mercoledì, Settembre 11, 2024
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To Catch a Killer – L’uomo che odiava tutti, recensione del film con Shailene Woodley

Diretto da Damián Szifron e interpretato da Shailene Woodley e Ben Mendelsohn, To Catch a Killer - L'uomo che odiava tutti andrà in onda su Sky Cinema il 5 agosto, disponibile anche in streaming su NOW.

C’è una tecnica che accomuna molti thriller contemporanei. È la ripresa aerea con il drone, una carrellata che dall’alto guarda a un basso dove scorrono palazzi, città, boschi, alberi, campagne. Spesso la si trova subito in apertura, spesso ricorre durante gli spostamenti del o della detective in cerca di indizi. Nelle intenzioni sta lì a dover suggerire una labirintite professionale e morale, o magari, semplicemente, gli snodi tortuosi che conducono all’assassino. Più di solito è in realtà solo un vezzo, un involucro. Anche To Catch a Killer – L’uomo che odiava tutti apre con un’inquadratura di questo tipo. Il film diretto da Damián Szifron, che lo scrive anche assieme a Jonathan Wakeham, cala gli occhi su una Baltimora in procinto di festeggiare il capodanno.

È un inizio in ampia verticalità. E quelli che sono in cima a questa verticale, nei lussuosi e luminosi appartamenti dei grattacieli nel cuore della city, sono anche i primi ai quali ci avviciniamo. Passano pochi istanti prima che vengano trafitti dai colpi esplosi da un fucile che spara allo scoccare dei fuochi d’artificio della mezzanotte. Uno, due, cinque, dieci, ventinove. Queste le vittime di una scarica omicida che di quella verticale non risparmia nessuno, dall’abitazione più in alto fino alla strada più in basso. Si inizia a capire allora che la scelta con cui apre il lavoro di Szifron ha in questo sguardo lucido e freddo (che forse non è un drone, forse è un elicottero, o forse nessuno dei due), panottico, un ruolo da giocare nella caccia a un uomo che non fa distinzioni.

La manifestazione del digitale

Che schiaccia tutti come formiche, dirà poco dopo Eleanor Falco (Shailene Woodley), in uno degli slanci molto ad alta voce del film. Falco, poliziotta sguinzagliata nelle peggiori pattuglie di strada e con un passato che si scoprirà complesso. In lei però vede qualcosa Geoffrey Lammark (Ben Mendelsohn), agente dell’FBI incaricato del caso, investigatore in giacca e gilet che ha qualcosa del genio e della superstar di Sherlock Holmes. Allora Falco inizia a lavorare con lui e l’agente Mackenzie (Jovan Adepo) nell’indagine su questo omicidio di massa che ha sconvolto la città. Ma da To Catch a Killer – L’uomo che odiava tutti non c’è da aspettarsi il portamento del poliziesco tormentato. C’è una tensione nervosa più piana, verrebbe da dire quasi più uniforme. Ma uniforme a cosa? E perché?

È il fascino, e probabilmente anche la debolezza, del film, che si ascrive in tutto e per tutto alla ragione di un digitale che conforma i toni, l’estetica, i ritmi. E quindi i personaggi, e quindi l’indagine. Difficile capire dove siano i confini dell’intenzione; ma è chiaro che vi sia. Ogni cosa in To Catch a Killer – L’uomo che odiava tutti è chiara: le ragioni, i pensieri e i dialoghi di Falco e Lammark, le cose che vedono, le cose che sentono, il modo in cui le vedono e in cui le sentono. Il digitale è manifesto, è palesato nel suo esserci e nel suo dettare un paradigma di visione che sembra non consentire sfumature o zone d’ombra. Sia nelle tecniche di investigazione (le riprese di sicurezza, i video degli smartphone, i database), sia nelle tecniche di regia (le già citate inquadrature aeree, altre impossibili, l’effettistica visiva delle esplosioni).

Un thriller dal tratto nichilista

In questo esserci – perché se ne avverte davvero la presenza, l’artefatto – il film pare attivare allora una messa in critica della sua capacità, quella del digitale, di porsi a tutela di una collettività spaventata, esacerbata e condotta al limite da un’impossibilità di vedere il singolo in quanto tale, di spezzare la pianezza del flusso. Non è un caso che il fulcro della caccia all’assassino si giochi sulla difficoltà di mettere e a fuoco, metaforicamente e non, il volto di questa persona. Di capire chi sia l’individuo che utilizza armi militari precedenti agli inventari elettronici, che sfugge alle telecamere, che non rimane impresso nei dati e quindi, in sostanza, non esiste.

To Catch a Killer – l’uomo che odiava tutti – in onda su Sky Cinema lunedì 5 agosto, disponibile anche in streaming su NOW – è un racconto che prova insomma a porre in risonanza la tecnica e la sostanza, attraverso la scelta di individuare nel digitale la sineddoche di un mondo contemporaneo che fallisce perché ha fallito ad affrontare ciò che lo ha preceduto. Un punto cruciale è infatti anche nell’evidenziare il contrasto sul quale è costruito il benessere degli Stati Uniti (si sottolineano molto le marche di lusso e l’idea del consumo), Paese che si è lasciato dietro passati irrisolti, spazi vuoti, persone invisibili. È un discorso che il thriller di Szifron traccia con un tratto tutto sommato abbastanza grossolano nelle modalità  espressive e nei caratteri di fondo, dove quell’intenzione di cui si diceva pocanzi confina molto da vicino con una scrittura non sempre calibratissima.

Se ne avverte però l’urgenza che muove gli intenti e le azioni di personaggi che sbattono contro le ipocrisie (della politica, della catena di comando), le psicosi (della popolazione, dei fanatici) e la propaganda (della tv, dell’informazione) che li circonda. Molta carne al fuoco, ed è impossibile negare che nel cercare di farla convergere in una trattazione nichilista sulle ipocrisie del presente qualcosa stridi. Eppure resta un approccio di fredda ferocia, a suo modo davvero implacabile nello sciogliere ogni sensazione di sicurezza.

Guarda il trailer ufficiale di To Catch a Killer

GIUDIZIO COMPLESSIVO

To Catch a Killer – L’uomo che odiava tutti è un thriller che nella manifestazione del digitale tenta di instaurare una riflessione sulle storture del mondo presente. Mette molti temi al centro e non sempre riesce a mantenere il punto, ma non si può negare al film di Damián Szifron la ferocia del suo arrembaggio nichilista.

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To Catch a Killer – L’uomo che odiava tutti è un thriller che nella manifestazione del digitale tenta di instaurare una riflessione sulle storture del mondo presente. Mette molti temi al centro e non sempre riesce a mantenere il punto, ma non si può negare al film di Damián Szifron la ferocia del suo arrembaggio nichilista. To Catch a Killer - L'uomo che odiava tutti, recensione del film con Shailene Woodley