The Acolyte: La Seguace è la nuova serie tv che va ad arricchire l’ormai sconfinata mitologia dell’universo di Star Wars. In streaming su Disney+ a partire dal 5 giugno, data in cui saranno resi disponibili i primi due episodi, la serie seguirà successivamente la formula dell’uscita settimanale, come ormai ci hanno abituato la maggior parte degli show originali pensati per la piattaforma della Casa di Topolino. Sviluppata da Leslye Headland, co-creatrice della spassosa Russian Doll di Netflix assieme a Natasha Lyonne e Amy Poehler, questa stagione di otto episodi è pronta a trasportarci negli ultimi anni dell’Alta Repubblica, circa un secolo prima degli eventi narrati in Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma, primo film della trilogia prequel.
Un periodo storico remoto nella timeline della “galassia lontana lontana”, mai esplorato dalle produzioni live action ambientate nell’universo narrativo creato da George Lucas. The Acolyte: La Seguace offre, per la prima volta, l’occasione di sviluppare una storia più o meno autonoma, senza la necessità di doversi destreggiare con l’intricata continuity che intercorre tra i vari episodi per il cinema e le serie animate, ma anche dovendo fare a meno di personaggi già conosciuti e amati dalla nutrita schiera di fan della saga (non aspettatevi volti noti come Luke Skywalker e Ahsoka Tano, naturalmente non ancora nati ai tempi di The Acolyte). Il primo prodotto seriale del franchise, quindi, a non essere chiamato a riempire i buchi tra le tre trilogie cinematografiche (Obi-Wan Kenobi e Andor sono collocate tra la trilogia prequel e quella classica, mentre le serie prodotte da Dave Filoni – The Mandalorian, The Book of Boba Fett e Ahsoka – tra la classica e quella nuova, con agganci alle serie animate create dallo stesso Filoni).
La trama di The Acolyte: La Seguace
Siamo in un periodo di relativa pace per la Repubblica, la cui sicurezza è garantita dalla vigile guardia dell’Ordine dei Jedi. Un’armonia che viene infranta dall’omicidio della maestra Indara (Carrie-Anne Moss), attaccata sull’orientaleggiante pianeta Ueda da una misteriosa guerriera. I sospetti ricadono, vista la sua sorprendente somiglianza con la killer, sulla ex padawan Osha (Amandla Stenberg), che ha abbandonato l’ordine anni prima, a causa di problemi irrisolti legati al suo drammatico passato. Convinto fermamente della sua innocenza, il suo vecchio maestro Sol (Lee Jung-jae, protagonista del cult sudcoreano Squid Game) si assume la responsabilità di indagare sul caso, accompagnato dalla sua nuova allieva Jecki Lon (Dafne Keen) e dal novello cavaliere Yord Fandar (Charlie Barnett), ex compagno di studi di Osha al tempio Jedi. Ma dietro il mistero di questo terribile delitto potrebbe nascondersi una pericolosa e sinistra forza.
Il primo episodio – dei quattro che abbiamo avuto la fortuna di visionare in anteprima – si apre con una spettacolare scena d’azione, dalle caratteristiche atipiche per il canone di Star Wars. La maestra Indara, infatti, alle prese con un’avversaria disarmata, non sfodera la sua spada laser, ma decide di combatterla a mani nude. Il risultato è una coreografia diversa dai duelli all’arma bianca a cui ci hanno abituato i cavalieri Jedi, memori dei samurai dei chanbara di Akira Kurosawa (una delle principali ispirazioni dell’originale Guerre stellari), e vicina alle funambolesche sequenze di arti marziali di certo cinema di Hong Kong. Una scena che comunque non risulta fuori luogo nel contesto del mondo di Star Wars, complice probabilmente anche la presenza di Carrie-Anne Moss, interprete a cui la maggior parte del pubblico assocerà automaticamente questo tipo di azione (l’attrice è famosa soprattutto per l’iconico ruolo di Trinity nella saga di Matrix).
Un giallo investigativo nell’universo di Star Wars
Lasciatasi alle spalle questo spettacolare prologo, The Acolyte : La Seguace rivela subito la sua vera natura: quella di giallo investigativo ambientato nel famoso universo fantastico di George Lucas. Una caccia al colpevole in giro per la galassia, tra interrogatori e indizi da seguire, senza trascurare, ovviamente, l’elemento avventuroso, che tanto ha contribuito a decretare il successo del famosissimo franchise. Non mancano richiami ai vecchi film, soprattutto al succitato Episodio I, che però rimangono solo a livello tematico, senza essere fondamentali per la comprensione della trama (anzi, The Acolyte rientra tra quelle produzioni di Star Wars accessibili anche da chi avesse una conoscenza solo parziale del suo universo narrativo). Nella visita da parte di Yord e della sua padawan a una nave della Federazione dei Mercanti è impossibile, almeno per un fan, non pensare a quella di Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi che dà il via alle vicende de La minaccia fantasma. Così come si creano dei voluti paralleli tra la backstory di Osha e quella di Anakin (entrambi con una straordinaria sensibilità alla Forza, trovati e accolti dai Jedi in età più avanzata di quella di solito consentita. Inoltre, con un pesante lutto familiare a gravare sul loro destino).
The Acolyte: La Seguace riesce ad offrire una tipologia di storia inedita per l’universo di Star Wars, mantenendo però quel forte senso di familiarità della saga che tanto è caro ai fan. Sarebbe stato apprezzabile qualche sforzo in più per caratterizzare l’epoca storica remota in cui sono ambientate queste vicende. Le poche differenze con il classico setting si riscontrano solo nel design più primitivo di alcuni droidi e nel guardaroba dei Jedi, che qui preferiscono indossare sotto i loro mantelli vesti dai colori gialli e dorati. Anche gli scenari dei pianeti mostrati, almeno in questi primi quattro episodi, rientrano nelle classiche ambientazioni della saga (pianeti città, innevati e boscosi). Dettagli che, comunque, non sminuiscono l’efficacia dell’impianto narrativo messo in piedi da Leslye Headland, come sempre valorizzato da una produzione di altissimo livello.