Lovecraft Country – La Terra dei Demoni è l’attesa nuova serie che debutterà su Sky Atlantic – e in streaming su NOW TV – a partire da Sabato 31 ottobre: una data non casuale, che coincide con la festa di Halloween. Un’occasione unica per vedere lo schermo invaso da mostri, demoni, creature aliene, personaggi sinistri, antichi riti ancestrali emersi direttamente dalle ombre generate dagli incubi della mente di H. P. Lovecraft, celebre scrittore americano padre dell’horror quanto dello sci-fi.
A “vegliare” su questa eccentrica operazione televisiva ci sono dei nomi di tutto rispetto, a partire da Matt Ruff (autore del romanzo omonimo a cui è ispirata la serie), passando poi per la showrunner Misha Green fino ad arrivare a due nomi che rappresentano, indubbiamente, una garanzia: J.J. Abrams e Jordan Peele. Due registi, due visioni rivoluzionarie e personali di generi altrettanto diversi ma legati a doppio filo tra loro: la fantascienza e l’horror; modi diversi e canoni inversi per narrare i piccoli, grandi, disturbanti orrori del quotidiano che si insidiano nella vita delle persone, ricordando quanto – fin troppo spesso – l’orrore non sia nelle stelle, ma in noi (parafrasando Shakespeare e adattandolo).
La serie targata HBO racconta del veterano della guerra di Corea Atticus “Tic” Freeman (Jonathan Majors), arrivato a Chicago dalla Florida sulle tracce del padre scomparso ma che gli ha lasciato una lettera con poche, misteriose, indicazioni. Così insieme allo zio George (Courtney B. Vance) e all’amica d’infanzia Letitia “Leti” Dandrige (Jurnee Smollett), Tic intraprenderà uno spaventoso e adrenalinico viaggio on the road attraverso l’America razzista degli anni ’50; un viaggio durante il quale i protagonisti scopriranno orrori ancora più terrificanti dei mostri che sembrano provenire direttamente dalle pagine dei racconti di H.P. Lovecraft in cui si imbatteranno.
Lovecraft Country – La Terra dei Demoni è un’esperienza benedetta dall’egida protettiva del genere: osservando già i primissimi minuti del primo episodio, si ha la percezione di ritrovarsi in un selvaggio B-Movie degli anni ’50, in una fanzine pulp di bassa qualità a base di alieni, creature mostruose venute dallo spazio profondo e avvenenti fanciulle cadute da chissà quale pianeta. Un concentrato di splendidi cliché visivi – e contenutistici – che vengono però spazzati subito via dalla realtà: quello che lo spettatore vedrà sul piccolo schermo NON è un film di Roger Corman girato in 18 giorni, ma la quintessenza del pensiero che si annida dietro le opere di Abrams e di Peele, che aleggiano sull’intero prodotto.
Nonostante la visione completa solo dei primi due episodi, il tono della serie è sospeso tra il racconto lucido e disincantato della quotidianità americana e la tensione crescente di un orrore sconosciuto, che potrebbe partire tanto dall’esterno – e ignoto – quanto dalle profondità insondabili dell’oscuro animo umano. Un’ambivalenza interessante e quanto mai attuale, con una narrazione calata negli anni ’50 che permette alla sceneggiatura di muoversi in modo più agile e di raccontare le contraddizioni di oggi mostrandole riflesse in uno specchio deformato dal genere, che riconferma ancora una volta di essere il linguaggio migliore per interpretare la realtà.
Il genere, sospeso tra horror e sci-fi, monopolizza le scelte estetiche e il linguaggio codificato: non mancano momenti gore, mostri spaventosi, antagonisti che sono la prova vivente della banalità del male (quanto del suo fascino seducente). Ma un altro potere che ha è quello di esorcizzare le paure dell’uomo moderno, di provare – come accadeva con il mito – a trovare delle risposte a domande che sembrano angosciarci sempre di più. Così un viaggio on the road si trasforma in una discesa simbolica nell’oscurità sconosciuta dell’Io e dell’oblio; i capisaldi americani vengono sovvertiti e interpretati con occhio critico, non solo videoludico.
Lovecraft Country – La Terra dei Demoni intrattiene, spaventa e disturba come un fumetto pulp d’epoca, facendo tornare lo spettatore bambino ma prima dell’avvento del Worl Wide Web smaliziato, con la radio accesa e la voce di Orson Welles che annuncia il prossimo sbarco degli alieni sulla terra. Per quanto nella serie l’orrore sia ben visibile, ciò che alla fine turba e inquieta maggiormente è il “non-detto” nascosto e celato, l’inaspettato e inspiegabile che filtra tra il sangue e i rituali, quella mostruosa deformità che si annida nel cuore oscuro dei razzisti, dei suprematisti, dei negazionisti e che risponde al nome di odio.