Coming of age, queerness, adolescenza e molta – per fortuna – quotidianità: questi gli ingredienti principali di Heartstopper, nuova serie tutta inglese del colosso Netflix, disponibile dallo scorso 22 Aprile. Una serie che, con la sua prima stagione composta di 8 episodi, si appresta a scalare le classifiche dei più visti e che non ci ha messo molto a far parlare di sé. Merito anche del testo di partenza su cui il prodotto si basa, ovvero l’omonima graphic novel firmata da Alice Oseman, ormai diventata un best-seller.
Heartstopper è il racconto della costruzione intima e sociale di un amore prima e di una relazione poi. Protagonisti i due giovani – così fragili e così onesti – Nick (Kit Connor) e Charlie (Joe Locke), entrambi studenti della scuola maschile Truham Grammar School. Charles ha un passato difficile a causa degli atti di bullismo subiti da alcuni compagni dopo il suo coming out mentre Nick, dal lato apposto, non riesce a compiere un atto di così grande importanza.
Heartstopper è proprio quel prodotto che ci si aspetterebbe di vedere: un’estetica teen che fa spesso l’occhiolino ai ritmi del music video (tanti – se non troppi – gli accompagnamenti musicali di hit dal target adolescenziale), tempi di narrazione rapidi e spesso filtrati dalla messa in forma delle chat social, piccole incursioni figurative a riferimento della grapchi novel da cui è tratta la serie. Forse è proprio questo apparato visivo a tratti derivativo che potrebbe risultare un po’ difficile da mandar giù per un pubblico meno avvezzo a questa tipologia di esposizione.
Il bello di realizzazioni di questo genere sta tutto nell’efficacia del casting, come nel caso dei protagonisti Kit Connor e Joe Locke. Entrambi gli interpreti principali di Heartstopper sono perfettamente misurati nelle loro performance, riuscendo quindi nell’intento di diventare non dei modelli da seguire per il giovane pubblico che assiste alle loro vicissitudini ma dei fratelli maggiori da cui poter prendere esempio.
Complice anche la scrittura di qualità firmata dalla stessa Alice Oseman, enfant prodige della fiction young adult giunta alla ribalta con il suo primo romanzo Senza nuvole (2014), che riesce a dettare un buon ritmo e a delineare contenuti forti senza mai banalizzare. Interessante la duplice prospettiva grazie alla quale la vicenda viene approfondita: in primo piano il lato densamente emotivo e intimo dei ragazzi protagonisti; in seconda battuta, ma non meno importante, il rapporto con gli affetti personali – quali famiglia, amici e contesti sociali più ampi.
Anche per questo motivo, per essere frutto di una voce giovane che descrive esigenze, quotidianità e timori tipiche dei più giovani, Heartstopper è da considerarsi come unità di misura per tutti coloro che vogliono confrontarsi con questo nuovo modo di aprire gli occhi sul mondo delle nuove generazioni.