A nove mesi di distanza dall’uscita di Rosso Istanbul (approdato nelle sale a marzo), Ferzan Ozpetek torna al cinema con un nuovo personalissimo omaggio ad una delle città più affascinanti e al tempo stesso misteriose del mondo: dopo la metropoli turca, Ozpetek sbarca nella caotica e sensuale città partenopea con Napoli Velata.
Il film vede il regista turco neutralizzato italiano tornare a lavorare con Giovanna Mezzogiorno a quasi vent’anni di distanza da La Finestra di Fronte e avvalersi per la prima volta della collaborazione di Alessandro Borghi, certamente uno degli attori più talentuosi della sua generazione.
Con Napoli Velata, Ferzan Ozpetek racconta con venatura al confine tra psicologico e noir la storia di Adriana (Mezzogiorno), una donna come tante altre che una sera, ad una festa, conosce per caso Andrea (Borghi), un giovane spregiudicato, sicuro di sé e affascinante. I due decidono di trascorrere insieme una notte di passione, ma in Adriana cresce rapidamente un sentimento più forte.
Nella speranza che possa trattarsi del grande amore che le cambierà la vita, Adriana continua la sua vita in attesa della svolta. Questa arriva, ma non come la donna aveva immaginata: resta infatti coinvolta in un delitto che la trascinerà al centro di un’indagine dai contorni inquietanti, che metterà a repentaglio la sua vita e la sua salute mentale.
Napoli Velata recensione del nuovo film di Ferzan Ozpetek
Napoli Velata rappresenta un ulteriore passo in avanti all’interno della filmografia di Ozpetek. Una filmografia nella quale sembra non esserci più spazio per quel tipo di racconto (rassicurante ma più o meno standardizzato) che aveva appassionato tanti e tanti spettatori, e che dimostra sempre più di volersi aprire al concetto di autorialità, provando a raccontare ciò che veramente interessa e stimola il regista in prima persona.
Magnifica Presenza del 2012 è stato il primo film che ha condotto il pubblico verso un nuovo tipo di cinema ozpetekiano, e forse Allacciate le Cinture del 2014 ha in qualche modo chiuso un cerchio nel suo essere stato una summa di quanto sperimentato e mostrato in precedenza dal regista. Con Rosso Istanbul la svolta definitiva, fino ad arrivare a Napoli Velata: opere della piena maturità artista (ma anche tecnica) che spostano sì l’attenzione da una città all’altra, da un mistero all’altro, ma che restano ugualmente focalizzate su una “rappresentazione audace, intima ed alienante del dolore”.
Esattamente come Rosso Istanbul, anche Napoli Velata è difficile da inquadrare all’interno di un solo genere: Ozpetek ruba dal noir, dal mistery, dal thriller psicologico e anche dal melodramma, costruendo una storia di passione d’amore e sentimenti pericolosi che è essenzialmente un film su due figure femminili che vivono, cambiano e “sentono” allo stesso modo, ossia Adriana e la città di Napoli.
Il regista turco ci trasporta in un labirintico viaggio all’interno della mente di Adriana che diventa sempre più ambiguo e sfuggente, nonché ricco di sorprese e imprevisti, esattamente come la città in cui la protagonista si muove, pronta a mettersi in discussione e a fare i conti con i “fantasmi” del proprio passato e del proprio presente.
La regia di Ozpetek è ispirata (dal cinema e da Napoli), elegante, iptnotica, sensuale. La città partenopea viene rappresenta in tutta la sua bellezza, ma anche in tutta la sua tradizione e contraddizione, crogiòlo perfetto di religione e scienza, paganesimo e cristianesimo, superstizione e razionalità.
Giovanna Mezzogiorno si dona completamente alla macchina da presa di Ozpetek, tratteggiando una figura femminile a 360 gradi, vittima delle sue debolezze, delle sue passioni e dei suoi demoni, affiancata da un partner maschile (un magnetico – anche in tutta la sua nudità – Borghi) e da una serie di comprimarie straordinarie (Luisa Ranieri, Maria Pia Calzone, Anna Bonaiuto, Lina Sastri e Isabella Ferrari) che sperimentano territori inesplorati e restituiscono allo spettatore personaggi che provano continuamente a cambiare dimensioni e colori.
In uscita nelle sale il prossimo 28 dicembre, Napoli Velata è un cuore pulsante che palpita di interpretazioni, colpi di scena e suggestioni visive. Una stora in cui si amalgamano perfettamente occultamento e ambiguità, percorsi sconcertanti ma forse necessari per imparare ad affrontare noi stessi, la nostra solitudine e le nostre paure.