Prima regina di Inghilterra, prima donna a tener testa ad un governo corrotto e complicato, prima donna ad aver capito come fronteggiare un mondo crudele come quello della sua epoca, ma prima di tutto ciò, lei era Elizabeth (Elisabetta), una ragazza impaurita e senza qualcosa o qualcuno a cui aggrapparsi, che doveva ancora capire che l’unica persona di cui potersi fidare era se stessa: è questo periodo della sua vita che la nuovissima serie originale STARZPLAY, Becoming Elizabeth, decide di riprendere, con uno sguardo tutto al femminile.
La serie inglese, ideata da Anya Reiss e disponibile sulla piattaforma di streaming dal 12 giugno, mostra in 8 episodi la formazione di una donna che diventa spietata in un mondo spietato, una donna che per prima è riuscita a regnare in una corte fatta di uomini e di diritti ineguali. Questa è stata Elizabeth I, ultima della dinastia Tudor, interpretata nella serie da Alicia von Rittberg. Becoming Elizabeth si apre con la morte del re Enrico VIII. Una morte che lascia i suoi figli Elisabetta, Mery e Edoardo senza un padre, ed il regno senza un trono. Ma il lutto viene presto dimenticato. Il trono passa al figlio Edoardo I, allora ancora piccolo per governare, e che viene quindi guidato dal Lord protettore Edward Seymour (John Heffernan), nonché suo zio e fratello di Sir Thomas (Tom Cullen).
Quest’ultimo è un personaggio fondamentale per lo sviluppo non solo di Elizabeth, ma anche di tutte le persone che gli stanno intorno. Thomas, prima della morte del re, era l’amante di Catherine Parr (Jessica Raine), regina e moglie vedova di Enrico VIII, nonché matrigna della stessa Elizabeth. Alla morte del re, Catherine si risposa con Thomas, ma il matrimonio non sembra avere risvolti positivi. Il cuore di Thomas, infatti, ora guarda da un’altra parte. Guarda al cuore di Elizabeth, e quello di Elizabeth guarda il suo.
Ma il quadro è molto più grande di così: tutti segretamente cercano di trarre vantaggio dalle situazioni, di approfittarsene e di usare l’altro per ottenere sempre più potere, per poter essere vicini al re, per poterlo sfruttare a proprio vantaggio. Elizabeth si ritrova ad essere manipolata dai due coniugi, ed allo stesso tempo cerca di capire il gioco e di poterne prendere parte. Ma non è l’unica ad essere caduta in trappola. Gli intrighi e gli inganni a palazzo reale sembrano non avere fine, e mentre il re ancora bambino deve fronteggiare una guerra, ce n’è un’altra che si svolge tra le mura del palazzo, combattuta con il cuore, con la mente, con l’astuzia e l’inganno. È una guerra al potere.
Una Elizabeth appena quindicenne si ritrova in un mondo complicato e crudele, ed è costretta a crescere in fretta. La serie è a tutti gli effetti un young adult, oltre che essere un period drama che racconta una storia parecchio rilevante e importante. Questo mondo viene rappresentato molto bene in Becoming Elizabeth: i costumi sono adatti a rappresentare l’epoca, i luoghi in cui si svolgono le azioni anche, e le azioni stesse sono appropriate e tipiche del tempo. Il problema è come questi elementi vengono mostrati allo spettatore. Spesso e volentieri ci sono scelte di regia molto creative, ma azzardate: vengono messi in risalto elementi, azioni o personaggi che non hanno una reale importanza, e lo spettatore si ritrova spaesato.
È così anche per i troppi piani ravvicinati sui personaggi. Sono poche le inquadrature larghe, e questa vicinanza non è giustificata da un’azione o un’emozione importante che debba essere ripresa in quel modo. Tutto è ripreso da vicino e non si riesce a riconoscere le scene o le conversazioni più importanti da quelle che lo sono meno. È visivamente pesante. Inoltre, per la scarsità dei piani a figura intera, i costumi non sono valorizzati correttamente: mancano i totali di descrizione dell’ambiente e per questo i luoghi non rimangono impressi nella mente dello spettatore, che rimane sempre a chiedersi dove si stia svolgendo l’azione o il perché un personaggio sembra essere comparso dal nulla.
Ci sono molte incoerenze dal punto di vista della regia, elo stesso vale per la colorazione e le tonalità usate nella serie. I colori danno un senso di uniformità, ma spesso non sono giustificati e non sono utilizzati nella maniera corretta. Si alternano tonalità calde che trasmettono calore e sicurezza, in scene di stampo drammatico, e tonalità fredde che sono impiegate non solo nelle scene in cui l’obiettivo è mettere in risalto la corruzione della corte, ma anche per enfatizzare le varie attività a palazzo, dando così la sensazione che non ci sia una vera e propria coesione e uniformità dal punto di vista cromatico.
Anche per quanto riguarda il cast ci sono delle incongruenze. La maggior parte degli attori rispecchiano l’aspetto fisico dei personaggi dell’epoca, oltre ad essere molto carismatici. È da sottolineare, però, che gli attori scelti per la serie non dimostrano l’età che i personaggi da loro interpretati hanno. Basti pensare alla protagonista Alicia von Rittberg, che interpreta una Elizabeth quindicenne che appare però molto più grande dell’età che dovrebbe avere. Questo dettaglio potrebbe passare in secondo piano in alcuni casi, ma non in questo: l’età di Elizabeth è fondamentale per la comprensione della storia, che non solo parla di una vera e propria crescita, ma porta in scena anche parecchi scandali amorosi scaturiti dall’età della ragazza. Inoltre, i dialoghi e le conversazioni sono fin troppo modernizzati e non rispecchiano affatto gli usi e il linguaggio dell’epoca. Sarebbe stato invece ottimo utilizzare un linguaggio più tipico dell’età elisabettiana.
Becoming Elizabeth decide di mostrare soltanto alcuni eventi specifici della storia di Elizabeth, non potendo ovviamente mostrarli tutti. Pone maggiore attenzione sugli intrighi e i complotti a palazzo, sulle tresche amorose tra gli abitanti della corte, oltre che sulla crescita personale della ragazza. Questa particolare attenzione su questi specifici eventi può piacere a chi, ad esempio, si aspettava di trovare una serie proprio su questo, ma allo stesso tempo può far storcere il naso a chi si aspettava invece un punto di vista un po’ più storico e realistico.
In ogni caso, la serie presenta parecchi buchi di trama ed il ritmo è fin troppo accellerato. Accade tutto troppo in fretta, e non si ha il tempo di capire cosa stia succedendo o quali siano i caratteri e le intenzioni dei personaggi, che sono per l’appunto caratterizzati in maniera incomprensiva. Nonostante la storia venga raccontata in maniera imprecisa, lo spettatore riesce comunque a percepire le emozioni trasmesse, anche se non a pieno. Inoltre, la serie mostra bene come la corte inglese, ai tempi, fosse corrotta e piena di inganni, come un gioco a chi riesce a manipolare prima l’altro. Mostra bene anche come Elizabeth sia forte e sia in grado di fronteggiare gli uomini, in un mondo dove la donna era considerata inferiore.
Becoming Elizabeth è una serie piacevole sotto certi punti di vista, ma purtroppo è molto confusa. Ha sicuramente del potenziale, che però non è sfruttato bene. Alcuni elementi sono particolarmente apprezzabili, ma sono piccole cose in mezzo a molte altre che non vanno. L’idea alla base della serie è interessante, anche se già apparsa sul grande schermo con il grande film Elizabeth di Shekhar Kapur. Un’idea che poteva certamente essere sviluppata e portata in scena meglio.