domenica, Dicembre 8, 2024
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Tutto il Mio Folle Amore, recensione del nuovo film di Gabriele Salvatores

Tutto il Mio Folle Amore è un road movie del tutto atipico che Gabriele Salvatores dedica al pubblico a partire da giovedì 24 ottobre grazie alla 01 Distribution. Liberamente tratto dal romanzo “Se ti abbraccio non aver paura” firmato da Fulvio Ervas, il film è stato presentato alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia e vede protagonisti un esordiente Giulio Pranno accanto agli habitué del cinema nostrano Valeria Golino, Diego Abatantuono e Claudio Santamaria.

Vincent (Pranno) è un ragazzo di sedici anni affatto da autismo affidato alle cure amorevoli di sua madre Elena (Golino) e del compagno Mario (Abatantuono). La vita di Vincent sarà travolta dall’arrivo del suo vero padre Willy (Santamaria), un cantante sempre in giro per l’Est Europa e dall’aria non molto affidabile. Vincent non riesce a resistere al richiamo nuovo e avventuroso del suo nuovo papà e decide di seguirlo nel suo lavoro cominciando così un viaggio alla scoperta del proprio futuro.

Tutto il Mio Folle Amore è anzitutto un film accompagnato da una scelta musicale abbastanza inusuale ma efficace nel suo modo di creare un continuo moto di curiosità nelle orecchie dello spettatore. I numerosi brani di Modugno – di cui il personaggio interpretato da Santamaria è una furba macchietta con il soprannome “Il Modugno della Dalmazia” – sono accostati a scelte che passano per il rock classico fino ad arrivare ai più contemporanei Imagine Dragons con il brano Next to me.

Il lato atipico del film non riesce però ad esprimersi completamente, risultando in molti passaggi poco chiaro o, per certi versi, smaccatamente forzato. Valeria Golino, Claudio Santamaria e Diego Abatantuono – ormai quasi attore feticcio di Salvatores – muovono i loro personaggi in un contesto talora confuso senza portarli a un vero compimento. Giulio Pranno se la cava nel difficile compito di portare sullo schermo un ragazzo fisicamente ed emotivamente complesso, sostando tuttavia – anche lui – nelle numerose zone d’ombra dell’opera.

Il film di Salvatores tenta la narrazione di un viaggio rituale che vada aldilà del solito percorso di fuga dalla vita di tutti i giorni volto alla ricoperta del proprio io. In questo caso si tratta di un viaggio verso la vita, di uno slancio profondo verso di essa per allontanare il buio da cui è attanagliata la quotidianità. Certo, il regista non perde l’occasione di mostrare luoghi meravigliosi e inconsueti, calandosi perfettamente nel modus operandi del tipico road movie di stampo americano e ripercorrendo fasti e stilemi dei celebri Marrakech Express(1989) e Turné (1990), solo per citarne alcuni.

Tutto il Mio Folle Amore ha quindi l’aspetto di un film che, preso dalla furia e dall’entusiasmo di raccontare i meandri più profondi dell’animo umano, non è più in grado di trovare la bussola dei propri sentimenti.

Guarda il trailer di Tutto il Mio Folle Amore

Carlotta Guido
Carlotta Guido
Dopo la visione de Il Padrino Parte II capisce che i suoi film preferiti saranno solo quelli pari o superiori alle tre ore | Film del cuore: Il Padrino | Il più grande regista: Aleksandr Sokurov | Attore preferito: Marlon Brando | La citazione più bella: "Il destino è quel che è, non c’è scampo più per me" (Frankenstein Junior)

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