giovedì, Settembre 28, 2023
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Tenet, recensione del film di Christopher Nolan

La recensione di Tenet, il nuovo film di Christopher Nolan con John David Washington e Robert Pattinson. Nelle sale dal 26 Agosto.

Tenet è il titolo del nuovo film diretto da Christopher Nolan che proietta ancora una volta sul grande schermo il nome del cineasta britannico, a distanza di tre anni dall’ultima fatica di Dunkirk. L’opera, un ambizioso thriller di spionaggio con venature fantascientifiche (e filosofiche), è molto atteso soprattutto perché segnerà il ritorno in sala dopo la drammatica chiusura forzata a causa del COVID-19.

Protagonisti del lungometraggio sono gli attori John David Washington e Robert Pattinson (che vedremo presto nei panni del prossimo Batman diretto da Matt Reeves e del quale è già stato rilasciato il teaser trailer ufficiale), affiancati da Elizabeth Debicki, Dimple Kapadia e con la partecipazione di Michael Caine e Kenneth Branagh. Il film arriverà in tutte le sale dal 26 agosto grazie alla Warner Bros.

Tenet è un palindromo. Una parola che, come uno specchio, è possibile leggere nello stesso modo in entrambi i versi, da sinistra a destra e viceversa; proprio come l’argomento trattato da Nolan nel film, il tempo, materia così fluida e oscura da spingere alcuni critici ad accostare il concetto di “confusione” all’ultima fatica del regista: un giudizio forse troppo affrettato e suggerito dall’onda emotiva suscitata dalla prima, spiazzante, visione.

Non c’è confusione nella sceneggiatura firmata dallo stesso Nolan, forse solo l’ambizione di alzare la posta in gioco di un discorso già iniziato con uno dei suoi primi film, Memento: una riflessione complessa e articolata sugli assi cartesiani dello spazio e del tempo, con l’uomo come unica pedina pronta a muoversi lungo lo scacchiere complesso dell’universo. Nel primo grande successo del regista il montaggio rifletteva il disagio di un uomo affetto dal disturbo della memoria a breve termine; in Inception era il concetto di idea e di innesto nel sogno a catturare la sua attenzione, mentre nel fantascientifico Interstellar la relatività, i wormhole e la quinta dimensione prendevano il comando della vita di un astronauta in missione, alla ricerca di un modo per scongiurare l’inesorabile destino dell’umanità (e ritrovare anche sua figlia).

Tenet non fa altro che riallacciare i fili di questi discorsi: lo spettatore si muove nel tempo, letteralmente “tirato” da una parte all’altra dall’adrenalina delle immagini e delle situazioni, travolto da un vortice di tensione dal quale è impossibile fuggire. Già i primi dieci minuti di film che accolgono il pubblico sono puro cinema, intrattenimento adrenalinico che depista trascinando lungo la via del genere – lo spionaggio – facendo sorgere il sospetto di ritrovarsi davanti ad una spy-story ad alto budget; ma Nolan, da buon mago (ricordiamo tutti l’esperienza di The Prestige?) spiazza da subito svelando progressivamente le proprie carte tra indizi, tracce infinitesimali e spiegazioni filosofiche affidate ai protagonisti.

Le debolezze che si possono imputare al regista e al suo “blockbuster esistenzialista” al massimo possono annidarsi nella complessità degli argomenti trattati, i quali necessitano di spiegazioni “didascaliche” per non rischiare di perdersi nella complessità della trama; omissis nella scrittura daranno luogo a supposizioni e teorie – sulla scia del precedente Inception – ma nulla si può dire della perizia tecnica raggiunta ormai dal regista, con una consapevolezza delle potenzialità della “macchina cinema” dettata non solo dal budget ingente, ma anche dalla volontà di restituire al pubblico riflessioni complesse diluite nell’arco narrativo di un film d’intrattenimento.

Complice anche il perfetto uso delle suggestioni sensoriali – immagini percettive, rumori e suoni grazie anche al commento musicale fornito dalla colonna sonora di Ludwig Göransson – e della potenza visiva delle immagini sulla grande lingua d’argento dello schermo, Tenet è un’esperienza prima ancora che una visione; un’opera da ammirare nel buio della sala, provando a percepirla con gli occhi della mente e con la disponibilità d’animo di seguire Nolan e i suoi protagonisti in un intrecciato labirinto di spazio e tempo.

Guarda il trailer ufficiale di Tenet

GIUDIZIO COMPLESSIVO

Tenet è un’esperienza prima ancora che una visione; un’opera da ammirare nel buio della sala, provando a percepirla con gli occhi della mente e con la disponibilità d’animo di seguire Nolan e i suoi protagonisti in un intrecciato labirinto di spazio e tempo.
Ludovica Ottaviani
Ludovica Ottaviani
Imbrattatrice di sudate carte a tempo perso, irrimediabilmente innamorata della settima arte da sempre | Film del cuore: Lo Chiamavano Jeeg Robot | Il più grande regista: Quentin Tarantino | Attore preferito: Gary Oldman | La citazione più bella: "Le parole più belle al mondo non sono Ti Amo, ma È Benigno." (Il Dormiglione)

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