Articolo a cura di Riccardo Tanco
A 11 anni dalla fine della trilogia diretta da Steven Soderbergh comprendente Ocean’s Eleven (2001), Ocean’s Twelve (2004) e Ocean’s Thirteen (2007), a sua volta ispirati ai personaggi del film del 1960 Colpo Grosso diretto da Lewis Milestone e scritto da George Clayton Johnson e Jack Golden Russell, il regista Gary Ross dirige Ocean’s 8, il suo quinto film in carriera (dopo Pleasantville, Sea Biscuit – Un mito senza tempo, Hunger Games e Free State of Jones).
Una sorta di sequel/spin off della trilogia che vedeva protagonisti George Clooney, Brad Pitt e Matt Damon, con un nuovo cast tutto al femminile capitanato dalle attrici premio Oscar Sandra Bullock, Cate Blanchett e Anne Hathaway assieme a Helena Bonham Carter, Sarah Paulson, la cantante Rihanna, Mindy Kaling e la rapper Awkwafina. Il film è scritto dallo stesso Ross assieme a Olivia Milch.
Dopo 5 anni di prigione la truffatrice Debbie Ocean (Sandra Bullock), sorella del defunto ladro Danny (George Clooney), ritorna in libertà e decide di organizzare un colpo milionario pensato da tempo: rubare dal collo della famosa attrice Daphne Kluger (Anne Hathaway) un prestigioso collier di diamanti di Cartier dal valore di 150 milioni di dollari durante il MET Gala, uno degli eventi più esclusivi in America. Per farlo, la donna riunisce una squadra di sei donne tra cui l’amica e socia Lou (Cate Blanchett), l’eccentrica stilista Rose (Helena Bonham Carter), la casalinga grossista Tammy (Sarah Paulson), l’hacker Nine Ball (Rihanna), la ricettatrice Amita (Mindy Kaling) e la bara Constance (Awkwafina).
Dopo Ocean’s Thirteen, capitolo finale del trittico diretto dal regista Steven Soderbergh nel 2007, il regista Gary Ross riprende quel contesto narrativo per un sequel/spin-off ambientato dopo gli eventi dei ladri Danny Ocean & co., ma che spiritualmente ha l’aria di un remake tutto al femminile del primo film della saga, Ocean’s Eleven.
A essere protagonista è la sorella minore del celebre Danny di Clooney, la ladra Debbie (interpretata da Sandra Bullock) che, dopo essere uscita di prigione, organizza assieme a una banda di sei donne la rapina del secolo durante une esclusivo evento di beneficenza. Se la novità principale è il cast all women dove è facile individuare nelle nuove ladre gentili i loro passati alter ego maschili (Bullock/Clooney e Blanchett/Pitt), è vero anche che Ocean’s 8 ripropone la struttura da commedia/heist movie immersa in un’atmosfera accattivante, dal tono leggero e ironico.
Con una messa in scena parecchio stilosa e chic che fa un po’ troppo il verso ai vezzi registici di Soderbergh (tra inquadrature simili e split screen), il regista del primo Hunger Games riesce comunque a tenere la gestione della macchina da presa composta ed elegante, senza nessun picco ma limitandosi al ruolo di supporto della narrazione.
Ocean’s 8 (qui il trailer italiano ufficiale) non si separa, quindi, dall’anima dei suoi predecessori e si veste come una commedia di truffa e inganni: se il didascalismo e la sensazione di copia e incolla è evidente, il film trova almeno un suo personale divertimento e una scrittura scorrevole, ben aiutato dal cast femminile (tutte in parte per i rispettivi personaggi), in cui ovviamente spiccano le prove della Bullock e della Blanchett.
Tra pensate sul colpo, organizzazione della squadra e calcolo dei rischi, il canovaccio narrativo e l’andamento della sceneggiatura ricalcano molto la trilogia di Soderbergh, ma le sorprese e i colpi di scena della pellicola (ben integrati nelle logiche dei film di rapina e truffa) arrivano bene a chi guarda, senza l’ossessione dell’effetto citazionista.
Forse la trama è fin troppo liscia e priva di asperità, e l’ovvio elemento di riscatto e rivincita femminile appare un po’ stantio. Ben più interessante è il fattore seducente della manipolazione, dell’inganno, del doppio gioco e del falso; così come l’aggiornamento delle truffe nell’era digitale (gli anni ’90 sono il passato, si dice…) e il sorpasso dell’artigianalità analogica anche nel non essere più ladri e ladre fuori tempo.