The Great Wall, primo film cinese in lingua inglese con protagonista una star di Hollywood girato da uno dei più grandi registi orientali, arriva finalmente nelle nostre sale. A dirigere questo kolossal costato ben 150 milioni di dollari è nientemeno che Zhang Yimou, autore di capolavori come Lanterne Rosse e Sorgo Rosso.
Un film che non ha badato a spese, a partire dal cast internazionale che si avvale di nomi come quelli di Matt Demon, Pedro Pascal (il principe Oberyn Martell di Game of Thrones) e Willem Dafoe.
Due mercenari, William Garrin (Demon) e Tovar (Pascal) vengono fatti prigionieri da un esercito conosciuto come Ordine Senza Nome. L’armata si è accampata sulla Grande Muraglia ed è in attesa di combattere contro una forza soprannaturale che si manifesta ogni 60 anni, i terribili mostri quadrupedi chiamati Tiao Tei. I due guerrieri europei saranno presto chiamati a scegliere se combattere l’epica battaglia o scappare con il ladruncolo di “polvere nera” (polvere da sparo) Ballard (Dafoe).
Zhang Yimou è senza dubbio un regista eclettico: dopo un periodo più autoriale con i film sopracitati, è passato con successo al genere del wu xia pian (il cappa e spada cinese) con titoli come HeroeLa Foresta dei Pugnali Volanti. Adesso si cimenta con questo blockbuster che vuole essere un mix tra wu xia pian, monster movie e fantasy senza però cogliere l’essenza di nessuno dei tre generi.
The Great Wall è un film che, tolto l’inizio spettacolare dove l’autore mostra tutte le sue qualità, lascia perplessi con una scrittura priva di pathos e prevedibile tanto da sapere già in anticipo cosa avverrà nella scena successiva. La sensazione è quella di essere davanti ad una riproposizione della cerimonia delle Olimpiadi dove a catalizzare l’attenzione non è tanto la storia ma la grande coreografia. Le scene di massa, i colori e le acrobazie messe nelle mani di Yimou diventano un piacere per gli occhi se si estrapolano dal contesto filmico, ma sappiamo che questo non basta, dato che si tratta di un film e non di un evento in mondovisione.
The Great Wall non è aiutato nemmeno dal cast internazionale, con Matt Damon che si limita a fare il compitino nonostante qualche buon scambio di battute con il suo compagno d’armi Pedro Pascal e il buon Willem Dafoe, intrappolato in un personaggino di poco conto manco fosse l’ultimo delle comparse.
Negli ultimi anni Zhang Yimou sembra aver abbandonato la sua visione indipendente e controcorrente per avvicinarsi ad un cinema più mainstream. La sua mission sembra essere quella di farsi portavoce della grandiosità del suo paese nel mondo e questo film ne è forse la prova. Il suo percorso dopo la regia del grande evento delle Olimpiadi di Pechino porta a pensare che il buon Yimou sia diventato un mezzo che non può ignorare le ingombranti ragioni politiche ed economiche della sua patria.