Inverso – The Peripheral è la nuova serie sci-fi thriller, tratta dall’omonimo romanzo di William Gibson (Johnny Mnemonic), disponibile su Amazon Prime Video a partire dal 21 ottobre (dopo l’uscita dei primi due episodi, degli otto totali, i restanti usciranno a scadenza settimanale).
Gibson è uno dei maggiori autori letterari del cyberpunk, sottogenere fantascientifico portato sullo schermo poche volte in modo davvero riuscito (il classico dei classici Blade Runner, la pietra miliare dell’animazione giapponese Ghost in the Shell). Un genere che ha fra i suoi temi cardine, tra spinotti cranici per la realtà virtuale e innesti sottopelle, l’evoluzione simbiotica dell’uomo assieme alla tecnologia – in specifico la tecnologia cibernetica e informatica – ponendo l’accento sui risvolti più inquietanti e negativi, come il dubbio tra il reale e l’irreale.
Pur non avendo un setting propriamente cyberpunk, Inverso – The Peripheral riprende in parte questa ultima tematica, portandoci in un futuro prossimo dove la simulazione VR ha raggiunto un realismo e un’immersione sconcertanti. Siamo nel 2032, Flynne Fisher (Chloë Grace Moretz) è una ragazza di una piccola cittadina dei monti Blue Ridge, per sbarcare il lunario lavora in un negozio di stampa 3D. Flynne è anche un’abile gamer, praticamente imbattibile nelle simulazioni virtuali ludiche (competizioni dove vengono messi in palio anche consistenti somme di denaro), ma si rifiuta di parteciparvi preferendo concentrarsi sulla realtà.
Per sopperire alle spese mediche della madre Ella (Melinda Page Hamilton), affetta da un tumore al cervello, si fa convincere dal fratello maggiore Burton (Jack Reynor) a testare, sotto lauta ricompensa, una nuova simulazione iperrealistica creata da una misteriosa compagnia. Una volta che si è connessa col nuovo caschetto neurale, tutto sembra fin troppo reale: e se le missioni che compie nel gioco non fossero solo simulate? E se lei fosse diventata un’agente inconsapevole in una realtà non così virtuale?
Un James Bond cibernetico
Creata da Scott B. Smith (la penna dietro il sottovalutato Soldi sporchi di Sam Raimi), e prodotta da Jonathan Nolan e Lisa Joy (Westworld – Dove tutto è concesso), Inverso – The Peripheral porta il mondo del gaming VR di Ready Player One verso lidi più cupi e inquietanti, dove le componenti mystery e thriller la fanno da padrone. Il dubbio è la sensazione predominante su cui puntano soprattutto i primi episodi, con momenti memori di pellicole come Atto di forza di Paul Verhoeven e Matrix delle sorelle Wachowski.
Un mistero che nasconde una realtà sconvolgente; una trovata abbastanza originale, almeno per quanto concerne la fantascienza cinematografica e televisiva, che non vogliamo anticiparvi. Una soluzione che, sulla carta, rischiava di essere resa in maniera eccessivamente contorta, ma che Inverso – The Peripheral riesce a presentare in modo chiaro ed appassionante, grazie anche a situazioni vicine ai più tesi intrighi spionistici.
Tra missioni sotto copertura in eleganti feste private a Buckingham Palace, giochi di seduzione e momenti action, Flynne agisce nella nuova realtà come un “James Bond cibernetico”. Un lato adrenalinico e ricco di suspense che meglio aiuta a diluire e digerire l’aspetto più fantascientifico e cerebrale.