martedì, Giugno 6, 2023
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Frontier recensione del pilot della serie con Jason Momoa

Frontier è una co-produzione tra Canada e Stati Uniti ed è la prima serie televisiva prodotta da Discovery Channel avvalendosi della collaborazione di Netflix. I 6 episodi sono stati trasmessi sulla tv canadese a novembre 2016, mentre su Netflix è approdata il 20 gennaio 2017.

Dal 2011 Netflix ha iniziato a produrre contenuti originali infilando un successo dietro l’altro. Solo del 2016 sono le serie televisive più innovative: Stranger Things e The OA, ma anche The Crown, quest’ultima vincitrice del Golden Globe come Miglior Serie Drammatica. La televisione ha preso sempre spunto dalla storia per le sue trame, basti ricordare gli ultimi successi di Downtown Abbey, Vikings e Outlander. In particolare, il XVIII secolo sta interessando il panorama sia televisivo che cinematografico. Un nome su tutti: Revenant Redivivo.

Siamo nel 1700. Declan Harp (Jason Momoa) è un trapper fuorilegge metà irlandese e metà nativo-americano. Vive un’esistenza nell’ombra dei boschi del Nord America, tormenta l’esercito inglese con tattiche di guerriglia per contrapporsi alla Hudson Bay Company, che detiene il monopolio del commercio di pellicce. Lo spietato Lord Benton (Alun Armstrong) attraversa l’Atlantico per cercare di fermarlo. Durante la traversata s’imbatte nel ladruncolo Michael Smyth (Landon Liboiron) e con un ricatto lo obbliga a infiltrarsi nella banda di Harp per poterlo consegnare agli inglesi.

Jason Momoa nel trailer ufficiale della serie Frontier

La serie ricostruisce perfettamente l’ambientazione caotica del XVIII secolo. L’illegalità dilagante, la violenza, il maschilismo che riduce le donne a semplici oggetti, sono contornati da temi altrettanto forti, come l’avidità nella costruzione dell’impero, lo sfruttamento di un territorio e dei suoi abitanti nativi. Il racconto di quei giorni preindustriali è piuttosto cruento.

La sensazione che regala il pilot è che Frontier parta lento e scopra la narrazione poco a poco. Declan Harp è il protagonista, ma è presente solamente in poche scene; al centro della storia infatti troviamo gli altri personaggi. Una scelta o un’incapacità narrativa da parte degli sceneggiatori? Il primo episodio è un groviglio di nomi e luoghi che rendono difficile seguire la storia, ma tutto cambia quando entra sullo schermo Jason Momoa. L’attore prende tutta la scena: è rude, con lo sguardo cattivo, i capelli al vento ed è nel ruolo.

Frontier è una storia scritta sulle tracce di diverse civiltà. Questi scontri tra uomini vestiti di pelle di daino e uomini con le fusciacche di tartan segnano l’inizio della globalizzazione nella regione, dove il brandy e le pelli generavano l’economia. La narrazione è un po’ lenta in alcuni punti, e anche abbastanza prevedibile, ma il dramma utilizza i modi e i toni giusti.

Frontier privilegia le complicate sfumature del multi-racconto, focalizzandosi su quello che la televisione può fare in termini di narrazione. Stranamente, sembra essere quello che Taboo, la serie FX interpretata da Tom Hardy, stava tentando di fare. Entrambi i personaggi sono eroi di razza mista in abiti d’epoca e raccontano della collisione tra culture e filosofie differenti, mentre gli interessi commerciali sono al centro della scena. Ma Frontier riesce a prendersi meno sul serio e vince il confronto, rivelandosi (almeno dal pilot) un viaggio soddisfacente di un’epica avventura selvaggia con personaggi potenzialmente interessanti.

frontier

Lucia Lorenzini
Lucia Lorenzini
Dipendente da cinema e serie tv fin da quando ha iniziato a usare il telecomando | Film del cuore: Casablanca | Il più grande regista: Martin Scorsese | Attore preferito: Leonardo DiCaprio | La citazione più bella: "Luke, sono tuo padre" (Star Wars Episodio V - L'Impero Colpisce Ancora)

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