martedì, Gennaio 21, 2025
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One Piece, recensione della serie live action Netflix tratta dal manga di Eiichirō Oda

La recensione di One Piece, la serie live action tratta dall'omonimo manga di Eiichirō Oda. Disponibile su Netflix dal 31 agosto.

Mentre la febbre dei cinecomics sembrerebbe all’inizio di una fase calante, con performance al botteghino poco incoraggianti, sia da parte di alcune produzioni Marvel (Ant-Man and the Wasp: Quantumania) che DC (The Flash), Hollywood si sta muovendo alla ricerca di nuovi tipi di IP da sfruttare per mettersi al riparo dalla probabile sindrome da franchise fatigue. Operazioni che hanno già dato i loro primi frutti con la serie tv tratta da videogioco The Last of Us e, soprattutto, con il vero fenomeno assoluto di questa annata cinematografica: il film di Barbie, naturalmente basato sulla famosa bambola prodotta da Mattel.

Anche Netflix sta provando a diversificare le sue produzioni, spostando lo sguardo dagli eroi in calzamaglia (Daredevil) verso il Paese del Sol Levante, con i suoi anime e manga. Dopo un primo tentativo poco riuscito di serie live action tratta da anime (la fantascientifica Cowboy Bebop), la piattaforma di streaming torna alla carica con One Piece, basata sull’omonimo famosissimo fumetto di Eiichirō Oda. Uno shōnen – manga rivolti principalmente ad un pubblico di ragazzi, dalla preadolescenza fino alla maggiore età – ambientato in un fantastico universo piratesco, considerato da molti l’erede dell’iconico “Dragon Ball” di Akira Toriyama, sia per influenza che per popolarità (il suo adattamento animato è stato un successo anche da noi, sui canali Mediaset, con il titolo di All’arrembaggio!).

Una serie tv, disponibile su Netflix a partire dal 31 agosto, in cui i due showrunner Steven Maeda (Lost, Lie to Me) e Matt Owens (Agents of S.H.I.E.L.D., Luke Cage) si prendono poche libertà nei confronti della fonte originaria: in un mondo popolato da mastodontici mostri marini e grotteschi uomini-pesce, coraggiosi e spietati avventurieri solcano i mari alla ricerca dello One Piece, il leggendario tesoro del re dei pirati Gold Roger (Michael Dorman).

Trovare il fantomatico tesoro è anche il sogno di Monkey D. Luffy (Iňaki Godoy), un entusiasta aspirante pirata del Mare Orientale con il dono degli elastici poteri del frutto Gom Gom, ingerito quando era solo un bambino. Tra temibili avversari (Buggy il Clown/Jeff Ward, Arlong/McKinley Belcher III) e amicizie improbabili (lo spadaccino Roronoa Zoro/Mackenyu, la ladra Nami/Emily Rudd), inizia il viaggio di Luffy verso la Rotta Maggiore.

Un’immagine tratta da One Piece. Cr. Courtesy of Netflix © 2023

Un’operazione divertente e godibile

La prima stagione di One Piece adatta abbastanza fedelmente, in otto corposi episodi (tutti che si aggirano attorno all’ora di durata), il ciclo introduttivo delle avventure della ciurma di Cappello di paglia. Una versione live action che si concede poche deviazioni dal manga di Oda, come l’introduzione prematura del viceammiraglio Garp (Vincent Regan), la cui caccia al protagonista, accompagnato dai cadetti Koby (Morgan Davies) e Helmeppo (Aidan Scott), sarà uno dei traint d’union della stagione, dando alle vicende una natura meno episodica.

Fedeltà che viene mantenuta anche a livello estetico, con personaggi dal look comic accurate, spesso rischiando un effetto eccessivamente posticcio, al limite del cosplay, tra parrucconi variopinti e capi d’abbigliamento stravaganti. Una scelta che sommata ad una recitazione sopra le righe, vicina a quella di un anime, potrebbe lasciare alcuni spettatori, non avvezzi al mondo dell’animazione nipponica, con una sensazione di straniamento.

Ma superato il primo scioccante impatto con il colorato universo di One Piece, anche i neofiti non potranno che essere coinvolti dalle divertenti avventure di Luffy & co. e affezionarsi ai suoi bizzarri ma adorabili personaggi, le cui commoventi backstory verranno presentate attraverso efficaci flashback. Non guastano alcune scene d’azione ben coreografate, dove l’abuso di CGI è ridotto al minimo indispensabile, figlie di certo cinema di Hong Kong dei bei tempi andati.

One Piece rappresenta un traguardo prima impensabile per un adattamento live action occidentale di un manga, lontano dalle brutture di orrori come Dragonball Evolution. Sicuramente si perde il fascino delle anatomie impossibili dei disegni di Oda e parte dell’epicità dei combattimenti più esagerati, ma il risultato è comunque godibile, se non ammirabile. Una serie tv capace di non deludere i fan e, probabilmente, di introdurre al fantastico mondo dei pirati del Grande Blu una nuova fetta di pubblico.

Guarda il trailer ufficiale di One Piece

GIUDIZIO COMPLESSIVO

Basata sull'omonimo e famosissimo manga di Eiichirō Oda, la serie tv di One Piece adatta in live action le avventure dei pirati di Cappello di paglia. Una prima stagione di otto corposi episodi che ricalca abbastanza fedelmente, anche dal punto di vista estetico, il ciclo introduttivo del fumetto. Si perde il fascino delle anatomie impossibili dei disegni di Oda e parte dell'epicità degli esagerati combattimenti, ma il risultato è comunque ammirevole. Un'operazione divertente e godibile, lontana dagli orrori di produzioni come Dragonball Evolution.
Marco Scaletti
Marco Scaletti
Prima sono arrivati i fumetti e i videogiochi, dopo l'innamoramento totale per il cinema e le serie tv. Consumatore onnivoro dei generi più disparati, dai cinecomics alle disturbanti opere del sommo Cronenberg | Film del cuore: Alien | Il più grande regista: il succitato Cronenberg o Michael Mann | Attore preferito: Joaquin Phoenix | La citazione più bella: "I gufi non sono quello che sembrano" (I segreti di Twin Peaks)

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Basata sull'omonimo e famosissimo manga di Eiichirō Oda, la serie tv di One Piece adatta in live action le avventure dei pirati di Cappello di paglia. Una prima stagione di otto corposi episodi che ricalca abbastanza fedelmente, anche dal punto di vista estetico, il ciclo introduttivo del fumetto. Si perde il fascino delle anatomie impossibili dei disegni di Oda e parte dell'epicità degli esagerati combattimenti, ma il risultato è comunque ammirevole. Un'operazione divertente e godibile, lontana dagli orrori di produzioni come Dragonball Evolution.One Piece, recensione della serie live action Netflix tratta dal manga di Eiichirō Oda