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Molly’s Game recensione del film con Jessica Chastain

Presentato allo scorso Toronto International Film Festival, Molly’s Game (qui il trailer italiano ufficiale) è finalmente pronto ad esordire nelle sale italiane. Opera prima da regista dello sceneggiatore Aaron Sorkin (premio Oscar per The Social Network), il lungometraggio con la bravissima Jessica Chastain è un ritratto intelligente e spietato non solo di una donna, ma dell’intera società americana.

Costretta ad abbandonare lo sci agonistico all’età di vent’anni, l’ex campionessa Molly Bloom (Chastain, appunto) si trasferisce a Los Angeles, con l’intento di trovare un lavoro che le permetta di iscriversi all’università di legge. Grazie all’incontro con un piccolo imprenditore, la giovane decide tuttavia di accantonare i propri piani, diventando l’organizzatrice di partite settimanali segrete di poker clandestino.

Molly’s Game

Tratto da una storia vera già diventata un romanzo, Molly’s Game è un biopic contemporaneamente classico e moderno, capace di raccontare una storia a suo modo tradizionale ma di restituirla de-costruendo il tessuto narrativo. Sebbene il racconto prenda in causa l’intera vita della Bloom, il montaggio è infatti frammentario e non lineare, ma comunque coerente.

Le tre linee narrative – l’adolescenza, l’ascesa come regina del poker e la successiva causa giudiziaria – riescono ad intrecciarsi perfettamente, offrendo un ritratto calibrato di una donna forte che vive in un micro-cosmo di ricchezza e instabilità. Anche i passaggi dedicati al poker, a tratti complessi per i neofiti del gioco, si equilibrano meravigliosamente con il racconto, regalando sequenze capaci di ipnotizzare lo spettatore.

molly's game

Molly’s Game recensione del film con Jessica Chastain

Naturalmente a rendere possibile tutto questo è Aaron Sorkin e la sua doppia anima di cineasta e sceneggiatore. La sua regia appare anzitutto cosciente e calibrata: se come si è detto il montaggio alterna diversi tempi con uniformità, l’eleganza dei movimenti di macchina pulisce la narrazione che risulta non solo compatta, ma soprattutto armonica.

La sua sceneggiatura è invece a dir poco brillante: tentando di dipingere un ritratto di donna tout court, Sorkin puntella i dialoghi di battute sia profonde sia divertenti, dando vita ad un racconto che nel ritmo e nella sagacia ricorda il già citato The Social Network. In tal senso, non mancano delle ingegnose soluzioni che scherzano con la cultura alta, James Joyce e Sigmund Freud in primis.

Molly’s Game

Accanto a Sorkin e al suo ottimo operato, un’altra figura è però fondamentale: Jessica Chastain. Reduce da una nomination ai Golden Globes di quest’anno proprio per il ruolo di Molly, la rossa interprete di Miss Sloan – Giochi di Potere si riconferma una delle migliori attrici americane del momento, offrendo un’interpretazione magistrale di una donna dalle molteplici sfaccettature.

La sua Molly riesce a conquistare il pubblico perché, nonostante una caratterizzazione non sempre positiva, diventa riflesso di una fragilità comune e di una determinazione che tutti vorrebbero avere. Grazie ad una protagonista eccelsa e ad un regista efficiente, Molly’s Game è dunque uno spaccato di vita multiforme e brillante che, con un ritmo cadenzato e un pizzico di cinismo, conquista lo spettatore fin dalle prime sequenze.

Molly's Game

Gabriele Landrini
Gabriele Landrini
Perché il cinema non è solo un'arte, è uno stile di vita | Film del cuore: Gli Uccelli | Il più grande regista: Alfred Hitchcock | Attore preferito: Marcello Mastroianni | La citazione più bella: "Vorrei non amarti o amarti molto meglio." (L'Eclisse)

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