei personaggi belli e puri: è stato tutto così irresistibile, senza l’ombra velata del cinismo; forse sono stati anche questi i motivi che mi hanno spinto a coinvolgere Charlotte nella stesura della sceneggiatura a quattro mani, partecipando poi con me dietro la macchina da presa. E mi sto rendendo conto solo adesso che questa storia parla di legami, del bisogno che ha – ciascun essere umano – di tesserli con i sui simili. Le Otto Montagne è la storia di due persone meravigliose che lottano tutta la vita per mantenere questo legame così profondo che chiamano amicizia».
E proprio quest’ultimo è uno dei tanti macro-temi disseminati all’interno del film, che si delinea a partire da una sceneggiatura “larga” in grado di mantenere ampio il ritmo del racconto, senza sacrificare nessuno strato della ricca storia intrisa di significati tessuta da Cognetti. Le Otto Montagne è, infatti, un’opera che riflette l’epopea stessa della vita e la sua infinita ricchezza; un’opera letteraria che attraversa l’esistenza, riflettendo sul nostro bisogno di trovare un nostro posto nel mondo, il ruolo dei figli e quello dei genitori, ma anche il peso della morte e il decadimento che sembrano interferire nel selvaggio viaggio dell’essere umano su questa terra.

Le Otto Montagne al cinema dal 22 dicembre
E l’amicizia, motore immobile tanto del romanzo quanto del racconto, tocca da vicino la coppia di attori Alessandro Borghi e Luca Marinelli, uniti per la prima volta dal lavoro – sul set di Non essere cattivo – e poi dall’affetto e dalla stima.
«L’amicizia è… l’amicizia!» ammette ridendo Borghi. «Il confine tra amore e amicizia è labile: io stesso sono innamorato delle persone a cui voglio bene, e spesso mi è capitato di confondere questi aspetti. Io e Luca siamo amici da sette anni, eppure viviamo lontani ma… per me, è come se fosse il mio vicino di casa. Questo perché l’amicizia richiede affetto: certo, se si è vicini, si finiscono per condividere più cose insieme ma non è sempre detto, l’importante è che ci sia la qualità. Le Otto Montagne mi ha fatto un regalo, ovvero la possibilità di passare più tempo insieme a persone diverse che stimo, le quali non ti giudicano ed entrano nella tua testa con empatia. Un’azione in apparenza semplice, ma che risulta complessa allo stesso tempo. Questo è un film incentrato su come l’amicizia sia capace di resistere ai colpi del tempo, basato sul concetto che due persone, da sole, siano capaci di farla sopravvivere alla vita che ti viene, sempre e comunque, addosso. Le Otto Montagne è il film di Pietro e Bruno, ma anche di Luca e Alessandro che hanno trovato le parole giuste per parlarsi.
Spero che questo film possa riportare il pubblico in sala: credo che abbia le caratteristiche giuste, anche perché io stesso mi sono innamorato del cinema prima da spettatore e poi da attore, per cui oggi ho la possibilità di scegliere e interpretare film che mi piacerebbe vedere proiettati al cinema, e non ne farei mai uno incapace di catturare la mia attenzione da spettatore. Per riportare le persone nelle sale, nelle quali si crea un’esperienza unica e irripetibile, è necessario fornire loro dei buoni motivi: molte persone, ad esempio, dopo il Covid hanno capito che non hanno più bisogno del cinema e quindi hanno perso quella voglia. Bisogna ricrearla grazie ai film e sfamarla per poter riequilibrare la situazione, raccontando storie – come quella de Le Otto Montagne – che possono vivere solo sullo schermo d’argento».
Anche Marinelli ha espresso la sua opinione sul ruolo dell’amicizia – fondamentale tanto nella vita, quanto nel film – e sullo stato di salute attuale del cinema: «Anche per me l’amicizia ha a che fare con l’amore, con il concetto stesso di “esserci” e guardare insieme verso una direzione, affrontando qualsiasi cosa… ostacoli inclusi. Sono convinto che la vita e il lavoro si sommino spesso insieme, e io stesso vivo come lavoro e lavoro come vivo in più di un’occasione. Aver incontrato, sul set de Le Otto Montagne, queste persone è stato il regalo più bello che la vita potesse farmi, permettendomi inoltre di seguire una direzione ben specifica, chiedendo qualcosa al futuro… e ottenendolo appena un passo più in là, raccogliendo risposte lungo il cammino.
Per quanto riguarda la dimensione stessa del film, credo proprio che sia quella della sala: visto il luogo naturale in cui è ambientata la storia di Pietro e Bruno, il cinema è il suo habitat. Ho memoria di tutti i film che ho visto al cinema, perché ogni volta ricordo un’esperienza pazzesca nella sala, un momento magico fatto di condivisione e di una socialità unica che diventa importante, imprescindibile e fondamentale».