martedì, Ottobre 8, 2024
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Petit Paysan recensione dell’opera prima di Hubert Charuel

Petit Paysan – Un eroe singolare è l’opera prima del regista francese Hubert Charuel, presentata al Festival di Cannes del 2017 e vincitrice di tre César per Miglior Opera Prima, Miglior Attore e Miglior Attrice Non Protagonista.

Il lungometraggio segue le vicende del giovane allevatore Pierre (Swann Arlaud) che prende le redini della fattoria di famiglia – aiutato dalla sorella veterinaria Pascale (Sara Giraudeau) – tanto da raggiungere grandi traguardi qualitativi e produttivi. L’amore per le sue trenta vacche da latte è incommensurabile ed è capace di farlo allontanare da qualsiasi svago e divertimento. Tutta la sua vita cadrà in baratro quando le sue vacche cominceranno ad ammalarsi e Pierre non si arrenderà al pensiero di perdere tutta la sua mandria.

petit paysan

In Petit Paysan è mostrato allo spettatore uno dei drammi più antichi della società moderna, cioè la perdita del proprio mestiere. Anni e anni di attenzione, passione e perseveranza mettono a repentaglio il lavoro di una vita di un uomo e così facendo abbattono tutte le sue certezze economiche e psicofisiche.

Il degrado di Pierre va di pari passo con quello dei suoi animali, la malattia colpisce anche lui, sia fisicamente che mentalmente, facendolo annegare nella sua solitudine e nella sua rabbia. Solo Pascale, la sorella di Pierre, sembra svolgere il vero ruolo di aiutante, ponendo il fratello nella posizione di dover abdicare dal suo regno.

Petit Paysan recensione dell’opera prima di Hubert Charuel

Hubert Charuel (qui il resoconto del nostro incontro con il regista) è in grado di mettere sullo schermo il dramma di un lavoratore che si muove in un ambito molto differente cui la maggior parte degli spettatori è abituata, mettendo in risalto la debolezza di un animo tanto caparbio quanto fragile e unendole nella figura di Pierre al quale l’interprete Swann Arlaud dona un forte mix di ambiguità e impotenza.

Per quanto singolare, il rapporto tra uomo e animale è il focus intorno al quale si sviluppa l’intera vicenda e Charuel decide di ricreare tale legame come se Pierre impersonasse il sovrano di un piccolo regno, costretto – per un ignobile scherzo del destino – ad uccidere i propri sudditi uno ad uno.

Il registro di Petit Paysan arriva a toccare, in questo modo, le note del dramma sociale, con un crescendo sempre cadenzato di emozioni ed aspettative che il pubblico è in grado di sentire verso le sorti del protagonista il cui momento di liberazione dalle proprie tribolazioni non è mai destinato ad arrivare.

Petit Paysan (qui il trailer italiano ufficiale) è un film consigliabile a un pubblico curioso e desideroso di farsi sbalordire da un prodotto che, con un registro bucolico, mette in luce la passione di un essere umano. Il film uscirà nelle sale italiane il prossimo 22 marzo grazie No.Mad Entertainment.

Carlotta Guido
Carlotta Guido
Dopo la visione de Il Padrino Parte II capisce che i suoi film preferiti saranno solo quelli pari o superiori alle tre ore | Film del cuore: Il Padrino | Il più grande regista: Aleksandr Sokurov | Attore preferito: Marlon Brando | La citazione più bella: "Il destino è quel che è, non c’è scampo più per me" (Frankenstein Junior)

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