In nome del cielo è la nuova miniserie true crime creata Dustin Lance Black, premio Oscar alla miglior sceneggiatura originale per Milk di Gus Van Sant. Tutti i sette episodi saranno disponibili sulla piattaforma Disney+ dal 31 agosto. Basata sul libro di non-fiction “In nome del cielo. Una storia di fede violenta”, scritto da Jon Krakauer, la serie racconta un efferato caso di omicidio avvenuto, durante la prima metà degli anni ’80, nella comunità mormone di Salt Lake City.
Non è la prima volta che la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni – o una delle sue propaggini più estremiste – e la cronaca nera si incontrano sul piccolo schermo; altri crimini compiuti in seno alla comunità mormone, infatti, sono stati coperti dalle due docuserie true crime Omicidio tra i mormoni e Keep Sweet: pregare e obbedire, entrambe disponibili su Netflix. Una comunità chiusa, lontana dalla nostra realtà quotidiana, dove si sviluppano dinamiche interne per noi impensabili, se non addirittura scioccanti.
Una storia di fervore religioso e follia, nella placida suburbia americana, portata sullo schermo da Black insieme a David Mackenzie (il regista di Hell or High Water e Outlaw King – Il re fuorilegge ha diretto i primi due episodi) e il produttore esecutivo di lusso Ron Howard (Elegia Americana, Tredici vite). In nome del cielo ci riporta al 24 luglio 1984, quando vengono ritrovati i corpi sgozzati di Brenda Lafferty (Daisy Edgar-Jones) e della sua bambina di soli 15 mesi, Erica.
Brenda era la moglie di Allen Lafferty (Billy Howle), membro di una importante famiglia di mormoni della zona, considerati da molti come una sorta di “Kennedy dello Utah”. La patata bollente tocca al detective Jeb Pyre (Andrew Garfield), anche lui mormone, e al suo partner Bill Taba (Gil Birmingham), nativo americano. Un caso che porterà l’investigatore alla scoperta di un’inquietante storia di fondamentalismo religioso, mettendo a dura prova la sua fede. Le autorità ecclesiastiche, nel mentre, fanno pressione affinché non scoppi uno scandalo che possa infangare la reputazione della Chiesa.
In nome del cielo è un puzzle investigativo che alterna l’indagine del detective Pyre a flashback del passato, sia riguardanti la famiglia Lafferty che relativi ad eventi della storia dei mormoni, con protagonisti il fondatore Joseph Smith (Andrew Burnap) e il suo successore Brigham Young (Scott Michael Campbell). Fatti scomodi, dove non mancano episodi di sopruso e violenza, convenientemente ignorati, se non proprio nascosti o alterati, dalla Chiesa mormone. Una ricerca non solo del colpevole materiale dell’omicidio, ma anche delle radici culturali e storiche alla base di certe derive religiose estremiste. Un viaggio nel lato oscuro del mormonismo che turberà nel profondo il religioso Pyre, causando anche profonde tensioni con la moglie Rebecca (Adelaide Clemens) alla vigilia del battesimo delle loro due giovani figliolette.
In nome del cielo è un teso poliziesco, dalla grigia fotografia dai colori desaturati, che fa abbondante utilizzo di una nervosa macchina a mano, ancora più traballante nei momenti di massima tensione. Un cupo crime drama dai risvolti psicologici, eccellentemente interpretato dal suo cast (oltre l’ottimo Andrew Garfield, memorabili le performance di Wyatt Russell e Sam Worthington), che saprà conquistare chi ha apprezzato serie come True Detective e Unbelievable.