sabato, Marzo 25, 2023
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Legion recensione della prima stagione della serie FX

Articolo a cura di Joseph Crisafulli

Legion è una serie visionaria, consigliata a tutti i registi e agli aspiranti tali. La potenza visiva di questa serie è pari davvero a poche altre in questo periodo. Nonostante questo però, Legion non è completamente promossa e non è consigliabile a tutti.

Quante persone abitano dentro di noi? Ci sono dei giorni in cui ci sembra che siamo fedeli a noi stessi, ragioniamo con coerenza e tentiamo in tutti i modi di mantenerci integri. La realtà è che noi siamo in continuo divenire, non siamo mai la stessa persona che va a dormire la sera prima. Ogni giorno siamo qualcosa di nuovo.

Ecco, prendete questo concetto ed fatelo esplodere in maniera letteralmente schizofrenica. Ci siete? Questo è Legione, il mutante della Marvel figlio di Charles Xavier, creato da Chris Claremont e Bill Sienkiewicz. Il personaggio, affetto da schizofrenia, nella sua storia editoriale ha assunto numerosissime personalità, anche grazie al suo potere speciale che gli permette di assorbire le menti degli altri.

Un personaggio così complesso non ha una facile trasposizione audiovisiva. Al timone di questa impresa troviamo Noah Hawley, già ideatore della serie antologica Fargo, di cui con ansia attendiamo la terza stagione. A dare il volto al protagonista David Haller alias Legione c’è Dan Stevens (adesso al cinema con La Bella e la Bestia).

David è un ragazzo speciale. Ha delle visioni, sente delle voci. Per tutti e per la società è un paranoide-schizofrenico. In realtà David non è pazzo, o almeno non solo. David è un mutante e il governo lo sta cercando. La sua unica via di scampo è la bellissima Sydney Barret (interpretata da Rachel Keller) e il suo gruppo di mutanti.

Legion: la serie con Dan Steven rinnovata per una seconda stagione

Legion è la prima serie nata dall’unione degli sforzi produttivi sia della Marvel Television (divisione Marvel di proprietà della Disney) che della Marvel Fox. Dal punto di vista tecnico, Legion è superiore ad ogni prodotto televisivo mai sfornato dalla Casa delle Idee.

Legion può essere definita e riassunta con un solo termine: eclettismo. La serie infatti si fa notare soprattutto per gli incredibili sbalzi di regia. Si passa dal formato anamorfico a quello panoramico, si gioca con tutti i registri visivi cinematografici: ne è un esempio l’episodio in cui di colpo viene presa la grammatica del film muto, con tanto di cartelloni con le battute dei personaggi. Riprese vertiginose e inquadrature caleidoscopiche, rendono la serie un vero è proprio prodotto psichedelico.

Eppure, c’è qualcosa che in finale, soprattutto nella seconda parte, non convince pienamente. È come se Legion fosse un confetto super colorato, attraente, brillante, che si contraddistingue dalla massa e che tutti vorrebbero assaggiare, ma una volta morso scopri che il confetto è al gusto di cannella.  Dal punto di vista narrativo, Legion è di fatto banale.

Nonostante tecnicamente tenti di superare ogni aspettativa, di fondo non muove alcun passo in avanti nel discorso supereroistico. La controparte cartacea viene depotenziata molto, inoltre alcuni personaggi davvero molto interessanti (ci riferiamo ai due Cary e Kerry) vengono solo marginalmente affrontati.

Legion è una buona serie sui supereroi, probabilmente migliore di quelle Netflix (sicuramente lo è sul piano tecnico), ma non riesce a fare quel salto che la renderebbe una signora serie tv imprescindibile, non solo per gli amanti dei supereroi.

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Redazione
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