mercoledì, Settembre 11, 2024
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Prison Break Resurrection: il ritorno di Michael Scofield

Prison Break Resurrection significa una cosa sola: che il momento del ritorno di Michael J. Scofield è finalmente arrivato. Gli spettatori lo avevano abbandonato al proprio destino di morte nella quarta e ultima stagione di Prison Break, datata 2009.

Da quell’anno, fino ad oggi, Scofield e la sua folle tenacia nell’aiutare suo fratello Lincoln Burrows ad evadere da carceri di massima sicurezza sparse nelle Americhe si sono scolpite nell’immaginario della “ottava arte” (la televisione, soprattutto quella americana) e nella memoria degli appassionati, pronti ad accogliere con stupita incredulità la nuova stagione che il canale via cavo Fox ha annunciato, e che è adesso pronta a sbarcare in chiaro anche da noi in Italia a partire dal prossimo autunno.

Prison Break Resurrection – questo il titolo del nuovo ciclo – è costituito da nove episodi a dispetto della precedente media di 22 a stagione: un ulteriore segno dei tempi, visto che fino ad otto anni fa la media degli episodi era notevolmente alta – soprattutto per i procedural – fino allo sciopero degli sceneggiatori che si verificò nell’annata 2007-2008 e che interruppe, bruscamente, tutte le grandi produzioni televisive dei canali (soprattutto via cavo) statunitensi, segnando la fine della canonica percezione televisiva che aveva contraddistinto il decennio ’90-’00.

Nel 2017 i protagonisti dei quattro cicli della serie carceraria più ad alta tensione della storia della tv sono pronti a tornare al gran completo, inclusi i due protagonisti Wentworth Miller e Dominic Purcell, insieme a Robert Knepper, Rockmond Dunbar, Sarah Wayne Callies e Amaury Nolasco che torneranno rispettivamente nei panni di T-Bag, C-Note, la dottoressa Sara Tancredi e Sucre, tutti personaggi presenti fin dalla prima stagione.

Prison Break Resurrection può essere considerata a tutti gli effetti una miniserie sequel che rientra nel gusto, fortemente incentrato verso il territorio del reboot, delle odierne produzioni televisive, sempre a caccia di (vecchie) nuove porzioni di mercato da conquistare; dei dieci episodi previsti nell’agosto 2015 dai dirigenti Fox Gary Newman e Dana Walden ne sono stati realizzati soltanto nove, visti i tempi stretti per effettuare le riprese e il cast già impegnato nelle riprese di altre serie tv, decidendo di optare per la fusione dei primi due episodi in un’unica puntata “pilota”, apripista per il rilancio della serie sequel sul mercato.

Prison Break Resurrection: dietro le quinte del revival – video

Prison Break era stato chiuso nel 2009 a causa dei bassi ascolti, nonostante i livelli altissimi di tensione, suspense, action raggiunti dalla scrittura di Paul Scheuring: nel corso delle quattro stagioni, i fratelli Michael Scofield e Lincoln Burrows cercano di evadere dal carcere di Fox River, per poi approdare a quello di Joliet (Illinois), Chicago e Washington prima di lasciare gli USA in favore del Messicano e di Panama per farvi, infine, ritorno “soggiornando” a Los Angeles e a Miami dove si concludevano definitivamente le avventure dei protagonisti nel doppio episodio “The Final Break“.

Gli spettatori più affezionati avevano lasciato Lincoln e Sara – incinta di Michael – salvi e in fuga dopo che quest’ultimo aveva organizzato l’ennesima, rocambolesca, evasione dal penitenziario sacrificandosi, consapevole di essere condannato a morire a causa di un tumore inoperabile al cervello. L’ultima inquadratura immortalava proprio la tomba di Michael, con riportate le date di nascita e di morte.

E da qui riparte il ciclo Prison Break Resurrection, da una rettifica della data di morte e da sconcertanti rivelazioni: l’uomo non è morto, bensì nuovamente dietro le sbarre del carcere di Ogygia, nello Yemen, dopo essersi arruolato tra le file dell’ISIS con il nome di Kaniel Outis prima di rifiutarsi, nettamente, di eseguire gli ordini di morte.

Stavolta sarà Lincoln, sempre accerchiato da loschi creditori ai quali deve sfuggire, a dover salvare il fratello: dopo essere stato contatto da T-Bag – uscito di prigione grazie all’intercessione di un misterioso “benefattore” – l’uomo sceglie di soccorrere il redivivo fratello insieme ai vecchi compagni di cella C-Note e Sucre elaborando un nuovo, intricato, piano d’evasione.

Michael, nel frattempo, chiuso nel carcere coinvolto in una guerra civile, potrebbe essere al centro di un intricato complotto internazionale e nuovi, misteriosi, tatuaggi sono comparsi sulla sua pelle. E ciò che l’uomo ignora è che l’amata Sara si è nel frattempo risposata con un professore di economia di nome Jacob Anton Ness con il quale ha cresciuto Mike, il figlio avuto da Michael.

Cavalcando l’onda amarcord che sembra affliggere l’industria televisiva, sempre a caccia di nuovi mercati da colonizzare intercettando i gusti degli spettatori più “nostalgici”, legati a schemi e tipologie seriali che ormai appartengono al passato prossimo, i creatori di Prison Break e i dirigenti Fox non hanno esitato a sfidare la sorte, dividendo notevolmente la critica alla luce della messa in onda del primo episodio lo scorso 4 aprile.

Per molti si tratta di un’operazione nostalgia, sterile e semplicemente volta ad acchiappare pubblico e soldi; dall’altra, molti hanno osannato il ritorno delle avventure ad alto tasso adrenalinico di Scofield e soci, inneggiando al suo ritorno dal regno dei morti.

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Ludovica Ottaviani
Ludovica Ottaviani
Imbrattatrice di sudate carte a tempo perso, irrimediabilmente innamorata della settima arte da sempre | Film del cuore: Lo Chiamavano Jeeg Robot | Il più grande regista: Quentin Tarantino | Attore preferito: Gary Oldman | La citazione più bella: "Le parole più belle al mondo non sono Ti Amo, ma È Benigno." (Il Dormiglione)

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