Fin da tempi immemori, il cinema a stelle e strisce ha sempre provato a scavare sotto la superficie di un’esistenza borghese apparentemente idilliaca e pittoresca, cercando così di svelare le crepe sinistre di una vita vissuta all’ombra dell’apatia, della condiscendenza e, nella maggior parte dei casi, della privazione. Mothers’ Instinct, opera prima del direttore della fotografia francese Benoit Delhomme, si inserisce perfettamente all’interno di questo storytelling secolare che ha fatto del concetto di “American Way of Life” il perno centrale attorno al quale far ruotare un processo di stereotipizzazione che investe non soltanto le derive del racconto ma anche l’evoluzione delle immagini.
Nel caso specifico di Mothers’ Instinct, l’eccezionalismo americano diventa una cartina di tornasole per affrontare questioni decisamente più spinose che, di fatto, rendono ancora più deliziosa e intrigante l’oscurità che giace al di sotto di quella magnifica apparenza da contemplare e (nella maggior parte dei casi) da invidiare, fatta non solo di case da sogno e famiglie da spot pubblicitario, ma anche di look impeccabili, atteggiamenti decorosi e portamenti austeri. Siamo – appunto – in un centro suburbano dell’America degli anni ’60, e la vita apparentemente perfetta di Alice (Jessica Chastain) e Céline (Anne Hathaway), migliori amiche e vicine di casa, viene sconvolta da un incidente che coinvolge uno dei loro figli. Il tragico evento cambierà per sempre le loro esistenze e il loro rapporto, quest’ultimo ormai sempre più minato dal senso di colpa, ma anche dal sospetto e dalla paranoia.
Il melò che lascia spazio ai toni del noir e del thriller
Remake del film belga Doppio sospetto di Olivier Masset-Depasse, a sua volta tratto dal romanzo “Oltre la siepe” di Barbara Abel (pubblicato nel 2012), Mothers’ Instinct segue pedissequamente la struttura narrativa dell’originale, riproponendone non soltanto la cronologia dei fatti (a volte si ha l’impressione di guardare un remake shot-for-shot alla Psycho di Gus Van Sant), ma anche le atmosfere tipiche dei melò di Douglas Sirk o Todd Haynes che gradualmente lasciano spazio ai toni caratteristici del noir cupo e teso o del thriller disturbante di hitchcockiana memoria: per questo motivo, una visione pregressa dell’opera di Masset-Depasse (distribuita nel 2018 e vincitrice di ben 11 premi Magritte, gli Oscar belgi) potrebbe quasi certamente inficiare l’esperienza di fruizione di questo nuovo adattamento, al quale è forse consigliabile approcciarsi senza conoscere nulla della sua controparte francese.
Un torbido gioco di misteri e inganni
Confronti a parte, Mothers’ Instinct rimane comunque un ottimo esempio di piacevole intrattenimento, un torbido gioco di misteri e inganni in cui – proprio come nella più antica delle lezioni impartite da letteratura e cinema – nulla è mai davvero come sembra. Benoit Delhomme sfrutta i cliché tipici del genere di appartenenza per confondere lo spettatore e provare a minare le sue certezze durante tutta la durata del film. Il racconto procede a ritmo soffuso ma incalzante, e anche se la sceneggiatura – firmata da Sarah Conradt – ha forse la pretesa di spiegare anche troppo (o comunque, molto più di quanto Masset-Depasse non abbia fatto con maggiore coscienza nel suo film), i profondi turbamenti che affliggono l’animo delle due protagoniste non vengono mai stemperati, e la tensione costruita scena dopo scena non fa altro che alimentare un senso di inquietudine e disagio che lo spettatore vive al pari di Alice o di Céline (tutto dipende dal personaggio con il quale si riesce ad entrare maggiormente in empatia, giuste o sbagliate che siano le sue azioni).
Naturalmente, parte della riuscita di Mothers’ Instinct è da attribuire anche al suo eccezionale cast. Jessica Chastain e Anne Hathaway – che finalmente si trovano a condividere la scena nonostante in precedenza abbiano già preso parte ad uno stesso film (Interstellar nel 2014 e Armageddon Time nel 2022) – si immergono con grande classe e dedizione in due ruoli certamente scomodi, tratteggiando due figure femminili complesse e stratificate, coinvolte in un rapporto fragile ed ambiguo, carico di intesa ma anche di ostilità, dando ancora una volta prova di essere due interpreti superlative: Hathaway è eccezionale nel ruolo di Céline, una donna che cerca di reintegrarsi nella società e di riacquisire il contatto con la realtà dopo l’esperienza più traumatica che possa capitare ad una madre; Chastain, dal canto suo, è il contraltare perfetto nei panni di Alice, una donna schiacciata dal senso di colpa, divorata dall’ansia e vittima di un’apparente paranoia, che cerca in tutti i modi di non perdere quella lucidità che tanto ha faticato a riconquistare.
Cosa si è disposti a fare per essere madri (o per continuare ad esserlo)? È questa l’annosa ma a suo modo interessante questione che pone una storia come quella raccontata in Mothers’ Instinct, un thriller psicologico avvincente che tuttavia affronta temi complessi quali la maternità, il ruolo della donna, la salute mentale e il senso di colpa in maniera forse troppo evanescente. Il rifacimento di Delhomme è comunque in grado di esercitare un discreto fascino grazie ad un crescendo di ambiguità, paranoia e tensione, all’eleganza di una messa in scena capace di sfruttare il potenziale che si nasconde anche nel più piccolo dettaglio, ma soprattutto a due interpretazioni che contribuiscono a cementare un forte sentimento perturbante che serpeggia durante tutta la visione.