giovedì, Ottobre 10, 2024
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Suburra recensione del film di Stefano Sollima tratto dall’omonimo romanzo

Nell’antica Roma, la Suburra era il quartiere dove il potere e la criminalità si incontravano lontano dalle luci e dalla bellezza della città eterna. Dopo oltre duemila anni, quel luogo esiste ancora. Un luogo di ombre dove coesistono mondi assolutamente distanti e solo apparentemente inconciliabili. Mondi diversi eppure segretamente collegati tra loro.

A tre anni di distanza da ACAB – All Cops Are Bastards, e dopo l’incredibile successo internazionale di Gomorra – La Serie, Stefano Sollima chiude la sua “trilogia del crimine romano” – iniziata con le due stagioni di Romanzo Criminale – La Serie – firmando la regia di Suburra, un affresco sui pregi e i difetti dell’Italia di oggi.

Suburra, un affresco sui pregi e i difetti dell’Italia di oggi

Il regista, allontanandosi da qualsiasi tipo di ricostruzione storica o cronachistica, porta sullo schermo una realtà fatta di grandi e di piccoli, di potenti e di inermi; una realtà esistente, spaventosa, pericolosa, cinematograficamente spettacolare.

Suburra è un noir metropolitano che racconta, in un arco temporale brevissimo (e proprio per questo pervaso ancora di più da un’atmosfera angosciosa e palpitante), la storia di una grande speculazione edilizia , il Water-front, che trasforma la capitale in una nuova Las Vegas.

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Suburra recensione del film di Stefano Sollima

Abbracciando in maniera libera e sincera i vari punti di vista dei diversi personaggi, l’opera seconda di Sollima mette in scena una guerra che coinvolge tutti (colpevoli e innocenti, criminali e cittadini perbene, chi contribuisce ad alimentare certi meccanismi corrotti e perversi, e chi vive ai margini di impenetrabili giochi di potere) e dalla quale sembra impossibile risorgere.

Lo stile asciutto, preciso e ricercato del regista romano cattura questi personaggi e il mondo nel quale pensano e agiscono rendendoli la vera anima del racconto, un racconto trascinante e potente che non giudica nè sentenzia, ma che semplicemente dipinge con estremaattenzione la realtà che ci circonda.

Suburra, una storia di genere concreta e universale

Sorretto da un cast incredibile (non solo Piefrancesco Favino, Elio Germano e Claudio Amendola assolvono egregiamente il loro compito, ma anche i più giovani Alessandro Borghi, Greta Scarano e Giulia Elettra Gorietti risultano più che convincenti nei rispettivi ruoli), Suburra – tratto dall’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini – è uno specchio nel quale riflettersi, ma anche un punto di vista con il quale confrontarsi.

Una storia di genere concreta e universale, in cui non esistono né vincitori né vinti, ma soltanto anime grette, nere, eppure umane. Certamente, il prodottoitaliano destinato ad essere il migliore (o uno dei migliori) di questa stagione cinematografica.

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Dal romanzo di De Cataldo e Bonini è stata tratta anche Suburra – La Serie, la prima serie italiana targata Netflix, disponibile sulla piattaforma di streaming dallo scorso 6 ottobre. La serie è un prequel film di Sollima, uscito nelle sale nel 2015.

Stefano Terracina
Stefano Terracina
Cresciuto a pane, latte e Il Mago di Oz | Film del cuore: Titanic | Il più grande regista: Stanley Kubrick | Attore preferito: Michael Fassbender | La citazione più bella: "Io ho bisogno di credere che qualcosa di straordinario sia possibile." (A Beautiful Mind)

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