Ne L’inferno, pellicola datata 1994, Claude Chabrol – uno dei padri fondatori della Nouvelle Vague – mette in scena l’ossessione di un uomo che, lentamente, scivola nella follia. L’albergatore Paul (François Cluzet) si fissa che la moglie Nelly, la bellissima Emmanuelle Béart, abbia una relazione extraconiugale; un sospetto che lo porta a pedinarla durante le sue commissioni quotidiane e a sospettare di chiunque, anche degli ospiti più improbabili del suo albergo. Una passione e una follia che – come certo cinema ci ha insegnato – possono essere scatenate solo dalle più affascinanti donne francesi; sotto questa categoria rientra anche Amandine (Melia Kreiling), coprotagonista di Mammals, soggetta a simili spiacevoli sospetti da parte del marito.
Scritta da James Richardson (Bulletproof, Britannia) – accreditato anche come creatore di questa serie tv comedy drama – e da Jez Butterworth (Le Mans ’66 – La grande sfida, Una vita in fuga), Mammals è disponibile su Amazon Prime Video a partire dall’11 novembre. Tutti e sei gli episodi dello show britannico vedono dietro la macchina da presa la regista Stephanie Laing, con un corposo curriculum televisivo alle spalle (Dollface, Made for Love, Physical).
Jamie (James Corden) e Amandine (Kreiling) sono una coppia, almeno all’apparenza, felicemente sposata. Con lei in dolce attesa, i due decidono di concedersi una piccola vacanza in una casa sulla scogliera, tra piacevoli small talk e apparizioni, al limite dell’onirico, del cantante Tom Jones (nel ruolo di se stesso), loro vicino. L’idillio si trasforma presto in tragedia quando la donna ha un aborto spontaneo. Mentre la moglie è ricoverata in ospedale, Jamie scopre sul cellulare di lei alcuni messaggi, a sfondo sessuale, da parte di un certo Paul. Il mondo dell’uomo verrà per sempre sconvolto.
Una serie comedy drama di forte ispirazione alleniana
La decisione di Jamie di non affrontare direttamente la moglie sull’argomento lo porterà ad una indagine, alla ricerca dell’identità del possibile amante, simile a quella del protagonista de L’inferno; un’ossessione fatta di ipotesi e pedinamenti (buffonescamente a bordo di monopattino elettrico). Un dramma, qui, dalle tinte tragicomiche, al limite dell’alleniano.
L’influenza del cinema di Woody Allen si avverte per tutta la serie, dove sono presenti alcuni dei feticci più celebri del regista newyorchese (le discussioni della coppia con la terapista per elaborare il lutto del figlio mai nato; le confidenze di Jamie all’amico/cognato Jeff, interpretato da Colin Morgan). Un’ispirazione che si può sentire, letteralmente, anche nella colonna sonora di Mammals, dove sono presenti prevalentemente pezzi rétro, con una predilezione per il sound jazzy (il primo episodio si apre con la cover de “La Vie en rose” di Louis Armstrong; il successo di Édith Piaf sarà riproposto in varie versioni in altri momenti della serie).
Lo show, partendo da quel momento di rottura, ci porta a scoprire, di episodio in episodio, tutta la verità sulle scappatelle di Amandine e sulla situazione generale della coppia, arrivando a raccontarci, nel quarto e mediano episodio, l’origine della loro storia d’amore. Il punto di vista portato avanti ci farà simpatizzare con il povero Jamie, uno sfigato per cui è facile fare il tifo, dipingendo sempre più la moglie come la cattiva della storia. Amandine, per quasi tutta la durata della serie, assomiglia ad una delle figure femminili più perfide del cinema di Allen: la traditrice seriale Amanda, iconicamente interpretata da Christina Ricci in Anything Else.
Una storia in forte odore di misoginia che, sul finale, ribalta quasi completamente prospettiva, senza però convincere del tutto. Mammals, nonostante l’esigua durata per una serie tv (gli episodi durano in media sui 25 minuti), ha poco da dire e spesso sembra che giri a vuoto su se stessa, con momenti che sanno di lunga perdita di tempo (tutta la parte dedicata alle fantasie di Lue – sorella di Jamie interpretata da Sally Hawkins – sulla stilista Coco Chanel). Dulcis in fundo, il mistero circondante l’identità dell’amante è il segreto di Pulcinella: “The walrus was Paul”.