Security è il nuovo film che arricchisce la già ricca offerta di Sky Original, che include commedie di successo destinate al grande pubblico – come Tutti per 1 – 1 per Tutti, o Genitori vs Influencer – e film d’autore, come l’ultima fatica firmata da Pupi Avati dal titolo Lei mi parla ancora. Quello che mancava, nella rosa Sky, era un thriller – come è stato raccontato durante la conferenza stampa di presentazione – e il film dell’inglese Peter Chelsom lo è.
Adattando un romanzo di Stephen Amidon (già autore de Il capitale umano) per il piccolo schermo, il regista britannico ha però scelto di trasferire l’intricato mistero narrato in Italia, precisamente nella cittadina di Forte dei Marmi, dove si muove un cast di attori rigorosamente italiani: Marco D’Amore (Gomorra; L’immortale), Maya Sansa, Silvio Muccino (The Place), Valeria Bilello (Curon), Ludovica Martino (Carosello Carosone), Giulio Pranno, Tommaso Ragno (Il cattivo poeta) e Beatrice Grannò. Security sarà disponibile, in prima esclusiva, dal 7 giugno su Sky Cinema e Now.
In estate Forte dei Marmi è una cittadina tranquilla, un piccolo angolo di paradiso per i suoi cittadini benestanti. In inverno le giornate si accorciano, le notti si allungano e le ville diventano piccole fortezze custodite da sofisticati circuiti di telecamere di sicurezza. Ma quando la paura abita all’interno delle case e delle persone, qual è il prezzo della sicurezza? Lo scoprirà a suo spese Roberto (D’Amore), responsabile della sicurezza delle tante ville protette dai suoi sofisticati circuiti di video-sorveglianza, che non è convinto della colpevolezza del padre alcolizzato di una ragazza che ha subito una violenza, Walter Spezi (Ragno), su cui sono caduti i primi sospetti. La ricerca del colpevole porterà Roberto a confrontarsi anche con una verità che ha scelto di seppellire per quasi vent’anni e con tutte le bugie – e gli oscuri segreti – che ognuno cerca di nascondere, e che rischiano di condannare le anime di tutti (inclusa quella di Roberto) alla dannazione eterna, se l’uomo non risolverà questo oscuro crimine.
Security è un thriller teso e rarefatto, plumbeo come la stagione invernale che aleggia sui crimini – e i misfatti – che vengono perpetuati silenziosamente, nell’ombra della quiete della provincia affacciata sul mare; un cupo apologo sulla sicurezza ad ogni costo e sulla verità, che è ormai sempre più intimidita dalla rapacità dei desideri umani. Il tutto è filtrato attraverso un doppio sguardo, che è quello di Roberto ma soprattutto quello meccanico delle telecamere di sicurezza, “occhi bianchi” puntati sulle vite degli altri, pronti a spiare ed immortalare l’imperscrutabile che si tende a nascondere perfino a se stessi. Così la verità finisce per trasformarsi in una musa crudele ed inafferrabile, soggetta alle lusinghe dell’ego e alla molteplicità dei punti di vista, che impediscono di trovarne una versione univoca.
In tal modo, non esiste un’unica versione dei fatti in Security: sulla falsariga del Rashomon di Kurosawa, ogni personaggio porta in sé il nucleo di una versione alternativa, di una verità apparente alla quale finisce per credere. Solo Roberto, custode delle chiavi dell’intimità oscura di ogni abitante, si batte per afferrare questa inafferrabile musa, lottando contro le notti lunghissime e insonni, alla ricerca di un “riposo dei giusti” che tarda ad arrivare, giorno dopo giorno. Costretto a restare sveglio per lunghe ore, è il responsabile dei circuiti di sicurezza che finisce per viaggiare tra veglia e sonno, reale e immaginario, collocandosi in un limbo nel quale diventa altamente sensibile e ricettivo alla storia della giovane Maria, vittima di una violenza che forse suo padre non le ha mai inflitto.
Nel thriller i piani e i livelli si mescolano fino a trasformare la narrazione in un ipercubo in quattro dimensioni, un oggetto complesso che cerca di narrare – attraverso sguardi diversi, piano di ascolto molteplici e l’occhio onnipresente del genere – le contraddizioni del reale, quell’ossessione per la sicurezza ad ogni costo che ci fa perdere di vista il prezzo che ha ogni scelta drastica, ogni decisione irrevocabile che mette a repentaglio la tranquillità del nostro “nido”, delle nostre case che si trasformano sempre più in rifugi capaci di isolare dalle difficoltà del mondo esterno. Isole, a tutti gli effetti, che spesso nascondono mostri e scheletri che non devono abbandonare la sicurezza del proprio tetto, restando segreti agli occhi dell’opinione pubblica.
Security è un thriller dal grande potenziale tematico, complice la regia sicura ed elegante di un veterano come Peter Chelsom (che, ricordiamo, ha diretto un film come Serendipity – Quando l’amore è magia e altri successi hollywoodiani); il cast è organico, ma svettano su tutti l’enigmatico miliardario interpretato da Bentivoglio, il padre vittima/carnefice (fragile e imprevedibile) incarnato dall’ottimo Tommaso Ragno e infine il Roberto a cui dà vita Marco D’Amore: un uomo che vive nell’ombra, che ricorda a tratti il protagonista del cult Le Vite degli Altri. Un uomo che ha scelto di scrutare in silenzio nell’abisso, correndo il rischio di finirci a sua volta o, peggio ancora, di vedere tutti coloro che lo circondano mentre vengono risucchiati in un maelstrom di errori e desideri.
Purtroppo, però, gli aspetti più promettenti del film vengono depotenziati da una sceneggiatura a tratti forzata e macchinosa, che tradisce la forte eredità letteraria da cui ha avuto origine: l’adattamento non ha risentito del “trasloco” in terra italiana, quanto del passaggio dalla carta al piccolo schermo. Alcuni dialoghi, perdono quella natura fluida che caratterizza invece altri momenti cardine; la trama, infine, in alcuni passaggi sembra quasi un mero pretesto per concentrare l’attenzione degli spettatori su “altro”, su un fondamentale non detto – espresso tra le righe – che costringe però a perdere di vista il punto focale che ruota intorno al genere, al suo ritmo e ai codici stilistici che lo determinano.