“Io scelgo la gentilezza”: questo è lo slogan adottato per promuovere Wonder (qui il trailer), lungometraggio di Stephen Chbosky con Julia Roberts e Owen Wilson, tratto dall’omonimo romanzo di R. J. Palacio. Proprio la cordialità è infatti il tema cardine di questa favola moderna che, con pacata dolcezza, racconta il primo anno di scuola media di August ‘Auggie’ Pullman, un bambino di dieci anni affetto fin dalla nascita da una malformazione facciale.
Chiamato ad interpretare il difficile ruolo del protagonista, l’astro nascente Jacob Tremblay si conferma fin da subito il più talentuoso enfant prodige dell’attuale star system hollywoodiano, riuscendo ad offrire un’interpretazione perfino superiore a quella dei suoi film precedenti Room e Il Libro di Henry.
Non rinunciando mai a propri principi, il suo Auggie diventa infatti un modello di forza e determinazione, capace di contrastare qualsiasi stereotipo senza dimenticare mai quella gentilezza di cui oggi si ha disperatamente bisogno. Trascinati dal coraggio del piccolo e improbabile eroe, un folto gruppo di co-protagonisti si avvicenda poi sulla scena.
Tra gli altri, impossibile non citare la premurosa mamma Isabel (una bravissima Julia Roberts), che ha rinunciato ai propri sogni per il bene della famiglia; il divertente papà Nate (Owen Wilson), sempre pronto a rallegrare il figlio nei momenti difficili; la silenziosa e paziente Via (Isabella Vidovic), sorella maggiore insospettabilmente protettiva; e i nuovi compagni Jack (un sorprendente Noah Jupe) e Summer (Millie Davis), che poco alla volta imparano ad apprezzare il nuovo arrivato.
Wonder recensione del film con Julia Roberts e Jacob Tremblay
Se il film poggia quindi su un protagonista principale, è vero anche che la coralità appare ugualmente fondamentale. Wonder, prima di essere la storia di un ragazzo speciale, è infatti uno spaccato di umanità, forse non sempre veritiero ma assolutamente necessario. In un mondo odierno dilaniato da eventi terribili, la storia del piccolo Auggie diventa pertanto una parabola di cui tutti hanno bisogno per poter ricominciare a credere nell’affetto e soprattutto nella gentilezza.
Stephen Chbosky, cineasta di particolare sensibilità che si era già fatto conoscere con il buono Noi Siamo Infinito, torna dietro la macchina da presa giocando dunque con i buoni sentimenti, condendo però il tutto con un pizzico di indispensabile umorismo.
La narrazione, votata naturalmente alla commozione facile e costante, riequilibria i toni grazie a momenti divertenti e ben calibrati: soprattutto i richiami a Star Wars e la tenera ingenuità del protagonista permettono scambi di battute fini ed intelligenti, che puntellano con coerenza le vicende.
La doppia anima di tenerezza e simpatia si restituisce inoltre nella messa in scena vera e propria che, anche grazie alla fotografia curata da Don Burgess, restituisce un mondo ovattato e favolistico, il quale tenta di mostrare anche visivamente i principi che va tematicamente perseguendo. Facendo ricorso ad un cast eccezionale e ad una morale poco invasiva e ben narrata, Wonder non è quindi solo un film emozionante e commovente, ma anche un racconto universale votato a trasmettere un’importante lezione che, sia i grandi sia i più piccini, non dovrebbero mai dimenticare.