È sulle prestigiose fondamenta di Ipcress (Sidney J.Furie, 1965) con un indimenticabile Michael Caine che si muove lo spy thriller Harry Palmer – Il caso Ipcress, con protagonisti Joe Cole, Lucy Boynton e Tom Hollander. Disponibile dal 7 settembre su Sky e in streaming NOW, la miniserie conta un totale di sei episodi e la firma di John Hodge per la sceneggiatura (già autore di Trainspotting) e quella di James Watkins (The Woman in Black) per la regia.
Guerra Fredda, cortina di ferro e un giovane trafficante in affari tra Germania Est e Ovest reclutato nello spionaggio per pagare i suoi debiti con la legge – Harry Palmer (Joe Cole), per l’appunto –, il tutto condito dalla presenza dell’intransigente direttore dei servizi segreti UBCO(P) Dalby (Tom Hollander) e dalla spia di lungo servizio Jean Courtney (Lucy Boynton). Questi gli ingredienti di Harry Palmer – Il caso Ipcress e se, al totale, aggiungiamo anche un affare intercontinentale in materia di bomba atomica, il piatto è servito.
La serie possiede tutte la caratteristiche del caso: noir, spy story e una bella spolverata di sottile humor inglese (grazie anche al romanzo su cui è basato, “La pratica Ipcress” di Len Deighton), da cui la miniserie trae molti benefici. Allo stesso tempo, il tocco glamour e vintage segue un filone cinematografico divenuto ormai celebre e apprezzato dal grande pubblico, grazie a titoli quali Kingsman – Secret Service (2014) e Kingsman – Il cerchio d’oro (2017) di Matthew Vaughn, ma anche Operazione U.N.C.L.E. di Guy Ritchie, solo per dirne alcuni.
Purtroppo la serie, facendo leva su attori estremamente convincenti – Cole (Gangs of London) e Boynton (The Politician) formano una bella coppia sullo schermo, mentre Hollander (The Night Manager) si può tranquillamente aggiungere al novero dei migliori caratteristi – e su atmosfere molto azzeccate, sembra non riuscire ad elevarsi del tutto, rimanendo molto legata ad un immaginario “fisso” del tempo, quasi da cartolina, e ad un continuo aggrapparsi al testo in materia di sceneggiatura. Momenti brillanti – sia per azione che per dialoghi – si alternano a situazioni più fiacche e di maniera, non rendendo del tutto onore a un prodotto con delle premesse effettivamente molto valide.
Harry Palmer – Il caso Ipcress porta sul piccolo schermo uno spionaggio molto educato e composto, con una modalità di ri-creazione del contesto storico davvero ben fatta, ma che comporta una perdita in termini di sostanza. Il ricco impiego che la regia di James Watkins fa di una sorta di “prospettiva diabolica” di ripresa dal basso o di inquadrature leggermente variate rispetto alla linea dell’orizzonte, non rendono la serie abbastanza “cattiva” e per questo rischia di perdere un po’ di smalto.
Ad ogni modo, Harry Palmer – Il caso Ipcress riuscirà a colmare la sete di intrighi, imbrogli e strane alleanze che ogni amante del genere di spionaggio non smetterà mai di cercare.