martedì, Gennaio 14, 2025
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What’s Love Got to Do with It, recensione del film con Lily James

La recensione di What's Love Got to Do with It, commedia romantica diretta da Shekhar Kapur e interpretata da Lily James. Prossimamente al cinema.

What’s Love Got to Do with It è un’espressione che non può non riportare alla memoria l’intramontabile classico di Tina Turner che nel 1993 venne anche usato come titolo del biopic dedicato alla regina del Rock’n’Roll, interpretato da Angela Bassett. Letteralmente, “What’s Love Got to Do with It” significa “Cosa c’entra l’amore con questo?”: mai scelta poteva essere più azzeccata per il nuovo film del regista indiano Shekhar Kapur, che si interroga proprio su dove sia giusto ricercare l’amore e quanto sia fondamentale ascoltare solo ed unicamente il proprio cuore.

Noto a livello mondiale soprattutto per i due Elizabeth interpretati da Cate Blanchett e per Le quattro piume con il compianto Heath Ledger, per la prima volta Kapur (se non si considera la parentesi corale New York, I Love You) si mette in gioco con gli imprevedibili e rinomati meccanismi della commedia romantica, una nuova stimolante dimensione che gli offre la possibilità di allontanarsi dai racconti polverosi e impegnativi del passato, per abbracciare una forma di narrazione più leggera e frizzante – ma non per questo superficiale! – con la quale riesce, con straordinaria immediatezza ed efficacia, ad infondere un sentimento positivo nell’animo dello spettatore, al di là che si tratti di una risata o di una lacrima di commozione.

Al centro della storia di What’s Love Got to Do with It troviamo Zoe (interpretata da Lily James), una documentarista che decide di filmare lo speranzoso viaggio di Kazim (interpretato da Shazad Latif) da Londra a Lahore, una città del Pakistan, per sposare una sconosciuta e assecondare così i dettami più rigorosi della sua religione. Zoe e Kazim sono amici d’infanzia e sono entrambi alla soglia dei trent’anni: alla fine della realizzazione del documentario, si ritroveranno a doversi porre alcune domande importanti non solo sulle tradizioni culturali delle loro rispettive famiglie, ma anche su cosa rappresenti davvero l’amore nelle loro vite e su come sia possibile imparare da approcci così differenti qualcosa di nuovo sul sentimento universale per antonomasia.

Lily James e Shazad Latif in What’s Love Got to Do with It. Foto di Robert Viglasky.

Diversificare i cliché della rom-com

What’s Love Got to Do with It, presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e in anteprima italiana alla 17esima edizione della Festa del Cinema di Roma (in programma dal 13 al 23 ottobre), cerca di porsi domande – e di fornire altrettante risposte – in merito all’affannosa questione: matrimonio d’amore o matrimonio combinato? Matrimonio all’interno della propria comunità o matrimonio interrazziale? Un argomento particolarmente scottante (non da oggi, ma da tantissimi anni), che continua a suscitare accesissimi dibattiti, ma nei confronti del quale Shekhar Kapur non sembra intenzionato ad esprimere giudizi perentori o assoluti, ma cercando più che altro di mostare come ai nostri sentimenti, che meritano di librarsi autonomamente, non possa quasi mai essere imposto alcun tipo di vincolo o barriera.

Archiviati i drammi shakespearini, Kapur cambia totalmente registro per addentrarsi in punta di piedi in un divertissement mai troppo frivolo e mai troppo gioioso, che scoverchia le numerose idiosincrasie che riguardano non solo i due protagonisti in quanto individui singoli, ma anche tutte quelle credenze orientali e tutti quei pregiudizi occidentali che da sempre hanno condizionato le reciproche esistenze, portandoli alla convinzione che l’amore sia una strada da percorrere a senso unico. Dell’operazione del regista indiano, basata su una sceneggiatura della celebrità british Jemima Kahn (attiva in diversi ambiti, tra cui il giornalismo, la politica e il sociale), è sicuramente apprezzabile la volontà di rivisitare e diversificare, entro certi limiti stabiliti, i cliché della rom-com, genere che tradizionalmente è incline a porre l’accento su relazioni assai stereotipate tra personaggi bianchi, personaggi eterosessuali o personaggi appartenenti alla cultura occidentale (di provenienza britannica, o al massimo statunitense).

Il risultato finale è un gradevolissima storia d’amore che strizza l’occhio ai classici di Richard Curtis ma anche al cinema di Mira Nair. Tutti gli equivoci, gli allontanamenti e le riappacificazioni che da tempo immemore rappresentano la benzina forte del genere non mancano di certo all’appello, ma è grazie al gusto prezioso con il quale vengono soppesati nel racconto che consento a What’s Love Got to Do with It di ergersi una spanna sopra – con enorme sorpresa, anche da un punto di vista estetico – rispetto alla miriade di prodotti simili che si continuano a produrre nonostante lo sconcertante appiattimento che da anni contraddistingue ormai l’ossatura narrativa della commedia romantica. A rendere il tutto ancora più godibile, il talento duttile e il volto espressivo di Lily James (vista di recente nell’acclamata miniserie Pam & Tommy) e un irreverente e scatenata Emma Thompson (nei panni della madre sempre fuori posto di Zoe), pronta a rubare la scena e a regalare i momenti più esilaranti del film.

Guarda il trailer di What’s Love Got to Do with It

GIUDIZIO COMPLESSIVO

Dell'operazione di Shekhar Kapur è sicuramente apprezzabile la volontà di rivisitare e diversificare, entro certi limiti stabiliti, i cliché della rom-com, genere che tradizionalmente è incline a porre l'accento su relazioni assai stereotipate tra personaggi bianchi, personaggi eterosessuali o personaggi appartenenti alla cultura occidentale (di provenienza britannica, o al massimo statunitense).
Stefano Terracina
Stefano Terracina
Cresciuto a pane, latte e Il Mago di Oz | Film del cuore: Titanic | Il più grande regista: Stanley Kubrick | Attore preferito: Michael Fassbender | La citazione più bella: "Io ho bisogno di credere che qualcosa di straordinario sia possibile." (A Beautiful Mind)

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Dell'operazione di Shekhar Kapur è sicuramente apprezzabile la volontà di rivisitare e diversificare, entro certi limiti stabiliti, i cliché della rom-com, genere che tradizionalmente è incline a porre l'accento su relazioni assai stereotipate tra personaggi bianchi, personaggi eterosessuali o personaggi appartenenti alla cultura occidentale (di provenienza britannica, o al massimo statunitense).What's Love Got to Do with It, recensione del film con Lily James