Rogue One è una delle poche produzioni sotto la gestione Disney del franchise di Star Wars, insieme alla serie tv The Mandalorian, ad aver convinto la stragrande maggioranza dei fan dell’universo creato da George Lucas.
La pellicola spin-off/prequel del 2016 diretta da Gareth Edwards (Godzilla), ambientata una settimana prima dell’originale Una nuova speranza, segue le vicende di un “mucchio selvaggio” di ribelli nel disperato intento di rubare i piani della stazione spaziale Morte Nera. Una storia di guerriglia dai toni particolarmente cupi, dove l’aspetto magico legato alla Forza e ai Jedi è quasi del tutto assente. Un ritorno nell’universo familiare di Star Wars diverso da quanto visto prima, che ha subito impresso un marchio indelebile nel cuore di larga parte del fandom (non è raro che il film venga definito da molti come il migliore dell’intera saga dopo L’impero colpisce ancora).
Rogue One è, negli occhi dei fan, quello che si potrebbe definire un moderno classico; un’opera iconica su cui inevitabilmente, in questo periodo di spin-off televisivi (The Book of Boba Fett, Obi-Wan Kenobi), Disney ha cercato di capitalizzare ancora. Andor, serie prequel incentrata sul carismatico leader ribelle di Rogue One, è infatti in arrivo su Disney+ a partire dal 21 settembre (dopo il rilascio dei primi tre episodi, i restanti nove usciranno a scadenza settimanale). Abbiamo avuto occasione di guardare le prime quattro puntate in anteprima.
Ambientata cinque anni prima della Battaglia di Yavin (quella alla fine del primo Star Wars, dove viene distrutta la prima Morte Nera), la serie segue un Cassian Andor (Diego Luna) non ancora diventato l’eroe della ribellione che conosciamo. Cassian, il cui pianeta natale è stato distrutto dall’Impero, è infatti un cinico ladruncolo alla ricerca della sorella scomparsa. Durante la sua ricerca si trova costretto a dover uccidere due guardie, crimine che attira l’attenzione dell’ufficiale Syril Karn (Kyle Soller). Braccato, solo il misterioso Luthen Rael (Stellan Skarsgård) sembrerebbe rappresentare la sua unica possibilità di fuga.
Una delle opere di Star Wars dai toni più maturi
Scritti dallo stesso showrunner della serie Tony Gilroy (sceneggiatore di Rogue One), e diretti dal navigato regista televisivo Toby Haynes (Black Mirror, Utopia), i primi tre episodi di Andor sono una sorta di lungo prologo tutto incentrato sul protagonista, prima che la vicenda vera e propria entri nel vivo. Pioggia battente, bassifondi, locali notturni; l’ambientazione delle prime puntate di Andor ricorda da vicino certo cinema noir, che declinato in salsa fantascientifica riporta alla mente pellicole come Blade Runner.
Una introduzione ad un mondo ancora più cupo di quello presentato in Rogue One, dove si muove un personaggio che non è sicuramente il classico cavaliere Jedi senza macchia e senza paura (ambiguo e donnaiolo, pronto a mentire e ad uccidere, nel modo meno eroico possibile, per salvarsi la pellaccia). Uno show serioso e dal ritmo riflessivo, lontano dal più spensierato ed avventuroso The Mandalorian, che rivela nel quarto episodio la sua natura spy thriller (Gilroy è stato anche lo sceneggiatore della saga cinematografica dedicata a Jason Bourne).
In questo quarto episodio, diretto da Susanna White (The Deuce: La via del porno, Trust: Il rapimento Getty) e scritto Dan Gilroy (fratello di Tony, regista e sceneggiatore de Lo sciacallo – Nightcrawler), visitiamo in modo esteso, per la prima volta sullo schermo, la Coruscant del periodo imperiale. Un nido di vipere dove i leader della nascente ribellione – il succitato Luthen Rael e la senatrice Mon Mothma (Genevieve O’Reilly) – cercano di agire sotto copertura, circondati da potenziali spie di un sempre più paranoico Impero. Una parte della serie che ha tutti i presupposti per diventare una sorta di Game of Thrones galattico.
Questi primi episodi di Andor, dunque, ci hanno lasciato con un’impressione generalmente positiva. Dopo una partenza un po’ lenta, ma necessaria per entrare nel mood della storia, la serie rivela tutte le sue potenzialità narrative, supportata da valori produttivi all’altezza e da un ottimo cast. Non vediamo l’ora di scoprire come proseguirà questa cronaca degli inizi della ribellione, in una delle opere dai toni più maturi della saga di Star Wars.