Se la sesta stagione di The Walking Dead era terminata con l’arrivo di Negan che fischiettando decideva chi uccidere con la sua Lucille, la settima non poteva che ripartire da dove avevamo lasciato Rick e tutti gli altri.
Così, dopo un primo episodio forte e per certi versi scioccante, che ha portato alla morte dei personaggi di Glenn e Abraham e alla cattura di Daryl come prigioniero, l’attenzione è stata spostata per lo più sulla conoscenza di Negan e dei suoi uomini, almeno nella prima parte della stagione.
Ad Alexandria infatti il gruppo di Rick è ormai decimato, diviso e combattuto dalle posizioni da prendere nei confronti dei Salvatori (così si fanno chiamare Negan ed i suoi) e soprattutto disarmato e ancora sotto shock. E se è vero che il primo episodio è stato abbastanza intenso e carico di suspense, altrettanto non si può dire degli altri che lo hanno seguito.
Il vero problema di The Walking Dead è proprio questo: l’eccessiva e ingiustifica dilatazione dei tempi narrativi della maggior parte degli episodi centrali. Chiunque segua la serie dall’inizio non potrà non essere d’accordo sulla prevedibilità dell’andamento delle singole stagioni, segnate generalmente da un primo episodio forte e avvincente, seguito però da puntate piuttosto tediose, per poi concludersi con un finale di stagione in risalita.
E anche questa volta è stato così (tanti sono stati gli episodi lenti, monotoni e riempitivi, scritti soltanto per poter arrivare al finale): pensiamo ad esempio all’episodio 7×02 con Carol e Morgan che arrivano al Regno di Ezekiel, o all’episodio 7×05 con Maggie e Sasha alle prese con Jesus ad Hiltop; e ancora all’episodio 7×06 con Tara che si ritrova in un gruppo di donne sopravvissute ai Salvatori, per non parlare di quelli relativi alla seconda metà della stagione con Eugene e i Salvatori o con Rick e Michonne al parco giochi infestato dai vaganti.
Perché se la prima metà di questa settima stagione era incentrata per lo più sulla forza di Negan, sulla remissione di Rick e sulla presentazione dei nuovi regni, la seconda ha puntata maggiormente sulla vendetta, sulla rinascita di Alexandria e l’alleanza tra i vari gruppi per sconfiggere i Salvatori; e questo schema, purtroppo, si ripete ormai da troppe stagioni (anche all’interno delle varie mid-season), diventate a lungo andare assolutamente ipotizzabili.
The Walking Dead: Negan tornerà nell’ottava stagione
Si capisce la scelta non stilistica di voler prolungare il più possibile una serie che continua ad avere ascolti da record, ma prima o poi bisognerà anche arrivare ad una conclusione. Inoltre, un altro punto che inizia a stonare e a infastidire all’interno della struttura narrativa è l’enorme quantità di persone squilibrate e violente con le quali Rick e i suoi hanno avuto a che fare nel corso di questi anni: non dimentichiamoci infatti della prigione e del Governatore, di Terminus e il gruppo di carnivori, di Alexandria isola felice solo all’apparenza e ora Negan, con a disposizione un vero e proprio esercito!
È importante un filo conduttore, ma per andare avanti così tante stagioni una serie tv necessita di introdurre anche diversi elementi nuovi: non sono più sufficienti e non possono bastare il cattivo di turno o la morte di personaggi ai quali siamo ormai affezionati per consuetudine.
Forse è anche per tutti questi motivi che alcuni appassionati della serie si sono “schierati” dalla parte dei Salvatori: per provare in qualche modo ad acquisire un nuovo punto di vista attraverso il quale vedere Rick, Daryl e gli altri non per forza come coloro che sono “dalla parte giusta”, ma come quelli che sono esattamente uguali agli altri. O almeno, questo è ciò che si poteva pensare fino alla messa in onda dell’episodio finale, quando abbiamo visto e capito che il legame che li tiene uniti li porterà alla vittoria, anche se non sappiamo come né quando.
Certamente, seppur nella sua follia, Negan (interpretato da uno straordinario Jeffrey Dean Morgan) è stato un ottimo villain, spregevole ma carismatico (e a tratti anche simpatico), così come il Governatore, un ottimo personaggio sia in termini di violenza (come dimenticare il povero Herschel!) che di empatia con lo spettatore. Nonostante l’interesse verso The Walking Dead sia drasticamente calato, restiamo ancora a guardare e a tifare per Rick e il suo gruppo, sperando che una conclusione definitiva degna delle prime stagioni arrivi quanto prima.