The Little Drummer Girl è la prima serie, in lingua inglese, girata dal regista coreano Park Chan-Wook, autore di culto di film come Lady Vendetta, Sympathy for Mr. Vengeance, Old Boy e Stoker, che si cimenta qui con una spy story tratta da un romanzo del gran maestro del genere, John Le Carré.
I primi due episodi della serie realizzata dalla BBC in collaborazione con AMC sono stati presentati durante la quarta giornata di RomaFF13; nel cast sono presenti grandi nomi del cinema come Michael Shannon (Animali Notturni), della tv come Alexander Skarsgård (True Blood) e volti meno noti, come nel caso della “little drummer girl” del titolo Florence Pugh.
Fine degli anni ’70: Charlie è una giovane attrice di teatro inglese in vacanza in Grecia, insieme alla sua compagnia. Ma la quiete del soggiorno viene turbata dall’incontro con il misterioso sconosciuto Becker, enigmatico e schivo. Il “nuovo amico” finirà per coinvolgere la ragazza in un intrigo internazionale ordito dalla spia Kurtz, a capo di un gruppo di spionaggio.
The Little Drummer Girl (qui il trailer ufficiale) è una classica spy story, sia nell’impostazione che nella ricostruzione – gli anni ’70, la guerra fredda ancora incalzante e il terrorismo che s’insinua progressivamente – sia nelle premesse del setup create da Le Carré, maestro del genere: le contraddizioni mediorientali tra israeliani e palestinesi si propagano fin nella Germania ancora divisa dal muro e nella vecchia Inghilterra.
Il punto di forza della serie sta proprio nella protagonista, nel suo essere abile quanto una spia ma nel non esserlo di mestiere: sa mentire ed è quasi più abile di chi, nella vita, ha scelto la menzogna come una professione. La molla che spinge Charlie è la necessità: da una parte, quella di evadere dai confini limitati della propria esistenza borghese, dall’altra il desiderio di omologarsi ai venti tumultuosi e turbolenti post-sessantottini, che avevano risvegliato la necessità di calarsi nella realtà politica contemporanea.
La recensione dei primi due episodi di The Little Drummer Girl, la miniserie diretta da Park Chan-wook
Ciò che colpisce, nella serie di Park Chan-Wook, è la camaleontica bravura degli attori, capaci di dare credibilità e corpo ai propri personaggi: il doppiogiochismo ironico di Shannon, la glaciale distanza di Skarsgård e il temperamento focoso della Pugh, sempre sul filo della verità, preludio a quello che sicuramente accadrà negli episodi successivi.
Valutare una serie sulla base di solo due episodi è un compito arduo, come giudicare un libro dalla copertina: ma se i primi 10’ sono una regola d’oro della settima arte, a tale golden rule non sfugge l’ottava meraviglia televisiva, facendo immergere subito lo spettatore nel clima del tempo, respirando quell’opprimente aria di morte e sospetto che spesso aleggia intorno al mondo dello spionaggio.
Basandoci sulla base dei primi due episodi, è difficile scorgere la regia alla quale ci ha abituato Park Chan-wook in The Little Drummer Girl; ma una certa eleganza formale, rarefatta, ieratica si scorge nelle pieghe dei trucchi e dei segreti, nei lembi oscuri di esistenze devote alla menzogna, nel cuore ambiguo di personaggi che ancora devono vivere le proprie esistenze audiovisive.
Sarà solo l’arco narrativo completo dell’intera serie a permettere a The Little Drummer Girl d’assaporare, pienamente, lo stile di Park Chan-wook, auspicando magari che uno dei suoi trattenuti eccessi pulp, un guizzo ambiguo del corso della storia – come spesso accade nei suoi film – possa trasformare la serie in un prodotto diverso dalla serialità media a base di spie e intrighi del potere, come per esempio accadeva nella miniserie di Susanne Bier, The Night Manager.