venerdì, Febbraio 7, 2025
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Extrapolations – Oltre il limite, recensione della serie Apple TV+ di Scott Z. Burns

La recensione di Extrapolations - Oltre il limite, serie antologica di Scott Z. Burns dal cast stellare. Disponibile su Apple TV+ dal 17 marzo.

Gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e preoccupanti. L’ultimo anno è stato un susseguirsi di temperature anomale rispetto alla media stagionale e scarse precipitazioni, un mix letale che ha già causato pesanti danni (il pensiero va al settore agricolo). Nonostante questi continui campanelli d’allarme, una larga parte dell’umanità – soprattutto appartenente ai paesi sviluppati – sembrerebbe ignorare il problema, o comunque tendere alla minimizzazione del fenomeno. Una marcia inarrestabile – portata avanti sia per ignoranza, che per interesse – verso il più profondo dei precipizi.

Un tema particolarmente sentito da Scott Z. Burns, sceneggiatore che aveva già profeticamente previsto, anche in modo inquietante, diversi aspetti dell’incubo pandemico appena concluso in Contagion, pellicola di Steven Soderbergh uscita quasi una decade prima del tragico evento mondiale. Burns, questa volta, si dedica al tema del surriscaldamento globale, portando le sue apocalittiche previsioni – sempre supportate da basi scientifiche – su Apple TV+ con Extrapolations. La serie tv antologica dell’autore è disponibile sulla piattaforma di streaming a partire dal 17 marzo (dopo il rilascio dei primi tre episodi, i restanti cinque seguiranno un’uscita settimanale).

Un all-star cast – composto da pesi massimi della recitazione come Meryl Streep, Edward Norton, Sienna Miller e Marion Cotillard, solo per citare alcuni nomi – è protagonista di piccole storie intime, per la maggior parte relative al contesto familiare, sullo sfondo dell’imminente catastrofe ambientale e sociale. Episodi ambientati in un futuro molto prossimo, ognuno focalizzato su vicende diverse, unite dal filo conduttore del cambiamento climatico e da alcuni personaggi ricorrenti (figure secondarie, introdotte in puntante precedenti, si ripresenteranno, in episodi successivi, nel ruolo di protagonisti).

Nonostante l’urgenza del soggetto, l’attenzione latita

Tra un episodio e l’altro di Extrapolations assisteremo anche a salti temporali di alcuni anni, ritrovandoci, via via, in un contesto ambientale sempre più in condizioni drammatiche e sull’orlo del collasso. Si parte con il 2037 della prima puntata, dove l’attivista Carmen Jalilo (Yara Shahidi) cerca di sensibilizzare le masse ai problemi climatici in occasione della COP 42; una sorta di Greta Thunberg del futuro, contrapposta all’avido imprenditore, dalle motivazioni falsamente filantropiche, Nicholas Bilton (Kit Harington), pronto ad approfittare della situazione a vantaggio dei suoi interessi economici (una figura che ricorda in certi aspetti, come il Miles Bron di Glass Onion – Knives Out, il patron di Tesla Elon Musk).

Dopo questo primo episodio dalla natura macroscopica – utile per introdurre il contesto del futuro in cui ci troviamo e alcuni personaggi chiave -, Extrapolations inizierà a privilegiare vicende dal carattere più quotidiano, dove sono messi al centro i rapporti interpersonali, come la storia del giovane rabbino Marshall Zucker (Daveed Diggs, protagonista della serie Snowpiercer), intento a salvare la sua sinagoga di Miami dall’inabissamento. Ma nonostante l’urgenza della tematica trattata, Scott Z. Burns non è in grado, questa volta, di coinvolgere l’attenzione del pubblico come nella precedente opera dal soggetto pandemico.

Extrapolations non riesce mai davvero a far affezionare ai suoi personaggi e, di conseguenza, a far interessare ai loro piccoli drammi personali. Un interesse che viene ravvivato solo quando si tornano a raccontare eventi macroscopici e larger than life, dove è in gioco il destino dell’intera umanità, come nel quarto episodio con Norton e Michael Gandolfini (il figlio del compianto James, che abbiamo visto ne I Molti Santi del New Jersey).

GIUDIZIO COMPLESSIVO

In Extrapolations Scott Z. Burns si propone di raccontare, anche in modo ambizioso, l'importante e delicata tematica dei cambiamenti climatici. La serie tv antologica, concentrata principalmente sui piccoli drammi intimi dei suoi tanti protagonisti, purtroppo non è in grado di far affezionare davvero ai suoi personaggi. Nonostante l'urgenza del soggetto, l'attenzione latita.
Marco Scaletti
Marco Scaletti
Prima sono arrivati i fumetti e i videogiochi, dopo l'innamoramento totale per il cinema e le serie tv. Consumatore onnivoro dei generi più disparati, dai cinecomics alle disturbanti opere del sommo Cronenberg | Film del cuore: Alien | Il più grande regista: il succitato Cronenberg o Michael Mann | Attore preferito: Joaquin Phoenix | La citazione più bella: "I gufi non sono quello che sembrano" (I segreti di Twin Peaks)

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