giovedì, Febbraio 6, 2025
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Napoleon, recensione del film di Ridley Scott con Joaquin Phoenix

La recensione di Napoleon, il nuovo film di Ridley Scott interpretato da Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby. Dal 23 novembre al cinema.

Napoleon è un kolossal bizzarro. Il nuovo film di Ridley Scott (The Last Duel, House of Gucci) in sala dal 23 novembre con Eagle Pictures si offre allo spettatore in una doppia veste: accomodante avventura epica cesellata di momenti storici e tappe obbligate, rivela anche un volto inaspettatamente irriverente, con cui si prende gioco del proprio protagonista offrendone un’inedita parodia.

Fondamentale qui è comprendere lo sguardo di Scott, che muta tra battaglie impossibili e lunghi intermezzi umani in cui i personaggi si fanno figurine di un teatro spesso grottesco. Fuori dalla sala dunque la storicità, che non deve interessare allo spettatore più degli occhi torvi di un Joaquin Phoenix (Joker, C’mon C’mon) sincopato e tartagliante, sempre tra i fuochi della dedica interpretativa e la smagliante caricatura. Un kolossal bizzarro perciò, più difficile de Il Gladiatore e più imperfetto, ma anche, forse, capace di un complicato equilibrio tra epica e divertita irriverenza cinematografica.

Napoleone: il bambino che voleva il mondo

Dalle brillanti strategie di guerra all’ascesa quasi messianica per un intero paese, dietro le quinte della politica internazionale Napoleone frigna e scalpita, s’imbroncia e pretende. L’Europa cade in preda alle ambizioni di un uomo che riversa nella politica traumi e sogni interrotti della propria vita privata. In altre parole, Napoleon offre l’uomo – meschino e un po’ banale, geniale quanto farsesco – e il personaggio, intrecciando i due percorsi con un ritmo che colpisce soprattutto nella prima ora e mezza.

157 i minuti dell’opera prodotta da AppleTV+ per cinema dalle sale grandi, che possano raccogliere la somma di tutti i Napoleone messi a schermo. Geometrie e labirinti si interfacciano con Napoleone in un gioco di incastri visivi che Scott intelaia nello sviluppo del personaggio, accompagnato da una colonna sonora orgogliosamente disomogenea e imprevedibile.

Di campi e controcampi che segnano la storia

La messa in scena degli aspetti privati di Napoleone si compone dei controcampi sull’altro volto di questa epopea hollywoodiana particolarmente ispirata: Giuseppina, croce e delizia del conquistatore di paesi con qualche problema coi cuori altrui. Lei, che lo ama e non lo ama, che lo tradisce e ne diventa imperatrice, amata e gettata in attesa di un figlio maschio che non arriva. Giuseppina è tutto ciò che serve sapere su Napoleone. Uno specchio che non può ignorare.

Vanessa Kirby (Pieces of a Woman) interpreta l’anima di questo film: posa gli sguardi con l’ordine interiore che Napoleone esprime solo in forma di strategie, affetta le parole e sgretola le certezze di quell’uomo-bambino che la guarda intontito, un po’ madre e un po’ amante. C’è Hitchcock, l’ossessione, ma anche l’orgoglio e l’imperterrita mano del fato, che ci convince solo in parte della predestinazione della storia. Scott lavora sul superomismo, schiaccia il protagonista contro ogni aspettativa, ponendolo di fronte ai meriti e alle prese in giro. La fragilità psichica del potere emerge come tema centrale, presentando un Napoleone umano e vulnerabile. Lo strategia invincibile si fa da parte e le battaglie sul campo sono un intrattenimento muscolare di grande fattura, per quanto lontane da ogni logica o ragione di guerra esplicitamente raccontata.

“Francia. Esercito. Giuseppina…”. Gli imperativi di Napoleone sono gabbie e cicatrici, obblighi e fantasmi. Il film li cambia di ordine e li ricompone, tenendoci sempre a strettissimo contatto con il suo protagonista. Può mancare il respiro, soprattutto perché la sceneggiatura di David Scarpa (Tutti i soldi del mondo) non si allontana mai abbastanza dal protagonista per permetterci di unire ogni suo volto proposto. Scott non ha tesi rivoluzionarie su Napoleone, ma la sua regia lo prende per il cappello e lo tira giù dai grandi quadri trionfali; lo inquadra con precisione e sa mostrarci quelle piccolezze che ci strappano un sorriso, un po’ di tenerezza, e che in fondo hanno a che fare anche con noi.

Guarda il trailer ufficiale di Napoleon

GIUDIZIO COMPLESSIVO

“Francia. Esercito. Giuseppina…”. Gli imperativi di Napoleone sono gabbie e cicatrici, obblighi e fantasmi. Il film li cambia di ordine e li ricompone, tenendoci sempre a strettissimo contatto con il suo protagonista. Può mancare il respiro, soprattutto perché la sceneggiatura di David Scarpa non si allontana mai abbastanza dal protagonista per permetterci di unire ogni suo volto proposto. Scott non ha tesi rivoluzionarie su Napoleone, ma la sua regia lo prende per il cappello e lo tira giù dai grandi quadri trionfali; lo inquadra con precisione e sa mostrarci quelle piccolezze che ci strappano un sorriso, un po’ di tenerezza, e che in fondo hanno a che fare anche con noi.

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“Francia. Esercito. Giuseppina…”. Gli imperativi di Napoleone sono gabbie e cicatrici, obblighi e fantasmi. Il film li cambia di ordine e li ricompone, tenendoci sempre a strettissimo contatto con il suo protagonista. Può mancare il respiro, soprattutto perché la sceneggiatura di David Scarpa non si allontana mai abbastanza dal protagonista per permetterci di unire ogni suo volto proposto. Scott non ha tesi rivoluzionarie su Napoleone, ma la sua regia lo prende per il cappello e lo tira giù dai grandi quadri trionfali; lo inquadra con precisione e sa mostrarci quelle piccolezze che ci strappano un sorriso, un po’ di tenerezza, e che in fondo hanno a che fare anche con noi.Napoleon, recensione del film di Ridley Scott con Joaquin Phoenix