La Corea del Sud è un paese che sta avendo, ormai da oltre quindici anni, una forte influenza sulla cultura pop internazionale: basterebbe solo pensare a come il gruppo K-pop BTS abbia più volte scalato le classifiche di tutto il mondo, generando un seguito e una frenesia negli appassionati equiparabile alla Beatlemania. Una “conquista” che non ha risparmiato il mondo del cinema, regalandoci opere che vanno da quelle del raffinato regista Kim Ki-duk, passando per la sanguinosa Trilogia della vendetta di Park Chan-wook, fino al blockbuster a base di zombie Train to Busan. Un successo cinematografico consacrato dalla triplette agli Oscar di Bong Joon-ho per il satirico Parasite.
Il piccolo schermo non poteva rimanere indifferente a questo fenomeno, regalandoci proprio quest’anno la serie evento di Netflix Squid Game, serial che nelle ultime settimane ha monopolizzato l’attenzione di pubblico e media. La “Korean invasion” seriale non si ferma però qui, con l’approdo su Apple TV+ di Dr. Brain. Con il primo episodio disponibile sulla piattaforma di streaming dal 4 novembre, la serie seguirà poi un modello di uscita a scadenza settimanale.
Dr. Brain è basata sull’omonimo webtoon – fumetti rilasciati in formato digitale online – realizzato dall’artista Hongjacga, uscito sulla piattaforma Daum nel 2016. Questa prima stagione, composta da sei episodi, è stata interamente diretta e scritta – in collaborazione con gli esordienti Kim Jin A e Koh YoungJae – dal regista e sceneggiatore Kim Jee-woon (probabilmente lo ricorderete per i cult Bittersweet Life e Il buono, il matto, il cattivo).
Il Dr. Brain del titolo è il protagonista Sewon (Lee Sun-kyun), brillante neurologo che sta portando avanti una ricerca volta alla condivisione del pensiero umano. Tramite un macchinario sperimentale, di sua invenzione, è infatti in grado di trasferire l’intelletto e i ricordi di un soggetto deceduto ad uno ancora in vita. Viene coinvolto, a suo malgrado, nell’indagine di un omicidio condotta dalla detective Jiun (Seo Ji-hye). Sewon è il primo sospettato, essendo la vittima, come apprenderà presto dagli inquirenti, l’amante di sua moglie Jaeyi (Lee Yoo-young), in coma dopo un tentato suicidio. Lo scienziato deciderà a sua volta di investigare per scagionarsi dalle accuse, utilizzando il suo dispositivo per sincronizzarsi con la mente della vittima.
Un thriller dalle tinte fantascientifiche, un’indagine, attraverso i ricordi confusi dell’assassinato, che ricorda a tratti, almeno in questo aspetto, il noir cyberpunk Strange Days e il serial iZombie. Purtroppo il compito di Sewon non sarà così facile, non avendo il completo controllo sulle memorie relative al caso: queste si presenteranno come visioni scatenate da stimolazioni esterne di natura visiva, uditiva o olfattiva (una strada visitata dal defunto, una musica o un profumo a lui familiare ecc.). Queste memorie, in un primo momento, saranno così instabili da presentarsi come dei veri e propri incubi ad occhi aperti, un po’ come quelli che si portano dietro dall’aldilà i protagonisti dell’horror Linea mortale. La sincronia causerà anche altri strani effetti collaterali, come l’assimilazione di alcune abilità e aspetti caratteriali del morto; un elemento che darà vita ad alcuni momenti bizzarri.
Dr. Brain, andando avanti di episodio in episodio, riesce a mantenere l’attenzione dello spettatore, addentrandosi in un mistero dalla natura molto più complessa ed elaborata di quello che sembrerebbe in partenza, un complotto con una posta in gioco alta e molto personale per il protagonista. Purtroppo tutto questo andrà anche a scapito dell’interessante trovata di partenza, normalizzata e non sfruttata a pieno, senza riuscire a ritrovare l’inquietudine e la bizzarria iniziali.
Nonostante questa ultima considerazione, la serie riesce ad intrattenere più che degnamente per tutta la durata della stagione. Dr. Brain si conferma un altro buon prodotto della tv coreana, magari non con l’appeal pop e l’originalità di Squid Game, ma che di sicuro saprà ritagliarsi una sua fetta di estimatori.