Vice – L’Uomo nell’Ombra segna il ritorno sul grande schermo del poliedrico regista Adam McKay (La Grande Scommessa), ancora una volta alle prese con l’oscuro sottobosco della politica made in USA. Il lungometraggio, che vede tra i produttori anche Brad Pitt e Will Ferrell, è stato candidato con ben 6 nomination ai prossimi Golden Globes ed uscirà nelle sale italiane il prossimo 3 gennaio grazie alla Eagle Pictures.
In Vice – L’Uomo nell’Ombra sono trasposte le vicende – aderenti, per quanto possibile, alla realtà – del sempiterno vicepresidente Dick Cheney (Christian Bale) assieme alla sua irriducibile consorte Lynne Cheney (Amy Adams). La parabola politica di Cheney trova i suoi esordi con il calcolatore Donald Rumsfeld (Steve Carrell) fino ad approdare alla presidenza di Bush figlio (Sam Rockwell), che lo proclamerà eminenza grigia di tutto l’apparato governativo statunitense.
Il percorso alla regia di Adam McKay, che firma anche la sceneggiatura del film, riesce a confermare gli intenti proclamati con il precedente lungometraggio La Grande Scommessa. Da un focus sulla crisi finanziaria che ha colpito la Grande Mela nel 2007/2008, con Vice ad essere scandagliato è l’apparato umano del monolitico Dick Cheney. Il film riesce a convincere e a trasportare lo spettatore nel complesso iter trasformativo di un uomo che arriva a governare, nell’ombra, il gigantesco impero dello zio Sam. Per cogliere nel segno McKay si affida ad un gruppo d’interpreti d’eccezione.
Christian Bale riconferma il suo talento trasformista assumendo le sembianze appesantite e il mumbling di Cheney; Amy Adams si cala perfettamente nei panni della “vice” first lady; l’interpretazione di Sam Rockwell esprime tutto il lato tragicomico della figura storica di George W. Bush, mentre Steve Carell torna ad avvalorare il suo status di attore poliedrico plasmando un Rumsfeld meschino e calcolatore.
Vice – L’Uomo nell’Ombra (qui il trailer italiano ufficiale) è anche un complesso esercizio di stile nel quale l’istinto registico di Adam McKay decide di seguire tutti gli spunti e le suggestioni visive fornitegli dall’ambigua figura di Dick Cheney. La commistione e il susseguirsi di ritmi e registri diversi rendono la ricostruzione dell’operato di Cheney come se fosse una grande e vorticosa inchiesta “di finzione”. Grazie a Vice lo spettatore sarà così informato e intrattenuto, diventando capace di cogliere i numerosi elementi che costituiscono una storia personale dai tratti drammaticamente universali.