Arriva direttamente dalla Norvegia Thelma (qui il trailer ufficiale), nuovo thriller diretto da Joachim Trier che sembra unire le atmosfere glaciali della cinematografia nordica con elementi tipici dei lungometraggi sovrannaturali statunitensi, primo tra tutti Carrie – Lo Sguardo di Satana di Brian De Palma.
Non è niente di nuovo, dunque, quello che viene raccontato in questa pellicola interpretata dalla stella nascente Eili Harboe. La storia narra infatti di Thelma (Harboe), una ragazza come tante che, dopo essere stata cresciuta da una famiglia estremamente cristiana in una casa lontana da qualsiasi centro abitato, si trasferisce in città per frequentare l’università. Qui, dopo un improvviso ed inaspettato attacco epilettico, conosce Anja (Kaya Wilkins), un’affascinante compagna di corso.
Thelma scopre gradualmente di provare dei sentimenti per la nuova amica che, poco alla volta, sembra ricambiarla. L’educazione della protagonista la porta tuttavia a rifuggire i propri desideri, che si sfogano però in altri modi: accanto a sempre più ricorrenti attacchi di epilessia, strani eventi iniziano infatti a verificarsi, fino a quando non si compie una strana tragedia.
Fin dall’inizio della storia, Thelma sembra sfruttare un topos narrativo estremamente canonico che, nonostante qualche momento di calibrata suspense, non riesce a regalare veri a proprio di scena, apparendo in certi frangenti prevedibile ed in altri non realmente coinvolgente.
Thelma recensione del thriller sovrannaturale di Joachim Trier
Ciò nonostante, le mancanze narrative sembrano essere colmate da un punto di vista estetico e formale. Se la storia sembra una copia (comunque ben strutturata) di film di tematica coeva, lo stesso non può essere detto per lo stile visivo, che si discosta da qualsiasi produzione horror commerciale del periodo.
Se il richiamo ad Ingmar Bergman che troneggia nella campagna pubblicitaria italiana è forse esagerato, innegabile è tuttavia che lo stile del regista sia estremamente affascinante, tanto da sollevare la pellicola allo status di film d’autore. Joachim Trier, che già in passato aveva dimostrato un certo acume creativo, costruisce un micro-cosmo tumultuoso e onirico, ricco di traumi latenti e ossessioni pronte ad esplodere.
Thelma, trascinata in un mondo di disperazione e paura, si trova a muoversi in ambienti all’apparenza asettici, che riflettono però un vuoto individuale pronto ad essere scoperto e colmato con il procedere della narrazione. Gli stessi personaggi, che come spettri si muovono accanto alla protagonista, denunciano anch’essi l’infondatezza della realtà stessa, incapace di restituirsi come tangibile o concreta.
Tra aperture oniriche e riflessi di memorie altre, Thelma è quindi un film di non detti e proiezioni fantasmatiche che, pur non poggiando su una storia originale o imprevedibile, permette agli spettatori di calarsi in un universo sfaccettato e caleidoscopico, pronto a restituire l’incubo di un ricordo mancato che riaffiora.