martedì, Novembre 28, 2023
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Solo: A Star Wars Story, recensione del film di Ron Howard

A pochi mesi da Star Wars: Gli Ultimi Jedi, è pronto ad esordire nelle sale italiane il nuovo spin-off nato dall’iconica saga di George Lucas e incentrato questa volta sul personaggio da tradizione incarnato da Harrison Ford. Strutturato come un coming-of-age film, Solo: A Star Wars Story (qui il trailer ufficiale) tenta infatti di ricostruire le origini del celebre Han Solo, per l’occasione ringiovanito grazie al volto acqua e sapone di Alden Ehrenreich.

Raccolto l’impegnativo lascito di Ford, proprio Ehrenreich è stato fin da subito la grande scommessa di questo blockbuster: l’attore, indubbiamente adatto e convincente a livello fisico e nella fisionomia, si è tuttavia dimostrato abile solo parzialmente ad interpretare una figura leggendaria come quella del noto viaggiatore interstellare. Nonostante un’interpretazione adatta ai canoni del genere, il novello divo è riuscito a replicare il fascino e il carisma del suo noto antesignano.

Dopo aver dimostrato la propria bravura in Ave, Cesare! dei fratelli Coen, Ehrenreich è apparso in difficoltà nella difficile missione di dare concretezza ad un ruolo la cui fama è ormai immensa. Accanto a lui, molto più riusciti sono i personaggi secondari che, forse a causa di una minore attrattiva e aspettativa, riescono a convincere grazie a caratterizzazioni costruite ad hoc.

Degni di nota sono in tal senso Woody Harrelson, nei panni dell’enigmatica new entry Tobias Beckett, e soprattutto Donald Glover che, sempre più lanciato nella sua carriera musicale con lo pseudonimo di Childish Gambino, si dimostra anche un ottimo attore, nonché una perfetta spalla umoristica.

Constata quindi la fragilità (inevitabile?) della rappresentazione della figura di Han Solo, più sfaccettato si fa il discorso relativamente alle modalità di rappresentazione adottate nel lungometraggio, nonché naturalmente il suo ruolo all’interno di un universo espanso come quello fondato dalla Lucasfilm.

Il lungometraggio targato Ron Howard è un prodotto divertente, con alcune sequenze adrenaliniche e magistralmente dirette, le quali permettono allo spettato di immergersi in un ritmo irrefrenabile di immagini, visioni e suoni. Da contro, l’istanza iconica tipica della saga originale – e anche del più riuscito Rogue One: A Star Wars Story – sembra venire meno, a causa di un mancato equilibrio tra eroismo e umorismo.

Figlio della svolta disneyana dell’intera serie, questo ultimo capitolo sembra troppo legato ad un target famigliare di divertimento necessario, che appiattisce la basilare narrazione in una mera successione di eventi eclatanti e siparietti comici. Parallelamente, la sceneggiatura presenta alcune fastidiose forzature che, accanto a colpi di scena comunque ben calibrati, provocano dei climax e dei rovesciamenti troppo repentini.

Sebbene presenti tutti gli ingredienti tradizionali dei grandi cult del passato, Solo: A Star Wars Story è dunque una pellicola riuscita parzialmente, abile ad intrattenere e a divertire ma che potrebbe contrariare alcuni fan più accaniti: con un buon cast di personaggi secondari e un protagonista a volte altalenante, l’episodio firmato Ron Howard è sicuramente piacevole, ma nettamente inferiori ai due capitoli della nuova trilogia.

Guarda il trailer ufficiale di Solo: A Star Wars Story

Gabriele Landrini
Gabriele Landrini
Perché il cinema non è solo un'arte, è uno stile di vita | Film del cuore: Gli Uccelli | Il più grande regista: Alfred Hitchcock | Attore preferito: Marcello Mastroianni | La citazione più bella: "Vorrei non amarti o amarti molto meglio." (L'Eclisse)

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