Tutto Quello Che Vuoi è pronto a debuttare nelle sale. La nuova commedia scritta e diretta da Francesco Bruni riconferma, dopo Scialla! e Noi 4, la sua volontà di raccontare piccole storie quotidiane che affondano le radici nei ricordi presenti, prossimi e remoti della vita stessa dell’autore, tra la presenza della propria famiglia (inclusa, anche questa volta, nel cast del film).
Ci sono infatti suo figlio Arturo Bruni e sua moglie Raffaella Lebboroni, l’evocativa figura paterna e la malattia che la affliggeva (incarnata, nel film, dal personaggio del poeta Giorgio, interpretato da Giuliano Montaldo), oltre ai luoghi fisici che hanno segnato la sua vita, come il quartiere di Trastevere.
E proprio qui si snoda l’esistenza pigra e turbolenta di Alessandro (Andrea Carpenzano), ventiduenne bloccato nel limbo della noia e della monotonia almeno fino all’incontro con il poeta ottuagenario Giorgio (Montaldo), che accetta di accompagnare durante le lunghe passeggiate pomeridiane, nella speranza di racimolare qualcosa.
Ma questo insolito incontro si rivelerà fondamentale per entrambi, permettendo al ragazzo di scoprire un mondo celato tra le pieghe della memoria del poeta e a quest’ultimo di lanciarsi in un’ultima, selvaggia, caccia al tesoro a ritroso nel tempo e nei ricordi della propria giovinezza.
In Tutto Quello Che Vuoi Bruni mescola suggestioni e rielaborazioni, prendendo spunto da un romanzo di Cosimo Calamini (intitolato “Poco più di Niente”), per costruire l’incalzante narrazione da road movie verso la quale vira questa malinconica commedia, incentrata sullo struggente rapporto tra due generazioni apparentemente così lontane eppure così vicine.
Nonni e nipoti, ottuagenari e ventenni più simili del previsto, con un signore afflitto da un male oscuro come l’Alzheimer che ritorna giovane ripensando, con malinconia, ai luoghi della propria memoria mentre un ventenne scapestrato, circondato da amici della stessa pasta, prova a riappropriarsi di una catena di rapporti umani che non ha mai conosciuto, cercando di costruire il futuro sulle ceneri di un passato non suo.
Con struggente malinconia Bruni orchestra questa piccola commedia che si rivela – appunto – un’elegia delle piccole cose, quelle importanti e fondamentali che spesso si finisce per perdere di vista perché vengono dimenticate e sepolte sul fondo limaccioso del lago della memoria.
Tutto Quello Che Vuoi lancia un messaggio di speranza, legato alla possibilità che sia plausibile recuperare un dialogo saltando una generazione – quella dei padri, spesso in difficoltà nei confronti degli ostacoli “disposti” dalla vita – e accomunando invece quelle due all’apparenza così lontane tra loro, la cui unione è plausibile solo quando un romantico poeta tornato bambino incontra un ragazzo cinico e nichilista.
La scrittura del film ne rispecchia la regia, passando con ritmo incalzante dalla semplice commedia al road movie fino alle sfumature dramedy; con tocco delicato, Bruni affronta alcuni dei più grandi spauracchi della nostra società moderna – la morte, la vecchiaia, la disoccupazione giovanile, la malattia – con leggerezza kunderiana, filtrandole attraverso la visione naif dei quattro giovani protagonisti ma anche di Giorgio, che alla fine del lungo viaggio di ricerca dimostra davvero d’aver ottenuto tutto quello che ha, da sempre, semplicemente voluto.