venerdì, Febbraio 7, 2025
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Piccoli Brividi: La misteriosa avventura, recensione della serie Disney+ ispirata ai libri di R.L. Stine

Basata sulla fortunata collana di libri di R.L. Stine, la seconda stagione di Piccoli Brividi è disponibile su Disney+ dal 10 gennaio.

I classici luoghi dell’incubo, scenario delle più disparate opere dell’orrore, hanno di solito origini antiche, spesso risalenti a secoli addietro, in cui fatti di indicibile perversione e violenza hanno avuto il tempo di sedimentare e permeare il luogo con la loro oscura aura. Uno degli esempi più scontati è sicuramente l’antico maniero transilvano, dove risiede un nobile non-morto assetato di sangue umano (lo abbiamo rivisitato proprio da poco nel Nosferatu di Robert Eggers), ma anche quello di tanti altri edifici infestati, dalla storia relativamente più recente (Amityville Horror, Shining). Oltre che per le dimore storiche, l’horror ha spesso dimostrato anche una certa predilezione per i contesti rurali desolati, dove è facile immaginarsi personaggi in grave pericolo, lontani da tutto e da tutti (Non aprite quella porta), o per le piccole cittadine di provincia, la cui tranquilla e monotona quotidianità viene presto sconvolta da un orrore inaspettato (Fog).

Microcosmi isolati, dove la minaccia di turno è pronta a perseguitare lo sparuto gruppo di protagonisti, in un contesto distante dalla sicurezza e dai pronti soccorsi offerti dalla società moderna. Ambientazioni ideali intorno a cui costruire classiche storie di paura, anche perché ricche di suggestioni folkloristiche. Non si può dire lo stesso del contesto metropolitano, solitamente associato a un orrore molto più concreto e affine al genere poliziesco, dalla criminalità di strada agli assassini seriali. Ma l’horror classico trova, a volte, il modo di emergere anche nelle più grandi e moderne città, attraverso quelle che sono definite leggende metropolitane. Ospedali psichiatrici abbandonati, dove si pensa si aggirino ancora alcuni dei vecchi pazienti (il documentario Cropsey, dove il mito si fonde con un caso di cronaca tragicamente reale), o vecchie strutture militari ospitanti oscuri esperimenti.

Dalla provincia al contesto urbano

Parte proprio da quest’ultima suggestione la nuova annata di Piccoli Brividi (trovate qui la nostra recensione della precedente), serie antologica basata sull’omonima collana di romanzi per ragazzi di R.L. Stine, come sempre sviluppata da Rob Letterman e Nicholas Stoller. Una stagione nuova di zecca dal sottotitolo La misteriosa avventura, disponibile su Disney+ dal 10 gennaio, che sposta l’ambientazione dalla classica small-town americana al cuore di Brooklyn. Protagonisti, i due gemelli Devin (Sam McCarthy) e Cece (Jayden Bartels), tornati in città per passare le vacanze estive con il padre recentemente divorziato, l’imbranato botanico Anthony (David Schwimmer). Ma quella che si era prospettata come un’estate all’insegna della noia più assoluta, si trasforma presto in un incubo: una prova di coraggio per conquistare il cuore della bella Frankie (Galilea La Salvia), cotta storica di Devin, spingerà il ragazzo a passare la nottata in un vecchio forte sul fiume, con conseguenze, ovviamente, da brividi.

Come la precedente stagione, Piccoli Brividi: La misteriosa avventura crea un ponte tra le terrificanti disavventure affrontate dai giovani protagonisti nel presente con alcuni oscuri eventi del passato (un passato naturalmente risalente agli anni ’90, periodo d’esordio della serie originale di libri). Si sa che le prove di coraggio fra teenager non nascono dal nulla, ma sono tradizioni che si passano stupidamente di generazione in generazione. Il primo a intrufolarsi nella misteriosa struttura abbandonata fu infatti il fratello maggiore di Anthony, scomparso nel nulla sin da quella fatidica nottata del 1994. Fatto che porterà il mite botanico e i figli a condurre due indagini parallele sull’inquietante faccenda, dove naturalmente saranno coinvolti elementi soprannaturali. Ma le due parti, al posto di condividere le incredibili e terrificanti esperienze che stanno vivendo, cercheranno anzi di nasconderle l’una all’altra (sì, questa famiglia dovrebbe lavorare di più sulla comunicazione).

Una seconda stagione più riuscita

La minaccia al centro di questa nuova annata rivela presto la sua natura mutaforme, ideale per mettere di fronte i giovani protagonisti a sfide orrorifiche molto diverse tra loro, conferendo allo svolgimento della vicenda una natura episodica. Piccoli brividi, come la sua controparte cartacea, pesca a piene mani dalla tradizione dell’immaginario horror, schierando in campo automobili possedute e mortali fluidi gelatinosi. I riferimenti cinefili vanno, ovviamente, da Christine – La macchina infernale – che qui preferisce l’aggressività di “Chop Suey!” dei System of a Down al rock ‘n’ roll degli anni ’50 – a Fluido mortale, cult dell’orrore che ha segnato l’esordio da protagonista del leggendario Steve McQueen. Naturalmente le citazioni non si fermano qui, riuscendo a sorprendere, in alcuni frangenti, con piccole derive body horror, non usuali per una produzione pensata per un pubblico così giovane (uno dei riferimenti principali è La cosa di John Carpenter, una delle pellicole regine del genere).

Piccoli Brividi: La misteriosa avventura, comunque, non esce dai binari prestabiliti da questo tipo di prodotto, senza mai deviare davvero verso i lidi dell’orrore puro, così come faceva anche la precedente stagione. Un’avventura orrorifica condita con classici problemi inerenti all’adolescenza, dove non potevano mancare anche diverse sottotrame sentimentali (la succitata Frankie, al centro di un triangolo amoroso assieme a Devin e al suo fidanzato manipolatore Trey, interpretato da Stony Blyden. La palese tensione erotica, pronta a esplodere, fra Cece e la giovane delinquente Alex di Francesca Noel). Dove riesce meglio della prima annata, sicuramente, è nel presentare una narrazione più convincente e dei personaggi un attimino più interessanti. Inoltre, questa volta, il contesto urbano aiuta la serie a distinguersi da tante altre produzioni simili, solitamente ambientate nella placida provincia americana.

Guarda il trailer di Piccoli Brividi: La misteriosa avventura

GIUDIZIO COMPLESSIVO

Torna la serie antologia basata sulla collana di libri per ragazzi Piccoli Brividi con una stagione nuova di zecca. La misteriosa avventura ci riporta nel mondo orrorifico creato da R.L. Stine, questa volta per una storia d'ambientazione urbana. Una mossa inusuale per un genere che, di solito, predilige il contesto della small-town americana. Una scelta che, di sicuro, aiuta questa annata della serie a distinguersi da tante altre produzioni simili. Un'avventura con elementi soprannaturali, pensata per il pubblico adolescente, che risulta tutto sommato più convincente della prima stagione, con una narrazione più compatta e personaggi un minimo più interessanti.
Marco Scaletti
Marco Scaletti
Prima sono arrivati i fumetti e i videogiochi, dopo l'innamoramento totale per il cinema e le serie tv. Consumatore onnivoro dei generi più disparati, dai cinecomics alle disturbanti opere del sommo Cronenberg | Film del cuore: Alien | Il più grande regista: il succitato Cronenberg o Michael Mann | Attore preferito: Joaquin Phoenix | La citazione più bella: "I gufi non sono quello che sembrano" (I segreti di Twin Peaks)

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