The Punisher è la nuova serie Marvel prodotta e distribuita da Netflix. Dopo gli ultimi show, davvero poco brillanti, la serialità della Casa delle Idee prova a rilanciarsi, utilizzando uno degli anti-eroi più amati e richiesti dai fan. Eppure, nonostante la granitica presenza fisica di Jon Bernthal (The Walking Dead, The Accountant), anche The Punisher è ben distante dal magnetismo che ha caratterizzato le prime produzioni Marvel/Netflix.
L’universo televisivo Marvel è ormai diventato sufficientemente grande ed importante. Dopo le due stagioni di Daredevil, dopo Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist e il primo crossover The Defenders, The Punisher rappresenta l’appendice finale di quella che possiamo definire la Fase 1 del Marvel Cinematic Universe (MCU) della divisione Netflix. Tra quelli elencati, Daredevil e Jessica Jones sono sicuramente i prodotti più apprezzati. Da Luke Cage in poi, le cose sono piano piano precipitate e la qualità si è abbassata percettibilmente.
The Punisher approfondisce il passato di Frank Castle, allargando ancora di più il quadro delle vicende che hanno portato alla morte della sua famiglia
Proseguendo dalla fine della seconda stagione sul diavolo di Hell’s Kitchen, Frank Castle, noto ai più come il Punitore, ha concluso la sua vendetta ai danni dei responsabili dell’uccisione della sua famiglia. Frank appende il fucile al chiodo, fino a quando il suo passato militare non torna a bussare alla sua porta. Nuove rivelazioni sull’omicidio della sua famiglia porteranno Frank Castle a riprendere i panni del Punitore.
The Punisher recensione: una gigantesca retorica anti-governativa
The Punisher approfondisce il passato di Frank Castle, allargando ancora di più il quadro delle vicende che hanno portato alla morte della sua famiglia. Gli autori giocano al rilancio, puntando il dito non più sull’esercito, ma su un’istituzione ancora più potente: la CIA. La scelta non è di certo una delle più originali, ma si innesta abbastanza bene nei toni con cui sono state raccontate le vicende del Punitore fino ad ora.
Le interpretazioni di Jon Bernthal e dell’intero cast, formato da Jason R. Moore, Michael Nathanson, Amber Rose Revah, Ebon Moss-Bachrach, Jaime Ray Newman, Deborah Ann Woll e Ben Barnes, sono il vero grande punto di forza della serie; se c’è qualcosa su cui non possiamo assolutamente recriminare è la qualità degli attori, che è davvero molto alta.
Detto ciò, passiamo alle note dolenti, che purtroppo minano in modo gravoso la serie. Primo fra tutti, la regia: non c’è purtroppo quasi nulla di davvero impressionante a livello visivo; anzi, sono molte le volte in cui il lavoro, dal punto di vista delle immagini, risulta scialbo e dozzinale. Questo però è un punto comune alle ultime due serie Marvel/Netflix.
The Punisher si configura come una gigantesca retorica anti-governativa, in cui la figura del veterano viene raffigurata come la vittima degli intrighi segreti di uno Stato che cova la corruzione nel suo seno
Anche la sceneggiatura e l’intera struttura narrativa risulta eccessivamente pesante, intricata e verbosa, il che è quasi inaccettabile in una serie su un vigilante che dovrebbe utilizzare più le pallottole che le parole. Ci sono interi episodi in cui di fatto non accade nulla di significativo e la narrazione ripiega su se stessa, mostrando palesemente come alcune scelte siano state fatte solo per allungare il brodo e coprire la lunghezza dei 13 episodi. Un chiaro esempio di ciò sono le storylines del giovane veterano Lewis e della famiglia di Micro, le quali fanno davvero fatica ad amalgamarsi con la trama principale.
The Punisher (qui il trailer ufficiale) si configura come una gigantesca retorica anti-governativa, in cui la figura del veterano viene raffigurata come la vittima degli intrighi segreti di uno Stato che cova la corruzione nel suo seno. Sebbene la tematica sia molto interessante, inserita in questo contesto risulta però davvero poco azzeccata. A rimanerne delusi saranno soprattutto quegli spettatori che, alla fine della seconda stagione di Daredevil, chiedevano a gran voce una serie sul Punitore, solo per vedere il proprio beniamino uccidere a sangue freddo tonnellate di criminali. Cosa che, vi anticipiamo già, non accade in questa serie.